38. Villa Eibon: secondo piano sotterraneo

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Maka si guardò attorno attonita. Non riusciva proprio a capacitarsi di trovarsi nello stesso edificio di qualche minuto prima. L'atmosfera era completamente diversa. Luci accecanti e dai colori caldi illuminavano un ambiente che ricordava molto i capannoni in cui si allestivano le fiere. Rumore di carne sfrigolante e acciaio andava ad unirsi al vociare caratteristico di una cucina. La depressione e il magone, causati dal primo piano di quella "collezione", vennero spazzati via dal dolce profumo di mele candite e cibo appena cotto. 

- Che...? - perfino Black Star era rimasto senza parole. 

- Questa... questa è una  mega festa! - trillò Patty, saltellando da uno stand all'altro, con l'acquolina in bocca. L'azzurro la seguì immediatamente.

- Aspettate un secondo... - tentò di fermarli Tsubaki. I due stavano valutando l'ipotesi di prendere degli spiedini di carne disposti su un griglia ancora bollente. 

- Tutto questo ha dell'assurdo -. Kevin scosse la testa, dando ragione al commento appena pronunciato da Soul. 

- Avevo capito che quel Noah era un tipo... particolare - continuò l'albino. 

- Ma non avresti mai pensato fino a questo punto? - concluse per lui il bruno. 

Maka non riuscì a trattenere una risata al vedere come i due ragazzi stessero improvvisamente conversando in modo civile. Ci voleva una situazione del genere per far loro metter da parte la rivalità. 

- Cos'hai da ridere? - chiede irritato Soul, tirando una guancia della bionda. 

- Piuttosto, vediamo di trovare in fretta quel maledetto ascensore. Questo posto mette ancor più i brividi di quello di prima - si intromise Kevin, deviando la conversazione. 

La ragazza annuì, avviandosi dietro al resto del gruppo. Come nel piano precedente, anche lì si potevano ammirare varie teche. I vetri perfettamente puliti proteggevano documenti e scritti incentrati sulla cucina di tutto il mondo e delle varie civiltà conosciute. Tuttavia, le persone presenti erano molte meno rispetto a prima. I pochi cuochi, che Maka riuscì ad intravedere, erano tutti intenti a cucinare con grossi e finti sorrisi. Le diedero come l'impressione di aver totalmente perduto la loro passione per quell'arte che era la cucina. Nessuno di loro era imprigionato all'interno di stanze di vetro. Il rumore causato dal loro operato nascondeva il debole tintinnio del metallo, provocato dalle catene che avevano legate alle caviglie. 

Nemmeno uno aveva anche solo provato a rivolger loro la parola. Non avevano nemmeno protestato, quando Black Star e Patty avevano fatto man bassa delle leccornie esposte. Le uniche a lamentarsi per il loro comportamento erano state Liz e Tsubaki. 

- Quei due sono proprio incorreggibili - si lasciò scappare Kevin, portandosi le mani dietro la testa. 

- Hai ragione. Ma non mi dispiace la loro capacità di alleggerire la situazione - concordò Soul.

- Basta non si caccino nei guai - sospirò Maka, poco prima di udire un urlo. I tre ragazzi videro i loro compagni avvicinarsi correndo, con espressioni contrastanti in volto. Liz e Tsubaki erano chiaramente spaventate, mentre Patty e Brack Star stavano ridendo come matti. Dietro di loro un omone alto almeno due metri li stava inseguendo. Brandiva un coltellaccio con aria minacciosa, mentre urlava contro quei disgraziati che si erano permessi di mangiare il cibo destinato a Villa Eibon. 

- Maka, ti reputo personalmente responsabile per questo - scattò Soul, afferrandola per una mano e trascinandosela dietro, cercando di mettere più metri di distanza possibili tra loro e quell'uomo. 

- Perché, scusa?! - protestò lei, prendendo d'istinto il braccio di Kevin e costringendolo a sbloccarsi dallo stato di ibernazione in cui era entrato a quella vista. 

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