17. Una gita in barca

84 11 5
                                    

L'alba sul mare era uno spettacolo che affascinava Tsubaki. I caldi colori che tingevano il cielo e la fresca brezza marina che muoveva le grandi foglie degli alberi donavano al paesaggio un aspetto magico. A rendere il tutto ancor più romantico era la presenza, al suo fianco, di Black Star. Se ne stava in silenzio ad ammirare il sorgere del sole. Era raro beccarlo in uno di quei momenti di tranquillità, ma Tsubaki amava anche il lato più maturo e adulto che l'azzurro dimostrava quasi esclusivamente a lei. Sentiva di dover assaporare quei momenti come preziose gemme, le quali, se non ben custodite, potevano rischiare di rovinarsi irrimediabilmente.
La terrazza della loro camere dava sulla spiaggia, ma i due avevano preferito scendere e accomodarsi in riva al mare, con le punte dei piedi e pochi centimetri dalla spuma biancastra.
- Sembra che oggi sarà una giornata tranquilla - commentò la corvina, osservando il cielo limpido. Da quando erano atterrati, non aveva ancora piovuto. Kid aveva però avvisato tutti che nei prossimi giorni era prevista una tempesta bella forte.
- Per fortuna - concordò Black Star, lasciandosi cadere all'indietro. La sabbia bianca si attaccò ai suoi capelli e ai vestiti come una calamita. - Per loro sarà positivo -.
Tsubaki annuì, osservando un punto lontano. - Anche per noi, comunque - rise lei. Facevano tutti il tifo per Soul, tuttavia quella giornata non avrebbero potuto essergli di supporto. Mentre L'albino si sarebbe impegnato per chiarire con Maka, loro avrebbero passato un normale giorno di vacanza. Liz e Patty avevano proposto di sfidare un altro gruppo ad una partita di Beach Volley.
- Sì, ma se non fosse una bella giornata, per loro sarebbe un problema - ghignò Black Star. Un preoccupante presentimento fece tremare la corvina. Con un sorriso forzato, Tsubaki si voltò verso il fidanzato. - Cosa hai combinato? -.
Le spalle del l'azzurro iniziarono a tremare e lui si concesse una delle sue peculiari risate. - Diciamo solo che stasera un giro in barca ce lo faremmo anche noi -.

🎶🎵🎶

Soul aveva imparato come manovrare una piccola barca durante una vacanza con i suoi genitori. Schifosamente ricchi come erano, avevano sempre prediletto mete altolocate e sua madre adorava la spiaggia. L'unica nota positiva dell'essere obbligato a viaggiare con loro era che poteva fare quasi tutto quello che voleva. E un anno lui aveva scelto di imparare a navigare.
La barca che Soul aveva noleggiato non era difficile da manovrare, nè disponeva di attrezzatura tecnologicamente avanzata. L'aveva scelta proprio perché molto simile a quella su cui si era allenato.
- Ma lo sapevi che si vede il fondo?! - esclamò Maka con gli occhi luccicanti. Era appoggiata all'entrata dell cabina, protesa in avanti.
- Mi sembra ovvio - rispose l'albino con presunzione. - Qui l'acqua è limpidissima -.
- Sì, ma chissà quanti metri ci saranno prima di arrivare al fondo! Riesco a vedere anche tutti i pesci! -. La bionda tornò all'esterno senza attendere un ulteriore risposta.
Soul la guardò con un sorriso. Non l'aveva mai vista talmente in agitazione come in quel momento. Mentalmente ringraziò Liz per quella genialata. Era stata la brunetta a suggerirgli un giro in barca.
L'albino estrasse il foglietto che teneva custodito nella tasca dei bermuda. Il piano messo a punto dalla maggiore delle Thompson era semplice e tuttavia perfetto.
Punto 1: portare Maka a fare un giro in barca.
Punto 2: fermarsi in una delle poche spiagge ancora non assaltate dai turisti.
Punto 3: cenetta romantica.
Gli altri avrebbero provveduto affinché nè Angie nè Kevin si impicciassero. Quei due erano come delle fastidiose zanzare. Erano dappertutto e ti rompevano sempre il cazzo.
- Soul! Soul! Vieni a vedere! -.
L'albino spense i motori e rilasciò l'ancora. Maka stava indicando un branco di pesci dai colori sgargianti che stava sfrecciando attorno alla barca.
- Fantastico - mormorò la ragazza, stringendo la presa sulla ringhiera.
- Mai quanto te - disse lui, mostrandole i denti appuntiti. La bionda arrossì leggermente prima di dargli un leggero pugno sulla spalla.
- Il solito don Giovanni. Scommetto che è per questo che sei sempre stato popolare con le ragazze -.
- Ho sempre detto di essere un gran figo - concordò Soul tirandosi indietro la frangetta. Maka scoppiò a ridere, tenendosi la pancia con entrambe le braccia.
- E una persona incredibilmente umile - lo prese in giro lei.
- Esattamente -.
Il branco di pesci si spezzò, disperdendosi tra le onde. Il sole era sorto da quasi un'ora e la calura iniziava a farsi sentire. Soul tolse la maglietta, rimanendo con solo i bermuda addosso.
- È un peccato che non siano venuti anche gli altri - sospirò all'improvviso Maka. - Sarebbe stato più divertente - concluse abbassando il tono dell voce. Con discrezione osservò il corpo scolpito dell'albino. Le sue dita ormai si erano abituate a scorrere su quella pelle e sapevano riconoscere ogni spigolo. Sapere che qualcuna prima di lei aveva potuto godere di quella sensazione le dava insicurezza.
- Ci sono qui io, non ti basta? -.
Il debole sorriso che ricevette come risposta destabilizzò Soul. Era da un po' che l'aveva notato. C'era qualcosa che preoccupava Maka, ma lei non voleva dirglielo. Ogni tanto la ragazza sembrava sul punto di parlare, però poi si bloccava sempre e gli faceva uno di quei mezzi sorrisi.
- Rimarremo qui tutto il giorno? -.
Soul scosse la testa. - No, adesso ripartiamo. Vedrai che ti porterò in un posto davvero bellissimo. Da togliere il fiato -. L'albino tornò in cabina e richiamò l'ancora. Uno scoppiettio del motore fece fare mezzo giro alle eliche, le quali tuttavia non iniziarono a girare. Soul ritentò, ottenendo il medesimo risultato.
- Cosa succede? - chiese Maka.
- Il motore non parte - spiegò il ragazzo, facendo un terzo tentativo.
- Vorrei ben dire! Siamo a secco! - imprecò la bionda picchiettando con l'indice sulla spia lampeggiante del carburante. Soul fissò incredulo il punto indicato dalla ragazza.
- E adesso che diavolo facciamo? -. Maka iniziava ad alterarsi. Quale essere umano sano di mente organizzava una gita in barca senza prima controllare di avere abbastanza benzina a disposizione?
- Calma. Dovrebbero esserci delle taniche di riserva sul ponte -. L'albino si diresse verso una panca a lato del ponte. Aprì il lucchetto con le chiavi apposite. All'interno vi erano tre recipienti chiuso ermeticamente. - Visto? - sorrise lui permettendosi un sospiro di sollievo.
Maka afferrò con entrambe le mani tutte e tre le taniche, sollevandole senza alcuna fatica.
- Sono vuote - constatò con freddezza.
Per qualche secondo i due rimasero congelati in un silenzio carico di significato. Erano bloccati in mezzo al mare senza una goccia di benzina.
La bionda appoggiò a terra i contenitori e si sporse nell'apertura. La sua attenzione era stata attirata da un foglietto di carta ripiegato. Lo aprì e lesse le poche parole scritte sopra.
- Io lo ammazzo. Giuro che appena lo vedo lo prendo a calci nel culo -.
Incuriosito da quella reazione insolita, Soul le prese il pezzetto di carta.

Non serve che mi ringraziate.

L'albino era andato insieme a Black Star a noleggiare la barca, quindi l'azzurro era l'unico (fatta eccezione per lui e Maka) ad essere salito lì sopra. Ed era anche l'unico che avrebbe potuto fargli uno scherzo del genere.
- Black Star...?! - ridacchiò il ragazzo. No, non aveva potuto fargli uno scherzo del genere. Che motivo avrebbe mai avuto?
- Io giuro che se è stato lui, da domani avrai un nome in meno sulla tua lista degli amici -. Maka prese il cellulare e digitò nervosamente il numero del l'azzurro sul display. Rispose dopo appena due squilli, con un "Pronto?" che lasciava intendere sapesse bene a cosa era dovuta quella chiamata.
- Brutto idiota...! -.
Soul si impadronì del dispositivo prima che la bionda potesse continuare.
- Siamo rimasti a secco. Sei stato tu? -.
- Il piano di Liz era troppo elaborato. Il mio è molto meglio. Ora avete un sacco di tempo per parlare e chiarire. Non serve che mi ringraziate. So già di essere un grande -.
- Appena torno ti mollo due ceffoni e ti faccio volare in Cina! Ti sembrano scherzi da fare?! - proruppe Maka, la quale stava sbraitando nell'interfono. Aveva afferrato la mano di Soul e cercava in tutti i modi di riappropriarsi del proprio cellulare.
- Lasciate acceso il programma per rintracciare il telefono e verremo a prendervi. Prima o poi -. L'azzurro troncò la telefonata con uno sghignazzo. Maka spalancò la bocca incredula. Non sapeva nemmeno lei se mettersi a ridere per l'assurdità della situazione in cui si trovava, oppure incazzarsi con Black Star e insultarlo da chissà quanti chilometri di distanza. Anche Soul era rimasto senza parole. Che cosa aveva nella testa il suo migliore amico? Segatura? Tentò immediatamente di mettersi in contatto con Kid. Superati gli otto squilli capí che non gli avrebbe risposto. Stesso risultato con Liz, Patty e Tsubaki. Possibile fossero tutti d'accordo? Oppure Black Star aveva trovato un modo per appropriarsi di tutti i loro telefoni?
- E adesso cosa facciamo? - domandò Maka lasciandosi scivolare a fianco dell'albino. Iniziava a fare veramente caldo e l'ombra creata dai teli le sembrava incredibilmente poca.
- Intanto attiviamo la funzione di cui parlava Black Star. E poi non ci resta altro che aspettare - sospirò Soul.
Investiti in pieno da quella situazione, i due ragazzi rimasero immobili cercando di metabolizzare la situazione. Avevano abbastanza scorte di acqua e un ventilatore a batteria che potevano spostare dalla cabina. Il caldo non sarebbe stato un problema. La questione era quando Black Star avrebbe deciso che era giunto il momento di andarli a prendere. Maka non riusciva proprio a trovare una ragione che potesse giustificare quel gesto. Soul, invece, temeva di conoscerla. L'amico gli aveva detto che doveva parlare chiaro e tondo con la bionda, e in mezzo al mare, da soli, non c'era molto da fare. A parte passare il tempo a parlare. Oppure a...
L'albino guardò di sottecchi la canottiera della ragazza. Era talmente leggera da lasciar intravedere il bikini sottostante e perfino il colore della pelle. In quei pochi giorni aveva già iniziato a scurirsi leggermente. A Soul era sempre piaciuto il modo in cui i vestiti coprivano quel corpo. Mai troppo larghi o deformati, ma neppure troppi aderenti. Il giusto per lasciar intuire e stuzzicare l'immaginazione. E lui ne aveva molta di immaginazione.
Soul deglutì e gli angoli della bocca gli si sollevarono in un ghigno pericoloso.
- Potremmo - iniziò, catturando l'attenzione di Maka. - Potremmo fare un gioco per passare il tempo, ti va? -.
La ragazza esitò a rispondere. Non era una cattiva idea, anche se la luce sinistra negli occhi carmini dell'albino le facevano tremare l'anima. Si sentiva come di fronte ad un lupo che studiava la proprio preda. E per essere chiari: lei era la preda.
Maka ingoiò la propria saliva. - Perché no? - rispose infine con un sorriso di sfida.



———
Scusate il ritardo ^^" ho avuto qualche difficoltà a decidere dove ambientare il tutto. Ma per il prossimo capitolo non ci saremmo problemi :) È già in fase di produzione, quindi arriverà presto >< e spero che vi piacerà >///<

Always a Joy

MadnessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora