35. Carnival of Venice: dentro quello sgabuzzino

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Nero. 

Sospiri.

Ombre sfuggenti.

Rumore di tessuto.

Scintillanti gocce di sudore sulla pelle nuda.

Nomi sussurrati. 

Respiri rochi. 

- Maka... -. 

Soul mordicchiò il lobo dell'orecchio della ragazza, pronunciando il suo nome lentamente. Lei rabbrividì, avvertendo la pelle d'oca farle rizzare tutti i peli del corpo. Si coprì il viso con un braccio, per impedire alla propria voce di essere udita all'esterno. 

Si erano chiusi nel primo stanzino che avevano trovato, senza nemmeno preoccuparsi di controllare se qualcuno li avesse visti o meno. 

- Soul, Soul - protestò la bionda, cercando di allontanarlo dal suo corpo, ma lui continuò a lasciarle umidi baci sul collo e sulla linea della mandibola. Gli aveva già abbassato la cerniera sulla schiena e fatto scivolare il vestito fin sotto le clavicole. 

- Soul, aspetta -. Questa volta Maka lo respinse con un po' più di forza. L'albino si fermò, alzando il viso fino ad incontrare il verde slavato della ragazza. I suoi occhi erano lucidi e carichi di desiderio, almeno quanto dovevano esserlo quelli rossi di lui. 

Un ghigno provocante gli si dipinse in volto. - Cosa c'è? - chiese con un sussurro, avvicinandosi fino a sfiorare la punta del naso della ragazza. Il respiro di lei era pesante e tremante.

- Qualcuno potrebbe entrare - disse lei, non ricordando di aver visto l'albino girare la chiave nella toppa. 

Dall'esterno proveniva il rumore della festa. La musica era talmente assordante che avrebbe coperto qualunque rumore, tuttavia era pur sempre possibile che qualcuno li udisse. O che un'altra coppia avesse la loro stessa idea. 

- Non ti preoccupare - rispose lui, tornando a concentrarsi sulla pelle marmorea della bionda. 

- Dico sul serio, Soul -. 

L'albino la ignorò, continuando a stimolarla in quelli che sapeva essere i suoi punti deboli. Con lei era sempre così: non cedeva facilmente e ogni volta per lui era una sfida riuscire a scioglierla. Ma le espressioni, i gemiti e i sospiri, che poi le gli donava, lo ricompensavano di tutto. 

- Al massimo richiuderanno la porta e se ne andranno -. 

- Stupido! - scattò lei, alzando la voce. Soul la zittì immediatamente, unendo le loro labbra. Con la mente leggera e il corpo improvvisamente incapace di sorreggere il proprio peso, Maka si aggrappò all'albino. 

Ricambiò il bacio, fermandosi solamente quando percepì delle voci provenire dall'altra parte della porta. Soul continuò ad esplorare l'interno della bocca di lei. Incapace di opporsi, la ragazza si sentì trasportare dalla passione dell'albino. Quel misto di eccitazione e paura dava vita ad una sensazione che la affascinava. 

La maniglia della porta si abbassò e uno spiraglio di luce iniziò a penetrare nel buio dello sgabuzzino. Con le palpebre chiuse e il cuore a mille, Maka già si aspettava li scoprissero, quando ripiombò l'oscurità. 

All'esterno, la coppia che aveva tentato di penetrare nello stanzino iniziò a scusarsi imbarazzata. - Ci dispiace. Volevamo solo... -. 

Noah li interruppe, mettendosi un dito di fronte all bocca come per chiedere loro di fare silenzio. - Nessun problema. Solo che questa "stanza" è già occupata - spiegò loro con un sorriso. I due non compresero, e decisero di andare a cercare un altro posto dove potersi appartare. 

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