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Dopo essere tornati in stanza sono arrivati anche Enrique e i loro amici. Carmen mi ha chiamata dicendomi che è dovuta per forza tornare al lavoro ma che verrà a trovarmi non appena avrà finito, Melanie è dovuta tornare a scuola ma mi ha scritto che verrà qui non appena uscirà, Angelica verrà anche lei più tardi, mio padre è voluto tornare al lavoro, cosa che comunque non mi sorprende, mentre Jesús verrà penso tra poco.

Davanti a me ho il vassoio con dentro del cibo, ma non sembra per nulla invitante e, nonostante abbia fame, non sono sicura di voler mangiare questa roba.

«Mangia... credo che non ti manderanno a casa fino a quando non mangerai qualcosa.» mi dice Enrique, seduto sulla sedia accanto a me.

«Voi lo mangereste?» chiedo loro, che guardano il vassoio con una faccia strana.

Parlare con Miguel mi ha fatto bene, ne avevamo bisogno entrambi, e ora che so la verità non vorrei rovinare tutto andandomene via con Jesús, ma non voglio nemmeno rovinare ciò che c'è con Jesús, spero di riuscire ad andare d'accordo con tutti senza problemi.

Cesar viene a sedersi accanto a me sul letto, non mi dà fastidio, non mi ha mai dato fastidio, per cui mi faccio più in là per fargli spazio e mi taglia la carne, visto che io, per il momento, non posso usufruire del braccio sinistro.

«Facciamo così... se mangi stasera ti faccio portare da Álvaro una fetta della tua torta preferita.» mi dice Hector.

«Quale torta?» gli chiedo curiosa, giusto per essere sicura che lo sappia.

«Cioccolato.» mi risponde facendomi illuminare gli occhi.

«Dovevi dirmelo subito.» mi fa un occhiolino e prendo la forchetta, mandando giù il primo boccone di pasta.

«In fondo... non è così male.» sussurro, facendo scoppiare a ridere tutti loro.

«Si vede dalla tua faccia!» esclama Santos tra le risate.

Già, beh, lo sanno tutti che il cibo degli ospedali non è il migliore, ma apprezzo comunque.

Continuo a mangiare anche quando entra Jesús in stanza con suo fratello e i loro amici. Credo che non lo lascino venire da sola per non lasciare che si ritrovi uno contro i miei fratelli e i loro amici, e comunque a me non danno fastidio. Jesús guarda male Cesar, seduto ancora accanto a me, che non sembra avere intenzione di alzarsi, e sorrido sia a lui che ai suoi amici.

È impossibile sapere se tra me e Jesús funzionerà, ma se così fosse tutte queste persone e anche tutte quelle là fuori che ci conoscono dovranno abituarsi all'idea di vederci insieme.

«Senti, ti volevamo chiedere... tu hai visto chi potrebbe averti sparato?» mi chiede Enrique, era strano che non me l'avessero ancora chiesto.

«Anche se lo sapessi non lo direi a voi.» gli rispondo.

«Ma lo sai o no?» mi chiede Santos.

«Non ho mai provato a pensarci, ma perché vi preoccupate tanto? Miguel mi insegnerà a sparare, quindi io...»

«Miguel cosa fa?» chiedono tutti all'unisono.

«Miguel è il maggiore, Miguel fa quel cazzo che gli pare, Miguel non deve nessuna cazzo di spiegazione a voi.» sbotta lui.

«Quello che ha detto lui!» esclamo, prendendo l'ultimo boccone di cibo: «Hector, guarda qui!»

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