I'm just the words
You are the sound[Be Somebody - Thousand Foot Krutch]
Una settimana. Era passata un'intera settimana dalla "crociera" organizzata da Betson.
I telegiornali ancora non parlavano d'altro.
"Il miliardario organizza una crociera vendicativa"
"Omicidio su un'isola in mezzo al mare: le indagini sono ancora aperte"
"Lo shock ha costretto al ritiro molti personaggi famosi"
"Grande ritorno sulle scene. Stasera sul canale 42"
L'omicidio del miliardario era stato classificato come un caso di secondaria importanza, sebbene stessero ancora indagando con una certa costanza.
Kevin gettò il giornale nel primo cestino pubblico che incontrò. Non gli interessavano molto quelle notizie. Ciò che più lo intrigava era il suo ritorno. Certo, i fan, con gli anni, non erano diminuiti, ma non avrebbe mai pensato di rivederla sul palco. Non riusciva proprio a decifrare i suoi comportamenti. Doveva esserci un secondo fine, tuttavia non era in grado di immaginare quale fosse.
< Finalmente! >.
< Taci. Sono di pessimo umore oggi, e vedere il tuo brutto muso non migliora certo la giornata > rispose brusco il bruno, salendo sull'autovettura.
Mike ghignò compiaciuto. Lo esaltava troppo dar fastidio a quel ragazzino.
<Ancora nessuna risposta?>.
Kevin digrignò i denti, scuotendo la testa. Era stanco di fare avanti e indietro ogni giorno per portare da mangiare a Lenoir e al suo... "ospite". Perché Maka ci metteva tanto a rispondere al loro messaggio?
<Non ti crucciare, piccino>. L'uomo pronunciò quell'appellativo con ostentata beffardia. <Almeno abbiamo recuperato questo>. Passò al ragazzo lo smartphone. Sullo schermo c'era la fotografia di una provetta colma di un familiare liquido azzurro acceso.
<L'ultimo campione di Mad Hatter?> interrogò confuso Kevin. Dalle informazioni in suo possesso, tutta la scorta era andata distrutta. Il capannone era letteralmente saltato in aria.
<Come avete fatto a procurarvelo?>.
Mike schioccò la lingua, procedendo e ignorando un semaforo rosso. <L'organizzazione ha una rete molto estesa> disse, rimanendo sul vago.
<E nessuno è ancora riuscito a trovare quei file> sospirò Kevin, ripensando alle parole di suo nonno. Sasha aveva passato il proprio lavoro alla figlia, senza nemmeno dirglielo. Rispettando le ultime volontà della donna - che per Louglas era come una figlia -, il vecchio non aveva detto nulla alla ragazza. Per il momento lui era l'unico ad essere a conoscenza della localizzazione del file. Avrebbe dovuto sfruttare tale informazione a suo vantaggio.
<Sasha era furba. Troppo scaltra per la maggior parte dei membri dell'organizzazione>.
Kevin non poté che dirsi d'accordo. E per loro sfortuna, la figlia non era da meno.🎶🎵🎶
Maka scese al volo dalla moto, senza nemmeno aspettare si fosse completamente fermata. Corse con il casco ancora addosso all'interno dell'edificio. Un senso di nostalgia le strinse il cuore. Era da un sacco di tempo che non attraversava quei corridoi.
<Oh, finalmente sei arrivata. Tra mezz'ora siamo in diretta. Muoviti!>.
Maka ringraziò l'aiuto-regista. Ricordava ancora quando era appena un inserviente e l'aveva trattato male. A ripensarci si sentiva un po' in colpa.
<Avresti potuto aspettarmi> la rimproverò Soul. Aveva dovuto fare una corsa per raggiungerla.
<Rischiavo di essere in ritardo> spiegò la ragazza con la voce attutita dal casco.
<Non mi sembrava ti importasse tanto l'ultima volta> rise il ragazzo, prendendola un po' in giro.
<Cerco di guadagnare tempo. Lo so che in camerino qualcuno mi impedirà di uscire> rispose tagliente lei, accennando un ghigno.
Soul mostrò i denti appuntiti con espressione maliziosa. <Lo sai che non riesco a resisterti>.
Maka si bloccò di fronte ad una porta. La targhetta riportava il suo nome d'arte: Angel.
<Allora è meglio che aspetti fuori> sentenziò lei, fuggendo all'interno come un missile. Si richiuse l'apertura alle spalle prima ancora che l'albino capisse cosa stesse accadendo.
<Ehi! Non è mica giusto!> protestò lui in corridoio.
<Aspettami di là > gli rispose Maka, poggiata al legno dall'altra parte. Rimase in ascolto dei passi del ragazzo, scanditi dal palpitare del suo cuore. Da quando l'albino si era trasferito (temporaneamente) a casa sua, il suo piccolo muscolo cardiaco non aveva avuto un attimo di pace. Lo beccava mezzo nudo fuori dal bagno dopo la doccia; assonnato e con i capelli arruffati la mattina; ruffiano e coccolone la sera prima di andare a letto. Per non parlare di quei sorrisi sensuali e provocanti che le riserbava durante il giorno, o degli assalti che le labbra di lui operavano al suo povero collo, quando era intenta a studiare. Insomma, una situazione difficile da reggere. Soprattutto per lei che si era ripromessa di non innamorarsi mai.
<Aaaahhhhh!> sospirò abbassando le spalle. Era certa di avere la faccia in fiamme. Lo capiva dal caldo che avvertiva all'altezza delle gote.
<Cinque minuti!> urlò qualcuno dal corridoio.
<Arrivo subito!>. Maka si precipitò di fronte allo specchio illuminato da almeno una trentina di lampadine. Lì a fianco vi era appeso il suo costume di scena: una camicia grigia e senza maniche, e una minigonna a quadri rossa e nera. Per le maniche, degli scalda muscoli grigi che si allargavano in prossimità dei polsi, mentre un paio di cuffie angolari munite di microfono completavano il tutto. La diretta di quel giorno avrebbe ufficialmente sancito il suo ritorno. Non poteva dire che le era poi così mancato quel mondo, ma per il suo lavoro era comodo. Louglas aveva scoperto che molti affiliati della medesima organizzazione per cui lavorava Betson erano personaggi famosi. E chi meglio di una cantante avrebbe potuto avvicinarsi a loro? Ecco perché aveva scelto di tornare.
Indossata l'immancabile maschera bianca, uscì dal camerino.
Soul la stava aspettando all'entrata dello studio.
<Pensavo di dover venire a prelevarti con la forza> scherzò.
Maka sollevò un angolo della bocca scuotendo leggermente la nuca. <Non aspettavi altro, immagino>.
L'albino le rispose con un sorriso sornione.
<Angel, sbrigati!>.
La bionda venne agguantata da un inserviente che la trascinò sul palco, a fianco del presentatore del programma.
<Tre... due...>. Il regista mimò l'ultimo numero del countdown con le dita, poi diede il via e tutte le telecamere partirono.
Le luci dello studio si spensero, mentre il cerchio su cui si trovava la ragazza rimase illuminato.
Il presentatore (un certo Damiano, se Maka ricordava bene), salutò immediatamente i telespettatori, annunciando un ospite di eccezione.
<Dopo due anni, ecco tornare una celebrità>.
Tutti gli obiettivi si concentrarono su Maka, che iniziò a sentirsi sudare i palmi delle mani. Cominciava a pentirsi della sua decisione. Non ricordava tutta quella tensione.
Salutò meccanicamente con un gesto, accennando un sorriso. Cercò con lo sguardo il viso di Soul e lo vide sghignazzare per la sua goffaggine.
La stizza e l'orgoglio le diedero il coraggio per riprendersi. Rilassò le spalle e improvvisamente si sentì meno tesa e più tranquilla.
<Cosa ti ha costretto a questa lunga pausa?> le chiese il presentatore, andando subito a toccare un tasto dolente. Maka si aspettava una domanda del genere.
<Questioni familiari> rispose gentilmente, ma con un tono che non ammetteva ulteriori approfondimenti all'argomento.
L'intera sala parve cogliere la velata minaccia, e un pesante silenzio calò nel locale. Solo un certo albino sghignazzava impercettibilmente, divertito dal comportamento della ragazza.
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Madness
FanfictionLezioni all'università, un lavoro da cantante e un secondo lavoro da detective privata. Il tutto adornato da un particolare gruppo di amici e dai "normali" problemi di cuore di qualsiasi ragazza. Chi riuscirebbe a gestire tutto senza scoppiare? Lei...