Soul esaminò velocemente l'ambiente attorno a lui. Se voleva avere speranze, doveva trovare qualcosa da utilizzare per difendersi. Le mosse di auto-difesa non potevano di certo competere contro un'abile spadaccino.
Inoltre, dietro di lui, Maka e Kevin erano ancora focalizzati sul corpo ormai senza vita dell'anziano uomo. Se non si spostavano, l'albino avrebbe dovuto prestare non solo attenzione al combattimento, ma anche alla loro protezione.
Il ragazzo si morse il labbro nervoso.
- Maka, smettila di frignare e spostatevi! - sbottò lui, facendo sobbalzare la bionda. Ella alzò il viso umido per le lacrime, notando la figura mascherata sull'attenti. Nonostante le recenti emozioni avessero iniziato a trasbordare, riuscì a comprendere la gravità della situazione. Strattonò il bruno, risvegliandolo per qualche secondo dalla sua nebbia di dolore e tristezza. Gli fece cenno di prendere Louglas per le spalle e di aiutarla a sollevarlo per potersi spostare.
I due si spostarono, sotto lo sguardo attento del misterioso aggressore. Come in un cliché filmico, egli non li attaccò, aspettando che si allontanassero. Soul, invece, rimase per tutto il tempo con i nervi tesi, pronto ad entrare in azione al minimo accenno di movimento.
Non appena rimasero da soli, l'albino decise di provare a guadagnare tempo. - Chi sei? E perché ci attacchi? -.
L'aggressore non gli rispose, portandosi tuttavia tutte e due la braccia al corpo e allungandosi all'indietro in una posizione anormale. Stava borbottando qualcosa, ma Soul non riuscì a comprendere cosa stesse dicendo.
- Ehi, vuoi rispondermi? - chiese nuovamente, alzando la voce.
L'altra persona si bloccò all'improvviso. Liberò il braccio che teneva l'elsa, facendo oscillare la lama avanti e indietro. Un leggero passo in avanti, e Soul comprese di doversi spostare all'istante. In meno di qualche secondo, l'aggressore gli fu addosso, fendendo l'aria in un movimento verticale e ampio. L'albino venne preso quasi alla sprovvista dalla velocità dell'altro, scansandosi di appena qualche centimetro. Tanto bastò per schivare la lama, la quale gli passò di fianco all'orecchio con una scia di pericolosa lucentezza.
La punta si conficcò nel pavimento, obbligando lo sconosciuto a dover tirare un paio di volte per poterla liberare. Nel mentre, Soul ne approfittò per cercare di colpirlo al polso, per obbligarlo ad abbandonare la sua arma. Nonostante il preciso colpo e il mezzo urlo di dolore, l'aggressore non aprì le dita. Con la mano libero, però, si coprì la testa, iniziando a tremare. Ricominciò a biascicare parole incomprensibili e veloci.
Soul decise di provare nuovamente. Circondò con la propria mano quella dell'altro, iniziando a tirare l'elsa verso sè stesso.
- Allontananti! Allontanati! Allontanati! - gridò lo sconosciuto, colpendo l'albino con il proprio corpo. La leggerezza di quei colpi lasciò basito Soul, il quale intuì l'aspetto incredibilmente esile nascosto sotto il vestito. Gli sembrò addirittura strano riuscisse a maneggiare l'arma, che sembrava essere più pesante del possessore.
La punta riuscì infine a liberarsi, lasciandosi dietro un buco che si andò ad aggiungere a quelli causati dall'esplosione.
- Allontanati! Allontanati! Allontanati! Non so come comportarmi quando qualcuno è così vicino! - urlò nuovamente l'aggressore con una vena di follia che fece accapponare la pelle a Soul. - Ti ho detto di allontanarti! - aggiunse, dando uno strattone improvviso. L'albino perse la presa, scivolando sulle dita dell'altro. Prima che si allontanasse o potesse attaccare nuovamente, però, il ragazzo lo caricò, dandogli una spallata. Come aveva presupposto, l'altro non oppose alcun tipo di resistenza, finendo per cadere. Le dita sull'elsa si allargarono leggermente, e Soul ne approfittò. Con un piede schiacciò la mano dello sconosciuto, il quale digrignò i denti per trattenere il dolore che voleva manifestarsi tramite le sue corde vocali. L'albino premette ulteriormente, fino a quando l'altro non mollò del tutto la presa.
- Aaahhhhgghhh! Non so come comportarmi quando mi pestano le mani! -.
Soul spinse una seconda volta l'aggressore, allontanandolo dalla spada. Questi si alzò lentamente e spostando da un lato all'altro. Prima aveva il busto rivolto talmente a destra che il fatto fosse ancora in equilibrio pareva impossibile. Un secondo dopo era piegato totalmente verso sinistra. Borbottando e postandosi le mani alla testa, iniziò a grattarsi, scompigliando le ciocche chiare. Nella penombra, l'albino intravide una sfumatura rosata che accesse qualcosa nella sua memoria.
- Ridammela subita! Non so come comportarmi senza...! -. In uno slancio disperato e folle, l'aggressore cercò di riagguantare la spada, che Soul lanciò ancora più lontano con un calcio. Afferrò poi il polso dello sconosciuto, applicando una delle tecniche che aveva imparato da Mifune. Ruotando su un piede e utilizzando lo slancio dell'altro, seguì la direzione da egli intrapresa, scartando poi di lato con i fianchi per farlo ruotare. Al contempo posizionò il proprio braccio sopra a quello dell'altro, iniziando ad esercitare pressione sull'articolazione del gomito. L'uomo iniziò così istintivamente a scendere, per evitare la rottura. Arrivando a concludere il mezzo giro, Soul riuscì a portare a terra l'altro, alzando il suo braccio quasi in verticale sulla spalla e utilizzando il proprio corpo per tenere il suo corpo schiacciato sul pavimento.
- Ahi! Ahi! Ahi! Mi fai male! Mi fai male! Mi fai male! -.
In quella posizione, per l'aggressore era praticamente impossibile riuscire a fare qualunque cosa. L'unica sua possibilità era decidere di sacrificare la propria spalla.
Dopo aver atteso qualche minuto e aver recuperato un po' di fiato, Soul decise di riprovare con le sue domande. - Quindi, chi ti manda? -.
- Non so... non so... cosa devo fare? Non lo so! -. Lo sconosciuto continuava a piagnucolare, tremando sotto il peso del corpo dell'albino.
- Non sembra un tipo molto loquace - ridacchiò l'ogre rosso, comparendo nel campo visivo del ragazzo.
- Stai zitto! - sibilò lui, per nulla in grado di aver a che fare con il demone in quel momento. L'adrenalina ancora gli scorreva in corpo, facendogli pulsare il sangue nelle vene.
- Però ammetto che mi aspettavo ti desse maggior da fare - sospirò l'essere, sollevando le mani e iniziando a scuotere la testa deluso. - Ma dai tuoi occhi... - aggiunse, sorridendo maligno e indicando il viso di Soul. Con un scintillio compiaciuto, l'ogre notò la scintilla della follia iniziare a farsi strada nelle pupille carminie. - Forse la tortura potrebbe farlo parlare - gli propose il demone, picchiettando sulla spalla dell'aggressore, che ancora piagnucolava e si lamentava. - In fondo a messo in pericolo una persona a te cara. Ha attentato alla sua vita - continuò l'essere, cercando di fomentare quel barlume che aveva potuto ammirare qualche secondo prima. Per un solo istante Soul si lasciò catturare dalla proposta. Sotto di lui vi era comunque un attentatore, che lavorava per quelli che avevano provocato le esplosioni. Un attentatore che lavorava assieme a quelli che avevano tentato di attaccare i suoi amici a casa di Kid. Un attentatore che lavorava assieme a quelli che avevano fatto saltare in aria l'appartamento di Black Star e Tsubaki.
Si sarebbe meritato molto più dolore di quello subito durante il loro veloce scontro. Se anche Soul l'avesse maltrattato un po' per avere informazioni, nessuno avrebbe potuto recriminarlo. Lui era dalla parte del giusto. Lui...
- Soul! -. Maka poggiò una mano su una spalla dell'albino, risvegliando dalla trappola che l'ogre aveva intrecciato. Con un verso di stizza, l'essere decise di allontanarsi.
- Sarà per un'altra volta - si disse, scomparendo.
- Maka?! -. Soul mollò un pochino la presa, permettendo allo sconosciuto di piegare l'articolazione e liberarsi. Nella confusione, l'aggressore rotolò un paio di volte sul lato, per poi rialzarsi. Non si era tuttavia accorto che Maka, cercando di bloccarlo, gli aveva sfilato la maschera, rivelando la sua identità.
Ciocche rosate spettinate e scomposte, ricadevano su un viso magro e molto pallido. Occhi spenti e con gli angoli perennemente piegati all'invio in un'espressione di disagio e insicurezza iniziarono a muoversi freneticamente alla ricerca della spada. Prendendosi l'avambraccio sinistro, si allungò leggermente all'indietro, fino a guardare il soffitto. - Non so come comportarmi senza la mia spada! - urlò quasi istericamente.
Soul si alzò schioccando la lingua. Come aveva potuto lasciarselo sfuggire?
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Madness
FanfictionLezioni all'università, un lavoro da cantante e un secondo lavoro da detective privata. Il tutto adornato da un particolare gruppo di amici e dai "normali" problemi di cuore di qualsiasi ragazza. Chi riuscirebbe a gestire tutto senza scoppiare? Lei...