Sono seduta sulla spiaggia di fronte a casa mia, ormai è passato qualche giorno da quando mi sono ritrovata in quell'ascensore con tutti quei ragazzi, e nel vedere scritto su quel bigliettino il numero di telefono di Jesús sono rimasta senza parole. Ho pensato per giorni a quello che ci avrei dovuto fare, e ora che sono qui, da sola, davanti all'oceano, mi chiedo ancora che cosa fare. È inutile pensarci troppo, per cui prendo il mio telefono e quel bigliettino, digito il numero e lo chiamo.
Magari non avrei dovuto chiamarlo e avrei dovuto solo mandargli un sms?
Devo attaccare, ho sbagliato, tanto non scoprirà mai che l'ho chiamato io, se richiamasse potrei dire di aver sbagliato numero.
«¿Listo?» ha risposto, cavolo, ha risposto.
Mi schiarisco la voce, non so se dovrei parlargli anche io in spagnolo, oppure... oddio, ma che cavolo di problemi mi faccio?
Sentire la sua voce dire semplicemente "pronto?" mi ha già fatta impazzire, non posso credere che sto davvero telefonando ad un ragazzo dal quale dovrei solo stare lontana, e quello che è successo in ascensore ne è la prova.
«Hola... soy Olivia.» sussurro, strozzandomi quasi con la mia stessa saliva.
«Olivia... mh... quale Olivia?» mi chiede lasciandomi di stucco.
"Quale Olivia"?
Chissà a quante ragazze ha lasciato il suo numero, magari tante di queste si chiamano esattamente come me, per questo sta chiedendo quale sia io. Mi sta facendo venire voglia di attaccare, sono sincera.
«Oh... la princesa!» esclama divertito.
«Per te Olivia.» ride, scuoto la testa e arrivo subito al dunque: «Che cosa vuoi?»
«Sbaglio o mi hai chiamato tu?» beh, ha ragione.
«Sì, giusto... infatti ho sbagliato, quindi... ciao.» attacco subito, chiudendo gli occhi e buttandomi all'indietro sulla sabbia.
Già mi avrà preso per una sfigata visto che sono sempre al dipartimento da sola a fare i compiti, e l'unica volta che mi ha vista sola è stato quando sono uscita di nascosto, ora mi crederà una sfigata a tutti gli effetti.
Il mio cellulare inizia a squillare di nuovo, sullo schermo c'è il numero che pochi minuti fa ho composto, ancora non l'ho salvato e non sono sicura che lo farò. Rispondo, anche se non sono convinta che farlo sia la scelta giusta, e guardo le stelle nel cielo blu, mentre aspetto che qualcuno dica qualcosa.
«Perché hai attaccato?» mi chiede subito.
«Che cosa vuoi da me, Jesús?» gli chiedo invece io, non rispondendo alla sua domanda.
«Niente, assolutamente niente.» mi risponde subito.
Ogni volta che vedo un aereo in cielo, mi chiedo sempre dove siano dirette le persone all'interno. Mi chiedo, poi, se sarò mai libera come lo sono loro, con un padre iperprotettivo come il mio e il resto della famiglia che fa parte di una gang del cavolo. Tutti loro non mi permetteranno mai di vivere la mia vita come voglio io e, soprattutto, con chi voglio io. Saranno sempre pronti a mettersi in mezzo, a prendere le decisioni più importanti al posto mio... io non sarò mai libera. Forse è questo che mi spinge a cercare questo ragazzo dal quale dovrei stare lontana: il volermi ribellarmi.
«Allora perché mi hai lasciato il tuo numero?» gli chiedo.
«E tu perché l'hai usato?» mi chiede invece lui, facendomi sbuffare.
«Ho sbagliato. Adesso attacco, tu non richiamarmi più e cancella il mio numero.» gli dico, ma prima di farlo aspetto la sua risposta.
«Ti va di vederci?» resto in silenzio, convinta di aver sentito male.
Cosa?
Il mio cuore fa una capriola, non mi aspettavo per niente una proposta del genere, non stasera, almeno. Papà è già a letto, sa che a volte vengo qui per stare da sola, ma se scappassi e mi scoprisse, per me sarebbe la fine.
Mi alzo a sedere e mi ripeto di rispondergli qualcosa, di non stare tutto questo tempo in silenzio, altrimenti penserebbe che io ci stia davvero pensando...
«Ti ho detto di cancellare questo numero, quindi adesso attacco...»
Ho sbagliato a chiamarlo, avrei dovuto rifletterci di più e, alla fine, rendermi conto che non ne vale proprio la pena.
Mia madre amava Álvaro, Miguel ed Enrique, è chiaro, eppure ha scelto di lasciarli e di lasciare la loro casa, la loro vita, per avere un futuro migliore. Era stanca di dover badare ai suoi figli da sola mentre suo marito entrava e usciva di galera, e dopo tutto quello che ha passato con Álvaro, immagino quanto sia stata dura per lei vedere che anche i suoi figli avevano scelto di fare la stessa vita del padre. Loro hanno voltato le spalle alla loro stessa madre, perché non dovrebbero farlo con me, quando scopriranno che, a loro insaputa, ho visto e sentito Jesús?
Quella sera non avrei dovuto raggiungerlo al molo, l'altra sera non avrei dovuto allontanarmi dalla mia famiglia e non sarei dovuta andare dietro al chiosco con lui, soprattutto non avrei dovuto farlo avvicinare in quel modo a me, e in quell'ascensore non avrei dovuto prendere il suo biglietto. Anzi, ho fatto bene a prenderlo, ma avrei dovuto buttarlo via subito. E, soprattutto, non avrei dovuto chiamarlo stasera.
«Va bene, stasera non vuoi uscire... domani hai da fare?» mi chiede.
«Perché insisti? Lasciami in pace!» esclamo, esausta di questa chiamata.
«Chi mi ha raggiunto al molo di sua spontanea volontà? Chi mi ha chiamato poco fa? Se vuoi mentire a quegli stronzi fai pure, ma almeno non mentire a te stessa.» dice, anche lui esausto di questa storia.
Ho diciassette anni, ma prima di incontrare lui non mi ero mai chiesto prima se mi sarebbe mai potuto interessare, in qualunque senso, un ragazzo che ai membri della mia famiglia non piacerebbe per niente. Sì, questo Jesús è carino, gentile e simpatico, non sembra uno che si arrende facilmente, ma qualunque cosa possa nascere, una semplice conoscenza, un'amicizia o una storia, non sarà con lui.
«Addio, Jesús.» sussurro, prima di prendere coraggio e attaccare la chiamata.
Spengo il cellulare, così che, se provasse a richiamarmi, non risponderei come ho fatto prima, sospiro e guardo il cielo stellato...

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Princesa
RomansaOlivia è una ragazza di diciassette anni senza amici con una famiglia formata solo da maschi. Nel momento in cui incontra Jesús, si rende conto che dovrebbe stargli lontana, ma più tempo passano insieme, e più capisce che ha bisogno di lui. Sarà il...