<Ci vediamo dopo, Angela>.
<Devi proprio andare?> chiese la ragazza abbracciando l'uomo stretto stretto.
<Non ci vorrà molto, tranquilla>. Mifune le carezzò la nuca con fare rassicurante. Riserbò un sorriso anche a Black Star, che stava aspettando poggiato allo stipite della porta. Notando l'attenzione rivoltagli dall'uomo, si ricompose, raddrizzando la schiena, e arrossì leggermente. L'azzurro era molto legato a Mifune e lo considerava alla stregua di un fratello maggiore. Con lui era sempre stato abbastanza rigido, perché voleva fosse in grado di affrontare il mondo. Voleva insegnarli ad affrontare le difficoltà della vita. I momenti in cui lasciava fuoriuscire il lato tenero, solitamente esclusivo dei bambini, lasciavano Black Star sempre in imbarazzo.
<Ci penso io a lei> lo rassicurò l'azzurro, staccando la ragazzina da lui. Lei scansò la sua mano e si voltò tirando fuori la lingua.
<Piccola peste, come ti permetti!?>. Black Star si avventò su Angela, bloccandola e iniziando a strofinarle le nocche sulla testa.
<Ahia! Così mi fai male!>.
<Così impari cosa succede a non rispettare il grande Black Star>.
<Smettetela, tutti e due!>. Tsubaki comparve dall'interno dell'appartamento con la sua solita espressione calma. Certo, calma. Quella calma che nasconde una velata minaccia, intuibile solamente dalla vena che iniziava a pulsare a lato della tempia.
I due si bloccarono all'istante, dividendosi e iniziando a ridacchiare nervosi.
<Vedo che hai tutto sotto controllo, Tsubaki>. La corvina annuì sorridente.
Mifune salutò un'ultima volta Angela, poi se ne andò.
<Uffi! Non ho problemi a stare con Tsubaki, ma questo scemo proprio non lo sopporto> si lamentò la bruna incrociando le braccia dietro la testa.
<Ma come ti permetti!?!?> sbraitò Black Star, cercando di afferrarla. E lì iniziò una specie di guardie e ladri per tutto l'appartamento.[Mifune]
Era da tempo che non veniva contattato per un lavoro importante.
Prima di decidere di adottare Angela, Mifune era tra i bodyguard più richiesti del Paese. Ispirandosi ai tradizionali samurai giapponesi (per i quali aveva maturato una profonda ammirazione sin da piccolissimo), era da tutti conosciuto come la guardia del corpo dalle cento lame. Viaggiava sempre con un'affilata katana, mezzo prediletto per svolgere il proprio dovere. Porta a con sé anche una pistola, ma raramente la usava. Non amava particolarmente le armi da fuoco.
Erano anni che si era ritirato. Cinque, se non ricordava male. Aveva deciso di smettere quando aveva incontrato Angela. Ricordava quel giorno ancora con vividezza.
Il suo datore di lavoro aveva una figlia molto piccola, presa spesso di mira da famiglie mafiose a causa degli affari poco leciti del genitore. Era stato assunto per proteggere la vita di entrambi durante un viaggio in Oriente.
Erano caduti preda di un'imboscata e l'uomo era stato ucciso senza che lui potesse fare alcunché. La piccola venne rapita con l'intento di rivenderla a qualche mercato illegale di schiavi.
Mifune aveva deciso che avrebbe salvato la piccola ad ogni costo, in onore del capo che non era stato in grado di proteggere. Aveva poi deciso di prenderla con sé, e da allora erano una famiglia in tutto e per tutto.
Angela e Black Star avevano fatto subito amicizia, sebbene passassero gran parte del tempo a bisticciare e a contendersi le attenzioni del loro "fratello maggiore".
<Aaahhhh, come sono cresciuti quei due> sospirò Mifune, alzando lo sguardo al cielo.
Il profilo dell'abitazione in cui viveva il suo datore di lavoro si profilava a qualche decina di metri da lui. Oltre un cancello in ferro battuto e dalle dimensioni esagerate, si estendeva un giardino immenso, costellato di alberi finemente potato in modo da ricordare la forma di un ragno.
Il campanello recitava il nominativo della padrona di casa: Lady Arachne.
Non era la prima volta che sentiva quel nome. Ma erano anni che non faceva più la sua comparsa nelle testate giornalistiche. Se non ricordava male, era stata invischiata in loschi affari e smascherata da un'emergenza società di detective privato. Da allora non se ne era più saputo nulla.
Mifune suonò il campanello. Un leggero crepitio, poi le inferriate si aprirono da sole, cigolando.
Lanciò un'ultima occhiata alla macchina, parcheggiata poco lontano. L'aveva chiusa a chiave? Gli sembrava di sì.
Ad accoglierlo trovò un uomo più alto di lui, con un naso leggermente a punta e un'espressione ambigua. I capelli neri e patinati all'indietro gli donavano l'aria di un nobile.
<Il signor Mifune, immagino>.
Mifune annuì. <Lei invece deve essere Mosquito>.
L'uomo fece un sorriso inquietante, creando ombre innaturali sul suo viso. A Mifune non piaceva affatto quel tipo.
<Mi segua>.
I due percorsero I silenziosi corridoi della villa vino ad una grande sala in cui si trovava solamente un letto circolare a baldacchino circondato da leggere e violacee tende di seta. Sul materasso era sdraiata come una regina una donna dai lisci capelli neri raccolti alla sommità del capo. Due ciocche gemelle le ricadevano ai lati del viso, contornandosi come fosse un quadro. Indossava un provocante e nero vestito lungo fino alle caviglie, accompagnato da dei guanti alti su entrambe le braccia.
Gli occhi freddi della donna si posarono sul nuovo venuto, assumendo un'espressione provocante. Si mise lentamente a sedere, evidenziando con il movimento della mano le curve snelle del suo corpo.
Impassibile, Mifune osservò la scena. Di fronte a lui c'era una donna pericolosa. Lo avvertiva dalla semplice tensione che aleggiava nell'aria.
<Questa volta ne hai trovato uno giovane, Mosquito>.
L'uomo patinato fece un breve inchino, senza dire nulla.
<Vorrei conoscere i dettagli del lavoro> li interruppe Mifune, ansioso di concludere quella faccenda. Non avrebbe mai potuto immaginare che il suo primo lavoro dopo tanto tempo l'avrebbe messo così a disagio.
Arachne rise, coprendosi la bocca con un ventaglio nero rimasto nascosto fino a quel momento.
<Siamo impazienti, vedo>.
Mosquito porse a Mifune una cartellina. Al suo interno qualche foglio stampato recava delle foto e delle informazioni.
<Lady Arachne deve incontrare un importante personaggio di Death City e teme che uso uno possa attentare alla sua vita> spiegò l'uomo.
<Chi potrebbe tentare qualcosa del genere?> indagò Mifune, sfogliando i dati scarni.
<Lady Arachne è molto potente e molti sono coloro a cui farebbe comodo la sua dipartita. Primo tra tutti l'uomo con cui si deve incontrare>.
<Chi è?>.
<Lord Shinigami> rispose la donna, con gli occhi illuminati di una luce sinistra.
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Madness
FanfictionLezioni all'università, un lavoro da cantante e un secondo lavoro da detective privata. Il tutto adornato da un particolare gruppo di amici e dai "normali" problemi di cuore di qualsiasi ragazza. Chi riuscirebbe a gestire tutto senza scoppiare? Lei...