Louglas si allontanò dallo schermo del computer con occhi stanchi. Si massaggiò le palpebre chiuse, sollevando leggermente gli occhiali che aveva iniziato ad indossare da poco. Nella stanzetta buia simile ad uno sgabuzzino, il vecchio aveva passato giornate intere, alla ricerca di un qualche indizio per ritrovare l'amico di Maka.
- Nonno, hai finito? - chiese il ragazzo seduto a fianco dell'uomo. Kevin aveva raggiunto il nonno solo qualche ora prima e lì aveva scoperto il motivo che l'aveva tenuto lontano da casa per giorni.
Il ragazzo aveva quasi iniziato a preoccuparsi, sebbene sapesse che il lavoro del parente lo impegnasse spesso a lungo. Ma di quei tempi, l'agenzia non aveva casi particolarmente complicati sotto mano. Altrimenti l'avrebbero contattato.
Mai avrebbe potuto immaginare che il nonno fosse impegnato nella ricerca del giovane Death. Quasi aveva perduto la propria compostezza, rischiando di insospettire il vecchio. Kevin non voleva far sapere al parente di stare facendo il doppio-gioco, ma a volte era duro ingannare i suoi occhi esperti.
- Ovviamente. Avevi dubbi, ragazzo mio? -. Il vecchio indicò con un sorriso lo schermo del computer. Un pallino rosso indicava la posizione più probabile, calcolata in base ai vari avvistamenti registrati dai satelliti in orbita. Normalmente nessuno avrebbe potuto entrare nei loro sistemi, ma Louglas era un vero esperto e hackeraggi del genere erano bazzecole.
Kevin esaminò la localizzazione, ingoiando a fatica la saliva. Suo nonno aveva beccato esattamente il luogo in cui Kid si trovava. Quella era la villa di Noah, il nuovo socio del suo capo.
- Ne sei sicuro? Magari ti sbagli - provò a dire il ragazzo, cercando di insinuare il dubbio nel vecchio.
- Impossibile! - sbottò Louglas iniziando a digitare il numero di Maka.
- Lo sai chi abita lì? Se ti sbagli... - forse il pericolo di uno scandalo pubblico l'avrebbe fatto rallentare. Ma suo nonno alzò lo sguardo verso di lui, facendogli gelare il sangue nelle vene.
- Ho i miei agganci. Ne sono sicuro al cento per cento -. Detto ciò, avviò la chiamata e Kevin decise di allontanarsi. Chi potevano mai essere gli agganci a cui suo nonno si riferiva spesso?
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- So dov'è Kid! - urlò Maka entrando come una furia nel salotto del ragazzo scomparso. Gli altri presenti rimasero scioccati dalla notizia. Solamente dopo otto secondi riuscirono ad elaborare la notizia. La prima a saltare dal divano fu Liz, la quale corse a scuotere l'amica per le spalle.
- Ne sei certa?! Dove si trova? Dimmelo! -.
Per seconda arrivò Patty, la quale iniziò a saltellare attorno alle due come una pazza. Rideva e pronunciava parole di incoraggiamento verso la sorella. Black Star, infine, si sistemò il cappello con la visiera, assumendo la posa tipica di chi stava per dire "ora sistemo tutto io".
Tsubaki, rimasta indietro, sorrise sollevata. Finalmente avevano individuato il loro amico e potevano organizzarsi per salvarlo. Proprio perché si era tenuta in disparte, riuscì a vedere Soul, il quale sembrava ancora turbato. L'espressione dell'albino era ancora tesa, così come i suoi pungi chiusi stretti. La corvina poteva leggere il rimorso e la determinazione nelle iridi carminie dell'amico. Sapeva che Soul avrebbe fatto di tutto per rimediare alla codardia dimostrata l'ultima volta, e ciò la preoccupava. Tsubaki temeva che l'amico potesse cacciarsi nei guai, gettandosi in mezzo al pericolo senza riflettere. Inoltre...
La corvina volse lo sguardo verso la bionda sommersa dal resto del loro gruppo. L'aggressione a Maka non poteva essere stata casuale. Anche quella volta che Soul era stato ferito, il vero obiettivo poteva essere la ragazza.
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Madness
FanfictionLezioni all'università, un lavoro da cantante e un secondo lavoro da detective privata. Il tutto adornato da un particolare gruppo di amici e dai "normali" problemi di cuore di qualsiasi ragazza. Chi riuscirebbe a gestire tutto senza scoppiare? Lei...