30. Le due sorelle

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Tsubaki rimase ad osservare interdetta l'inferno che si era scatenato nel soggiorno della villa Death. 

Patty e Maka stavano trattenendo Liz, impedendole di scagliarsi contro un Soul fin troppo silenzioso e arrendevole. Black Star, invece, difendeva a spada tratta il proprio amico, non risparmiandosi appellativi poco consoni per la brunetta. 

La ragazza ringraziò il cielo che il padrone di casa, ossia il padre di Kid, fosse uscito prima dell'arrivo dell'ultima coppia. Se avesse assistito a tale scena, probabilmente li avrebbe cacciati. Ciò non prima di aver loro vietato di frequentare ancora suo figlio. 

Caspita, Tsubaki stessa non avrebbe mai accettato che i suoi figli frequentassero una compagnia come quella in cui si trovava lei!

Tranquillizzandosi, Liz si irrigidì, chiudendo gli occhi e facendo dei profondi respiri. Titubanti, la sorella e l'amica decisero di lasciarla andare. Fu un grave errore. Non appena non avvertì più la pressione delle mani sulle proprie braccia, la bruna si scagliò contro Soul. Perfino Black Star fu preso alla sprovvista e non riuscì ad evitare che i due piombassero a terra. L'albino, ovviamente, sbattendo sul grès porcellanato, mentre la ragazza lo bloccava fissandolo con astio.

- Con quale coraggio osi mostrare la tua faccia!? Tu... lurido...! -.

- Liz, calmati! -. Maka fu la prima a reagire, raggiungendo i due amici e cercando di sollevare l'amica. 

Tsubaki osservò ancora la scena come se fosse estranea a tutto. Non aveva mai visto Liz talmente furiosa. Ma quello che più la lasciava sbigottita era la totale passività dell'albino. Da quando aveva varcato la porta, non si era difeso in alcun modo. Aveva accettato tutte le parole cariche di veleno che gli erano state lanciate. L'unica cosa che era riuscito a dire era un sussurrato e timido "mi dispiace". Quei due semplici vocaboli avevano fatto scoppiare di rabbia la brunetta. 

- Non avresti dovuto tornare senza Kid! Non voglio vedere la tua faccia mai... -.

Una fitta colpì Tsubaki assieme ad un ricordo ormai lontano associato a ciò che Liz stava per dire. - Zitta! - scattò la corvina, provocando il silenzio nella stanza. Si voltarono tutti a fissarla, intimoriti dalla fermezza di quel comando. 

La ragazza non aveva alzato la voce, tuttavia la sua richiesta era riecheggiata con chiarezza. Con il viso scuro e al contempo malinconico, la giovane entrò finalmente in quel campo di battaglia. 

- Liz, non dire cose di cui potresti poi pentirti - consigliò all'amica, aiutando Soul a rimettersi in piedi. - E tu - continuò, riferendosi all'albino, - smettila di vittimizzarci e tira fuori le unghie -. 

Maka e Black Star raggiunsero l'altro ragazzo, come a formare un cuscinetto in caso di una seconda aggressione. Patty, invece, prese la mano della sorella nella propria, cercando di trasmetterle la propria presenza in quel momento difficile. 

Osservandoli uno per uno, Tsubaki li rimproverò. - Non abbiamo tempo per colpevolizzarci a vicenda. Kid ha bisogno dell'aiuto di tutti noi. Soul ha fatto il possibile. Non possiamo ora pensare a cosa si sarebbe dovuto fare. Dobbiamo focalizzarci su cosa fare da questo momento in poi -. 

Maka annuì, d'accordo con l'amica. - Tsubaki ha ragione. Kid non si salverà senza l'aiuto di tutti noi - aggiunse la biondina.

- Sembra uno di quei discorsi da anime basato sulla forza dell'amicizia - protestò Black Star, scuotendo la testa. La sua battuta (se così la si può definire) spezzò la tensione, provocando a tutti un leggero sorriso. Con il cuore un po' più leggero, Soul trovò il coraggio di alzare lo sguardo e fronteggiare Liz. La ragazza aveva le borse sotto gli occhi rossi e sembrava non essersi fatta una doccia da giorni. La preoccupazione per la scomparsa del suo ragazzo l'aveva sciupata. Ciò fece sentire l'albino ancor più colpevole, ma pensò anche che non poteva di certo permettere che una sua amica si riducesse a quel modo. 

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