Nel salotto aleggiava un silenzio pesante e ingombrante al tempo stesso. La forza da esso esercitata era tale che nessuno osava aprir bocca, nel timore di qualche strana ripercussione derivante dalla sua rottura.
A ciò si aggiungevano il disagio, che impediva ai presenti di alzare gli occhi, e la paura di incrociare lo sguardo di un altro essere vivente.
Tsubaki odiava quell'atmosfera. Odiava il sentirsi a quel modo in mezzo a quelli che erano i suoi amici più cari. Se solo Maka fosse stata presente... lei sicuramente se ne sarebbe uscita con qualcuna delle sua idee. In fondo, tra loro, era quella maggiormente coinvolta da tutta la faccenda. Inoltre, avrebbe potuto consigliarli su come affrontare quella che ormai era divenuta una persecuzione.
Prima se la sono presa con Kid. Pensò tra sé e sé Liz, senza nemmeno immaginare di star seguendo il medesimo flusso di pensieri della corvina seduta sull'altro divano. Ed ora hanno preso di mira Black Star e Tsubaki.
Kid è stato rapito, ma non gli hanno fatto del male... O almeno, nulla di irreparabile. Ragionò Patty, non lasciando trapelare in alcun modo la serietà con cui stava esaminando la faccenda. Dall'esterno, nessuno avrebbe potuto intuire cosa si celava dietro quello sguardo assente e quel sorriso tranquillo. Ma stavolta Tsubaki ha rischiato sul serio di lasciarci le penne. Se non fosse dovuta venire da Kiddo... Non si permise di finire il pensiero, temendo che ciò potesse sfociare in gravi conseguenze sulla realtà.
Quello che sembrava maggiormente turbato da tutti gli avvenimenti che stavano accadendo era Soul. L'albino era seduto a gambe divaricate sull'unica poltrona presente nella stanza. Con i gomiti poggiati saldamente sulle ginocchia e le mani a nascondergli il volto, il ragazzo stava combattendo la sua personale guerra interiore. All'interno della sua mente, infatti, l'ogre rosso aveva imbastito una vera e propria stanza su cui erano presenti solamente due sedie di velluto rosso scuro. Stessa tonalità era visibile sulle pareti, che sembravano stringersi attorno ai due presenti man mano che l'ansia e la preoccupazione crescevano all'interno dell'animo dell'albino. La fantasia a scacchi riportata sul pavimento non aiutava per nulla la sanità del ragazzo, che iniziava a sentirsi come un giocatore ormai costretto all'angolo.
Allora, Soul, cosa ne pensi? chiese il piccolo demone muovendo le gambe a penzoloni. Sebbene ormai riuscisse a comprendere e leggere gli stessi pensieri del ragazzo, gli piaceva tormentarlo costringendolo ad ammettere i suoi dubbi più oscuri.
Soul, nella medesima posizione in cui si trovava il suo corpo fisico, si adombrò, provocando un ulteriore restringimento delle pareti.
Allora, Soul? Che succede nella tua mente? A cosa pensi? cantilenò il demone con tono sempre più incalzante. Allora? Allora? Allora?
Alla fine, l'albino sbottò. - La vuoi piantare?! -.
Oh. L'ogre si zittì, mostrando i denti appuntiti in un ampio e malvagio sorriso. Vuoi condurre tu il discorso?
- Quale discorso? Non c'è nulla di cui parlare! Soprattutto con un essere come te - grugnì Soul, tornando a nascondere il viso per impedire al demone di approfittarsi delle debolezze che si sarebbero manifestate nelle sue espressioni.
I tuoi amici sono tutti preoccupati per quello che è successo alla casa del megalomane azzurro e della timidona. Potrebbero esserci altri interventi da parte di questi "attentatori". Iniziò a dire il demone, incrociando le corte e ossute gambette.
Il ragazzo si morse il labbro, nervoso.
Eppure la tua maggiore preoccupazione è un'altra. Continuò l'ogre stringendo gli occhi. Soul tolse le mani da davanti la faccia, forandosi su e appoggiandosi con la schiena alla poltrona su cui si trovava. Il suo sguardo era carico di rabbia e rimorso. Odiava dover dare ragione a quell'essere.
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Madness
FanficLezioni all'università, un lavoro da cantante e un secondo lavoro da detective privata. Il tutto adornato da un particolare gruppo di amici e dai "normali" problemi di cuore di qualsiasi ragazza. Chi riuscirebbe a gestire tutto senza scoppiare? Lei...