31. E questo lo chiami "appuntamento"?

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Lady Arachne alzò un sopracciglio sorpresa e curiosa allo stesso tempo. Sua sorella le voleva chiedere un favore? Quella era una novità a cui mai avrebbe pensato di assistere durante la sua vita. Medusa era orgogliosa e infida, e raramente si abbassava a chiedere la collaborazione di terzi. 

- Un favore? Hai acceso la mia curiosità - rispose con un sorriso divertito la donna. 

Medusa allargò ulteriormente il proprio ghigno. - Un finanziamento per le mie ricerche -.

- Ancora denaro? La signora ne ha sborsati anche troppi per te, lurida serpe - sbottò il maggiordomo, scuotendo la nuca con disappunto. 

- E - aggiunse la donna alzando un dito per zittire il vecchio. - Che convinci quel tuo socio a mettere ancor più pressione sugli amici del giovane Death -. 

Al sentir nominare l'amico di Maka, dietro le spalle della madre, Crona sussultò. Solamente Ragnarok se ne accorse. 

Arachne si leccò il labbro inferiore coperto da un rossetto nero come la pece. - Potrei sapere il motivo di questa richiesta? -.

Medusa alzò le spalle, tornando ad assumere quell'aria da innocente che tanto ingannava le persone. Un cambio così repentino poteva far pensare a problemi di doppia personalità. 

- Non siamo obbligati a spiegarti alcunché, vecchia - si intromise il ragazzo dai capelli scuri. 

- M... ma cosa... dici? - balbettò il gemello, rabbrividendo sotto lo sguardo seccato dei due sottoposti di Lady Arachne. Quella donna lo terrorizzava ancor più della sua stessa madre. 

- Moccioso, come osi rivolgerti così a...? -.

- Su, su. Non è il caso di farne un dramma - ridacchiò la mora alzandosi infine dal letto e fronteggiando Medusa. Il suo maggiordomo ancora fumava di rabbia, mentre l'altro sottoposto aveva posato a terra la bottiglia vuota. - Proverò a vedere cosa posso fare -. 

Le due sorelle si scambiarono un'occhiata di intesa che fece scendere la temperatura della stanza di un paio di gradi.


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Maka e Soul avevano deciso di passare un pomeriggio in tranquillità, solo loro due. Non che non avessero avuto occasioni per uscire assieme, tuttavia non avevano mai avuto un "appuntamento" ufficiale dopo il loro chiarimento. Avevano optato per una tranquilla visita all'acquario della città. Anche se, a dirla tutta, era stato Soul a insistere per quel luogo. 

Ed osava pure farsi attendere!

Maka controllò l'orologio da polso per la quinta volta. - Sono già passati trenta minuti, caspita! -. La ragazza si sistemò il cappello di lana blu che aveva scelto per affrontare il freddo dell'inverno che ormai stava giungendo al termine. All'inizio si era sentita un po' in colpa. Andare a divertirsi con il suo ragazzo, mentre un loro amico era disperso chissà dove sembrava proprio di brutto gusto. 

Il suo ragazzo...

Involontariamente, Maka iniziò a sorridere a quell'espressione che le era sempre più familiare. Ancora faticava a credere che finalmente fossero riusciti a sistemare il loro turbolento rapporto. 

- Perché stai ridendo come un'ebete? -. 

La giovane sussultò al sospiro che le solleticò il collo. Soul era di fronte a lei, ma lei non se ne era accorta assorta com'era nei suoi pensieri. Colta sul fatto, Maka arrossì violentemente prima di spingerlo via, facendolo barcollare di qualche passo. 

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