51. L'esplosione

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[Qualche ora prima a casa di Tsubaki]
La casa non era mai stata così silenziosa come quella mattina. Black Star e Angela erano rimasti a dormire a casa di Kid, quindi la ragazza dai lunghi capelli corvini era sola. Un po' le era dispiaciuto, ma in quel periodo mille pensieri vorticavano nella sua mente. Avere del tempo da passare in solitudine l'avrebbe aiutata a mettere ordine in quello che stava per cambiare drasticamente la vita sua e dell'azzurro.
Distrattamente si massaggiò all'altezza dell'ombelico. Il leggero rigonfiamento iniziava a farsi sempre più pronunciato, e a breve non sarebbe più riuscita a nasconderlo. Dare a Star la notizia la rendeva insicura. Aveva fiducia nei sentimenti del ragazzo, tuttavia ancora si chiedeva se non fosse troppo presto per un passo del genere. Non che a quel punto si potesse tornare indietro. Ed era meglio che Black Star lo sapesse da lei, piuttosto che venisse a scoprirlo da qualcun altro.
Tsubaki iniziò ad aprire le finestre sparse nell'appartamento. Fuori, il sole ancora non era sorto. Ma ben presto avrebbe salutato Death City con i suoi timidi raggi. Le giornate iniziavano a scaldarsi e ad allungarsi sempre più, ma l'aria pungente dell'inverno ancora faceva loro visita di tanto in tanto.
Lo squillo del cellulare, dimenticato sul comodino vicino al letto, risuonò rompendo il silenzio.
La corvina andò a controllare chi potesse essere a quell'ora. Star stava sicuramente ancora dormendo.
Lesse il numero sullo schermo, non riconoscendolo.
- Pronto? - chiese, accettando la chiamata.
All'altro capo, la voce di Kevin rispose frettolosamente con un saluto. - Tsubaki, sei a casa? -. La corvina capì che il ragazzo stava cercando di mantenere la calma. Ma capì anche che qualcosa lo turbava.
- Mh-mmm -. La corvina mise in viva voce ed iniziò a spogliarsi per potersi infilare in vestiti adatti ad uscire.
- So che potrà sembrarti strano e che avrai tante domande da farmi, ma fidati di me e basta. Lì non sei al sicuro. Vai da Kid, oppure da Maka. E cerca di farlo senza destare sospetti -.
- Che cosa...? - ma Kevin aveva già spento tutto. Tsubaki provò a richiamarlo, ma venne immediatamente bloccata dalla segreteria telefonica. Confusa e leggermente spaventata, la ragazza finì di allacciare gli stivali. Non comprendeva appieno le parole del ragazzo. Quello poteva anche essere uno scherzo. In ogni caso, lei doveva comunque uscire per andare a recuperare quel duo di scalmanati che erano diventati la sua nuova famiglia.








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[Lato di Soul]

Il boato fu talmente assordante da far sussultare l'albino. Il rumore talmente forte e vivido da fargli credere di trovarsi a pochi metri dall'esplosione. Perché altro non poteva essere.
In pochi secondi, i marciapiedi e le strade si riempirono di gente mormorante. Anche le finestre dei vari appartamenti si aprirono, permettendo ai residenti di scambiarsi occhiate preoccupate e confuse.

Che cosa è successo?

Sembrava un'esplosione...

Che sia saltata qualche cisterna...?

Ma non ci sono cisterne qui vicino!

Forse una demolizione...

Vedo del fumo!

Sudore freddo iniziò a imperlare la fronte dell'albino. Poteva essere una semplice coincidenza. La sua era solo paranoia. Nulla di più. Tuttavia... in quella direzione si trovava la casa di Black Star.
Visto il numero di persone che si stavano riversando nelle strade, prendere la macchina non era la migliore delle idee. Scese quindi nel parcheggio sotterraneo (dove, dopo lotte e litigate con i coinquilini, aveva conquistato un angolino per sé stesso) e si diresse verso la sua moto. Infilò il casco e partì in direzione della presunta esplosione. Prima di radunarsi tutti da Kid, doveva assolutamente assicurarsi che nessuno dei suoi amici fosse stato coinvolto.





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[Lato di Kevin]

Kevin osservò il fumo dell'esplosione alzarsi in lontananza. Non gli serviva controllare sui social le notizie, per sapere l'esatta ubicazione dell'esplosione. La bomba era stata piazzata nella palazzina dove l'amica di Maka abitava assieme a quel megalomane dai capelli azzurri.
Il ragazzo avrebbe voluto provare a contattare la bionda o qualcuno del suo gruppo. Giusto per assicurarsi stessero tutti bene. Purtroppo, non v'era più modo di farlo. Dopo aver trovato Ragnarok con Soul e aver capito di essere stato smascherato, era stato costretto a disfarsi del cellulare. Probabilmente l'organizzazione aveva tracciato e tenuto sotto controllo tutte le sue chiamate e tutti i suoi spostamenti.
Mentre l'altoparlante annunciava la partenza del treno, Kevin non potè che lasciarsi sfuggire un sorriso teso. Non si sarebbe mai aspettato di farsi beccare. Eppure... Dalle parole di Pargnarok poteva dedurre che l'organizzazione sapeva già da tempo del suo doppio gioco. O forse triplo? Il ragazzo non lo sapeva. Si era infiltrato talmente in profondità, ed aveva preteso di aiutare e sabotare entrambi i lati per talmente tanto tempo... L'unica cosa che in quel momento gli premeva era trovare Maka per poter chiarire e sistemare la faccenda. E per fare ciò doveva prima trovarla. Doveva assolutamente convincerla a collaborare. Solo in quel caso avrebbero potuto stanare la vera talpa e il capo a cui davano la caccia.
- Che casino! - imprecò tra i denti Kevin, lasciandosi andare sullo schienale del treno. Sotto di lui, le rotaie già si muovevano veloci, portandolo sempre più distante da Death City.
- Sembra proprio che qui qualcuno stia affrontando un brutto periodo - gli disse una voce, prendendo posto davanti a lui.





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[Lato di Kid]

Liz uscì dal salotto con un sorriso stanco in volto. Non appena fu certa che nessuno potesse sentirla, si lasciò sfuggire un sospiro. Lei adorava sua sorella minore, davvero; ma aver a che fare con la sua esuberanza era spossante. Soprattutto se incitata da quell'esaltato di Black Star e da quella bambina, che ogni giorno assomigliava sempre più al suo "fratellone". La maggiore delle Thompson non riusciva nemmeno ad immaginare come facesse Tsubaki a sopportarli. Quella ragazza era davvero una santa!
- Stai anche tu cercando di ricaricare le batterie? - le chiese Kid, raggiungendola barcollando. Il corvino era quello maggiormente preso di mira dagli scherzi e dalle assurde sfide dell'azzurro.
Liz rise, iniziando a prendere il necessario per preparare del the caldo. - Eh già! -.
Il giovane Death prese posto su una delle sedie, poggiando la testa sul legno della tavola. - Ho già mal di testa, e non siamo nemmeno a metà mattina - si lamentò, chiudendo gli occhi e pregando che Tsubaki giungesse presto a prendersi quegli scalmanati.
- Ti capisco. Angela e Patty vanno molto d'accordo -.
- Anche troppo - aggiunse il ragazzo, alzando gli occhi verso la fidanzata.
- Non esagerare! In fondo è un bene che Angela sia stata accettata nel gruppo così di buon grado - commentò Liz, accendendo il fuoco per far bollire l'acqua.
- Perché dici? -.
- Beh, perché non credo proprio che... -. La bionda si bloccò, rendendosi conto di aver dato voce ad un pensiero che nessuno di loro aveva mai avuto il coraggio di portar in superficie.
Kid si risistemò sulla sedia, riguadagnando compostezza. - Mifune probabilmente non tornerà, giusto? Questo è quello che volevi dire? -. Il corvino si portò la mano alla bocca con occhi preoccupati e rassegnati allo stesso tempo. Il tutore di Angela era sparito per troppo tempo. Non avrebbe mai accettato una missione che l'avrebbe tenuto lontano dalla bimba tanto a lungo. Se ancora non era tornato, né aveva fatto loro giungere notizie, la logica conclusione poteva essere solo una: doveva essergli successo qualcosa.
- Scusa, Kid. Non volevo... - iniziò a scusarsi la ragazza, conscia della pesantezza che le sue parole avevano provocato nella stanza. Il corvino, tuttavia, scosse la testa. - Purtroppo sono cose che si devono tenere in mente -.





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[Lato di Tsubaki]

La corvina trovò il cancello aperto. Varcando i confini della proprietà, si guardò attorno con attenzione. In mano stringeva ancora il cellulare, aperto sulla chat di gruppo, dove Soul aveva appena inviato un messaggio urgente. Lei, purtroppo, era stata l'unica ad averlo letto (almeno per il momento). Ma per fortuna, era anche l'unica che necessitava davvero di vederlo. Kid, Liz, Patty e Black Star già si trovavano alla villa Death; mentre Maka era sicuramente assieme a Soul.
Tsubaki premette il campanello, udendolo risuonare all'interno della dimora. Un frastuono inconfondibile le fece capire che ad accoglierla sarebbe stato Black Star.
Nell'esatto momento in cui la porta si aprì, alle sue spalle un boato assordante le fece fischiare le orecchie.

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