13. Un bagno e un bacio a tradimento

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- Eccoli di nuovo. Sfondano la superficie dell'acqua con quell'enorme specie di gabbia e iniziano a muoversi come forsennati. Non ho ancora capito se vogliono attirare l'attenzione oppure no. Devono essere degli animali davvero stupidi. Quando ti avvicini, iniziano a fare luce, come per urlare "Sono qui! Sono qui!". Ma sono dentro quella specie di gabbia e non riesco nemmeno a dargli un assaggino. Troppa fatica cercare di rompere tutto e poi... -.
- Maka -.
La bionda si sollevò dalla paratia della barca, tenendo i capelli dietro le orecchie. - Cosa c'è Soul? -.
- Non dirmi che stavi facendo ciò che penso - continuò il ragazzo, imbarazzato. Aveva osservato la ragazza per una decina di minuti. Fissava l'acqua e le persone che si immergevano a turno, parlottando tra sé e sé. Perfino Black Star aveva iniziato a preoccuparsi.
- Non so. Non posso mica sapere cosa stavi pensando - rispose lei scrollando le spalle. Era il turno del loro amico. Kid aveva impiegato il triplo del tempo per infilarsi la tuta, dal momento che i segni decorativi e il boccaglio creavano un'insopportabile disarmonia tra il lato destro e il lato sinistro del suo corpo. Solamente la mediazione dell'azzurro era riuscita a sbloccare quella situazione.
- Guarda, è il turno di Kid - fece notare Maka, invitando Soul ad avvicinarsi. I due guardarono la gabbia scendere lentamente fino a scomparire alla loro vista.
- Eccola che torna. Un altro bocconcino in scatola. Non sembrano proprio intenzionati a farsi mangiare, eppure continuano a scendere e a fare segnali con quell'affare luminoso - iniziò a borbottare la bionda, seguendo annoiata i lenti movimenti di un giovane squalo.
- Stai davvero facendo la telecronaca di quello che sta succedendo? - chiese l'albino, scuotendo la testa.
- No. Sto solo cercando di immaginare cosa potrebbero pensare gli squali - disse Maka con naturalezza, come se non ci trovasse nulla di strano.
- Non credi sia un po' strano? -. Soul pensò a cosa avrebbero potuto pensare le altre persone sulla barca. Il tutto era davvero poco fico.
- Sinceramente non che mi importi granché -.
Gli squali si erano radunati attorno alla gabbia. Dalla loro postazione, i due riuscivano a vedere chiaramente le pinne più vicine alla superficie.
- Ora ce ne sono cinque - contò Maka. Andavano aumentando.
- Nulla di cui preoccuparsi - la rassicurò Soul, circondandole le spalle con un braccio. - Ormai mancate solo tu e Black Star -.
- La vogliamo smettere di flirtare in pubblico? - si lamentò il suddetto azzurro, avvicinandosi ai suoi due amici. Si era tolto la maglia, rimanendo a petto nudo. Maka notò delle gocce di sudore imperlargli la fronte. Avere a che fare con Kid doveva aver richiesto molto sforzo.
La ragazza scostò il braccio di Soul e si allontanò sbuffando.
- Invidioso che io posso, mentre tu no? - lo prese in giro Soul, poggiandosi di schiena alla balaustra. L'amico gli diede un leggero pugno sulla spalla.
- Chissà cosa sta facendo Tsubaki... Si sarebbe divertita di più in compagnia del grandioso me stesso -.
L'albino ridacchiò, sporgendosi con la testa all'indietro per sentire meglio la brezza marina.
- Avete sistemato le cose? - continuò Black Star, guardando Maka, immobile a fissare il mare dalla parte opposta della nave. Si trovava nel punto più lontano dalla gabbia, dove vedere gli squali era praticamente impossibile.
- In che senso? -. Soul si raddrizzò, fissando l'amico. Black Star sospirò, scuotendo la testa rassegnato.
- Parlo della vostra relazione -.
- Penso di sì -.
- In che senso "penso"? -. L'azzurro aveva promesso a Tsubaki di parlare con Soul durante quella vacanza. La fidanzata gli aveva rivelato che Maka era un tipo ostinato quando si trattava di faccende di cuore. Lui avrebbe piuttosto detto che era stupida. Nonostante il suo rapporto con Soul fosse anche abbastanza intimo, lei voleva sentirsi dire che stavano insieme. Insomma, era il classico tipo che finché non c'era una dichiarazione ufficiale, non credeva nemmeno ai fatti.
- Beh, lo sai - rispose evasivamente l'albino.
- Gliene hai parlato? - insistette Black Star.
- Non credo ce ne sia bisogna, cioè... è più che palese, no? -.
L'azzurro fissò l'amico. Sul suo viso si potevano leggere chiaramente i suoi pensieri: ma se scemo, o cosa?
- Senti, comprendo che sia difficile raggiungere livelli paragonabili anche solo ai miei, ma sei comunque un essere intelligente, adulto e vaccinato -.
- Mi sta salendo un'improvvisa voglia di prenderti a pugni - lo interruppe Soul. Ignorandolo, Black Star continuò. - Non hai ancora capito che alle donne non bastano i fatti? -.
- Ha parlato quello che di donne ne capisce - commentò l'albino.
- Non pensavo mica di dover fare anche la parte di Cupido - sospirò Star, con un ghigno sul volto.
- Allora perché non ti metti in pannolino per entrare meglio nella parte? -.
- Maka ha bisogno che tu glielo dica - proseguì lui, sempre facendo finta che l'amico non avesse parlato.
- Dirle cosa? - chiese confuso Soul. Alzando le mani e muovendo la testa da una parte all'altra, Black Star gli disse solamente che più di così non lo avrebbe aiutato.
Ad intromettersi nella loro conversazione fu una ragazza con un paio di grandi occhiali da sole e un altrettanto enorme cappello a tesa larga. - Ciao Soul -.

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