40. Villa Eibon: Wrath & Pride

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"Canta, o dea, l'ira di Achille Pelide, rovinosa, che infiniti dolori inflisse agli Achei gettò in preda all'Ade molte vite gagliarde d'eroi, ne fece bottino dei cani, di tutti gli uccelli – consiglio di Zeus si compiva – da quando prima si divisero contendendo l'Atride signore d'eroi e Achille glorioso".

- Cosa stai leggendo, Tsubaki? - chiese Liz, avvicinandosi alla corvina.

La presenza immobile e silenziosa della ragazza sembrava riverberare in quel luogo chiassoso e roboante. Il suo atteggiamento, completamente opposto al mondo circostante, faceva quasi più rumore che non le grida e i rombi che risuonavano nel locale.

Luci e pareti riflettevano aloni rossi e neri, tingendo ogni angolo di oscure ombre striscianti, mentre dei piccoli fari creavano coni luminosi esattamente in corrispondenza di ogni oggetto di quella collezione. All'uscita dell'ascensore, ad esempio, il gruppetto era stato accolto da una tela dallo stile indecifrabile. A Liz aveva ricordato un misto tra la street art, lo stile neorealista e il neoimpressionismo. Su uno sfondo giallo erano rappresentati due busti umani che "lanciavano" l'uno contro l'altro delle urla. O almeno questa era l'interpretazione che la brunetta aveva dato a quelle linee blu tra i due personaggi.

Ora, leggendo velocemente ciò che aveva attirato l'attenzione dell'amica, la maggiore delle Thompson poteva affermare con sicurezza che quella parte della collezione di Noah era dedicata alle manifestazioni d'Ira.

- Sai, credo di aver letto qualcosa di simile da qualche parte - commentò Tsubaki, alzando lo sguardo dal libro che aveva attirato l'attenzione della corvina.

- Se non ricordo male, dovrebbe c'entrare qualcosa con la mitologia occidentale. C'è stato un periodo all'accademia in cui Maka si portava dietro dei libri sull'argomento - concordò Liz. A quel tempo, Kid e la loro amica perdevano spesso delle ore a confrontarsi su certi argomenti.

Al ricordo di quei giorni, l'espressione della brunetta si oscurò. Chissà come stava il ragazzo?
Era passato troppo tempo dalla sua scomparsa, ed ogni istante, che la separava dal riabbracciarlo, le faceva provare una fitta al cuore.

- Sorellona! Credo di aver trovato qualcosa - urlò Patty, correndo verso le due.

-Guarda che sono stato io a trovare l'uscita - ringhiò Black Star, dietro di lei.

Tsubaki li osservò avvicinarsi e si accorse immediatamente che l'umore dell'azzurro era cambiato. Anche il tono, con cui si era appena rivolto alla minore delle Thompson, aveva perso la sua solita sfumatura scherzosa. Il ragazzo era più teso.

La corvina si guardò attorno, prestando per la prima volta attenzione all'ambiente circostante. L'accostamento di colori, le luci, perfino la lieve musica di sottofondo... tutto sembrava pensato apposta per creare un'atmosfera di tensione. E ciò poteva portare alcune persone a farsi influenzare.

- Però ho trovato ben due ascensori - precisò Patty, la quale stava parlando allegramente con la sorella, ignara dei pensieri che turbinavano nella mente della loro amica.

- Come due? - scattò Liz, facendo allarmare anche Tsubaki. La corvina si prese il mento tra le dita, preoccupata.

- Sí, due - confermò Black Star, alzando l'indice e il medio.

- Dite che anche nel piano precedente....? - ipotizzò Tsubaki, con un'angoscia crescente in petto. Le era sembrato strano che nè Maka nè Soul si fossero ancora fatto vedere. Ma se anche nella sezione precedente vi fossero stati due ascensori...

- Vuoi farmi credere che hanno preso l'ascensore sbagliato? -. Black Star concluse il pensiero della compagna.

Il silenzio calò nel gruppetto.

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