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«Ti devi svegliare, mija, subito! Io e te un giorno staremo di nuovo insieme, ma ora devi svegliarti!» mi dice la mamma.

«No, mamá, non voglio lasciarti.» le dico.

«Salutami tutti e resta al fianco di Jesús, con lui sei al sicuro. Un giorno ci rivedremo princesa.» sparisce senza che io possa fare niente.

Urlo il suo nome, piango, mi dispero, ma ormai lei se n'è andata e non c'è niente che io possa fare, anzi, una cosa c'è: fare ciò che mi ha detto.

Apro a fatica gli occhi, la luce è molto forte, ma mi rendo conto subito di essere in una stanza d'ospedale, e con me ci sono mio padre, mio zio e i miei due fratelli.

Dov'è Jesús?

Ricordo tutto alla perfezione di quella sera, non so quanto tempo sia passato, forse un giorno o due, ma spero con tutto il cuore di non aver dato inizio ad una guerra tra bande... non voglio che si uccidano tra di loro.

«Ei.» sussurro per farmi notare, tutti loro si voltano a guardarmi e si affrettano a raggiungere il letto su cui sono sdraiata.

«Tesoro, come stai?» mi chiede papà.

«Dov'è Jesús?» chiedo invece io.

Dovevo immaginarlo che non l'avrebbero fatto stare con me, non penso minimamente che sia andato via perché non mi avrebbe mai lasciata qui senza sapere come stavo, quindi sono sicura che si trova nell'ospedale e che loro non l'hanno fatto stare qui, pur sapendo che sarebbe stata la prima persona che avrei voluto vedere.

Si guardano tra di loro, non avrei mai pensato che si sarebbero trovati tutti dalla stessa parte, eppure sta succedendo.

«Dicci come ti senti.» mi dice Enrique.

«Io voglio vederlo, se non lo volete qui allora andatevene.» dico con gli occhi lucidi.

Dovrei essere più gentile visto che scommetto che erano spaventati all'idea che avrei potuto non risvegliarmi più, ma con loro sono sempre stata gentile anche quando non se lo meritavano, e per una volta che faccio di testa mia non possono scegliere con chi posso o non posso stare.

«Adesso non iniziare con i ricatti. Hai idea di quanta paura abbiamo avuto? Ci pensi a noi o no?» sbotta Miguel.

«E voi ci pensate a me?» chiedo.

«Va bene... vado a chiamarlo.» dice papà venendo guardato male da tutti loro.

«Tu hai qualcosa che non va, lasciatelo dire.» mi dice Miguel.

«Magari la prima cosa che non va è la mia famiglia.» sussurro.

Mi guardano tutti e tre sorpresi da quello che ho appena detto, loro mi conoscono e sanno che non direi mai queste cose, ma dopo ciò che è successo, e non parlo soltanto dello sparo, mi sono stancata di nascondermi e di aver paura di loro, è ora che io possa vivere la mia vita senza timore che qualcuno possa rovinarmela.

Jesús entra nella stanza e viene dritto verso di me, senza guardare minimamente i membri della mia famiglia. Gli sorrido, felice di vederlo, lui sembra sollevato, mi sorride e si abbassa a darmi un bacio sulla fronte.

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