Maka prese la tracolla e uscì in punta di piedi dall'appartamento. Quella mattina aveva una lezione importantissima all'università: una di quelle a cui non puoi assolutamente mancare. O almeno questo era quello che aveva detto a Soul. In realtà doveva trovarsi con Kevin per preparare un esame, ma la ragazza sapeva che se l'avesse detto all'albino, lui avrebbe insistito per accompagnarla. Avrebbe passato tutto il tempo a fissare l'altro ragazzo con sguardo torvo, e l'atmosfera si sarebbe fatta talmente pesante che studiare sarebbe risultato impossibile.
Non le piaceva mentire a Soul, soprattutto ora che la situazione si stava bene o male inquadrando. Ma tra lui e Kevin era davvero una sintonia impossibile. Eppure avevano entrambi circa la stessa età, e ad entrambi piaceva molto la musica (suonavano anche strumenti simili tra loro).
Maka non riusciva proprio a capire cosa avessero quei due.
Prese l'autobus che l'avrebbe portata fin davanti alla biblioteca universitaria. Lo trovò in attesa di fronte all'entrata.
La ragazza lo salutò, sventolando una mano all'aria. Lui rispose in maniera meno plateale.
Avvicinandosi Maka non poté evitare di notare come il nuovo taglio di capelli ricordasse vagamente quello di Soul, sebbene maggiormente brizzolato. Kevin era anche tornato al suo colore naturale: il viola era scomparso completamente.
- Da sola oggi? - chiese il ragazzo con un sorriso strabiliante.
- Mi sembri un po' troppo felice della cosa - rise la bionda. Per tutta risposta, lui alzò le spalle, indicandole di entrare. Aveva già occupato un tavolo con il proprio zaino.
I due presero posto l'uno di fronte all'altra e aprirono il libro. Dovevano preparare l'esame orale di tedesco. Una lingua che, tutto sommato, entrambi conoscevano molto bene, grazie al viaggio studio di qualche anno prima. Stavolta avrebbero dovuto esercitarsi negli scambi verbali: parlare, farsi domande, spiegare un concetto.
Maka si sentiva sicura della propria padronanza linguistica, a differenza di Kevin, che ancora arrancava su alcune regole grammaticali. Per questo motivo, il ragazzo le aveva chiesto di aiutarlo. In ogni caso, ripassare in due era sicuramente meno noioso che non farlo da soli.
- Rimango dell'idea che avremmo potuto farci un giro e ripassare assieme - disse ad un certo punto Kevin, lasciandosi scivolare leggermente lungo lo schienale della sedia.
La ragazza alzò un sopracciglio, sciogliendosi e capelli raccolti in una coda di cavallo. Iniziò a pettinarseli con le dita. - Per studiare la biblioteca va più che bene - ribatté. Legò nuovamente le lunghe ciocche bionde.
Kevin le aveva proposto di uscire insieme a andare per negozi parlando esclusivamente in tedesco. Avendo però omesso di dire a Soul che si sarebbe incontrata con il ragazzo, Maka non voleva rischiare di incontrarlo. E comunque, lei preferiva di gran lunga passare il tempo in biblioteca, che non a camminare senza una meta con l'unico fine di guardare le vetrine dei negozi. Una pratica inutile e senza senso, a suo avviso.
- Ah! Stavo quasi per dimenticarmene. Mio nonno mi ha detto di salutarti - esclamò Kevin, interrompendo il silenzio che si era creato tra loro.
Al sentir nominare Louglas, Maka si rianimò immediatamente. - Come sta? Ho sentito che vuole andare in pensione -.
Il bruno annuì. - Ormai non ha più l'età per fare certe cose. Subentrerò io al suo posto - spiegò lui con orgoglio.
- Fantastico -.
A Soul questa cosa non piacerà affatto.
- Quindi lavoreremo insieme - ci tenne a precisare Kevin.
No, decisamente no. A Soul questa cosa non piacerà proprio per niente.
Maka rispose semplicemente con un sorriso, che sperò essere abbastanza convincente. Non che avesse qualche problema a collaborare con lui, anzi. Si trovava particolarmente in sintonia con il bruno, nonostante ci fossero momenti in cui lui si perdeva nei suoi pensieri. Ma Soul... Soul si era fatto particolarmente geloso e possessivo negli ultimi tempi.
Anche quel bacio di fronte all'università! La sera gliene aveva cantate di tutti i colori. Davanti a tutti si metteva a fare certe cose? Si era vergognata da morire.
L'albino l'aveva presa in giro facendole notare che ormai non era più una bambina e che certe cose erano normali. Lei non era d'accordo. Erano normali quando due persone avevano una relazione seria e inquadrata, come Tsubaki e Black Star, o Liz e Kid. Per loro due era diverso. Lei non aveva ancora deciso se Soul era quello giusto per lei. Non voleva rischiare di fare gli stessi errori di sua madre.
Soul la faceva sentire troppo instabile, come se si trovasse in bilico su un precipizio: bastava un niente per precipitare di sotto. I momenti di tranquillità e quelli di discussione esplosiva erano troppo sbilanciati: non riuscivano a stare per più di un paio di giorni senza litigare. Poi facevano pace e litigavano di nuovo. Non si parlavano per giorni, eppure continuavano a cercarti con lo sguardo. Entrambi troppo orgogliosi per ammettere di aver sbagliato, finivano troppo spesso per scontrarsi. Poi lui aveva quell'aria da "sono troppo fico" che a volte lei non riusciva proprio a sopportare.
Adesso ci si aggiungeva la gelosia. Sembrava quasi volesse urlare al mondo "lei è mia, quindi vedete di starle alla larga". Ogni tanto le saliva la voglia di mollargli un bel Maka-chop e rimetterlo al suo posto. Ma stava diventando sempre più difficile. Si sentiva troppo debole e vulnerabile di fronte a quegli occhi color cremisi che le stavano incollati addosso. Le facevano tremare l'anima. Un po' come la sensazione che stava provando in quel momento.
- Ehilà! -.
Maka chiuse gli occhi, sorridendo per il nervoso. Come caspita era possibile?
- Soul - rispose freddo Kevin, guardando oltre la figura della ragazza.
- Kevin. Vedo che hai tolto gli occhiali -. L'albino rimase in piedi dietro la bionda. Lei poteva chiaramente avvertire il calore del suo corpo trasmettermi al suo per la vicinanza.
- Sono passato alle lenti a contatto - spiegò il bruno. - Che ci fai qui? -.
- Sono venuto a prendere Maka -.
A questo punto la bionda non poté che rispondere. - Stiamo studiando, Soul -. Nemmeno lei avrebbe saputo dire se fosse più una spiegazione o una scusa per avergli omesso di dire che avrebbe incontrato Kevin.
- Credo che tempo per studiare ne abbiate avuto, o no? Sei mica partita da casa un paio d'ore fa? -.
Maka si morse il labbro inferiore. Era stata attenta a non svegliarlo, ma a quanto pareva lui l'aveva comunque sentita uscire.
- Non abbiamo ancora finito - si intromise Kevin.
- Io credo di sì, invece -. Prese la tracolla della ragazza, vi mise dentro il libro e si diresse con il tutto all'uscita della biblioteca. Con la bocca a formare una 'O' di stupore, Maka lo osservò allontanarsi con tutte le sue cose.
- Ma che... stronzo! - imprecò tra se. - Scusa, Kevin, devo andare. Ci sentiamo per telefono - e corse dietro all'albino. Lo raggiunse al semaforo pedonale fermo sul rosso.
Gli diede un colpo alla nuca, riprendendosi con forza la tracolla. - Ma ti sembra il modo di comportarti? - lo rimproverò.
- Potevi dirmelo che dovevi trovarti con quel damerino, invece di mentirmi - la accusò lui, iniziando ad attraversare la strada.
- Scusa, mi dispiace. Ma se te l'avessi detto ti saresti arrabbiato comunque -.
- E vorrei ben dire! - scattò lui.
- Scusa?! -. Maka non riusciva proprio a comprendere quella specie di competizione maschile che si era instaurata tra i due ragazzi. Razionalmente era qualcosa di illogico e, diciamoci la verità, fastidioso.
- Il modo in cui ti guarda è parecchio irritante - spiegò Soul ancor più irritato.
- Il modo in cui mi guarda? Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo? -.
L'albino si fermò, prendendo un profondo respiro e coprendosi gli occhi con una mano per calmarsi. In fondo lo sapeva che Maka era ottusa per quanto riguardava i sentimenti e le emozioni.
- Sei una stupida, Maka - gli uscì troppo naturale, e alla ragazza fece salire il sangue al cervello. Aprì la bocca per rispondergli a tono, ma venne colta di sorpresa dal viso dell'albino che annullò le distanze tra di loro.
- Tu sei mia - le sussurrò, prima di darle un bacio.
Le guance della ragazza avvamparono.
- E nessuno può toccare ciò che è mio - concluse quando si staccò.
- Io... io non sono di tua proprietà - protestò lei poco convinta, distogliendo lo sguardo e coprendosi il viso con un braccio.
Soul ghignò, scompigliandole i capelli.
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Madness
FanfictionLezioni all'università, un lavoro da cantante e un secondo lavoro da detective privata. Il tutto adornato da un particolare gruppo di amici e dai "normali" problemi di cuore di qualsiasi ragazza. Chi riuscirebbe a gestire tutto senza scoppiare? Lei...