Ringrazio l'Uber e chiudo lo sportello, sistemandomi la felpa e facendomi coraggio prima di iniziare ad incamminarmi verso l'auto di Jesús. Salgo al posto del passeggero e lo guardo, lui mi sorride.
Gli ho scritto un sms, ieri sera, nel quale gli chiedevo dove sarebbe voluto andare, mi ha chiesto se mi andava bene incontrarci qui, quindi eccoci.
«Pensavo non saresti più venuta.» mi dice, così mi volto a guardarlo.
«Lascia perdere. I miei pensano che sto con Jason e mi hanno fatto tutte le raccomandazioni possibili.» sussurro, esausta.
All'inizio non ho detto loro che uscivo con lui, cioè... con Jason, quel famoso ragazzo con cui dovrei consultare alcuni college, ma quando hanno insistito per accompagnarmi, ho dovuto dire loro che uscivo con lui. Se non lo avessi fatto avrebbero avuto dei dubbi, e se mi avessero accompagnato sono sicura che avrebbero voluto aspettarlo insieme a me, e sarebbe successo un casino. Così gliel'ho detto, hanno iniziato a prendermi un po' in giro, perché, d'altronde, è il primo ragazzo con il quale esco, e poi hanno iniziato con le raccomandazioni. Ho fatto tardi per questo.
Siamo vicino alla scritta di Hollywood, più o meno, da qui c'è un bel panorama della città. Comunque non ho capito perché ha voluto che ci vedessimo qui.
«Olivia, usa le protezioni con Jason perché sei troppo giovane per avere un bambino.» fa una voce strana, come per imitare i membri della mia famiglia, facendomi diventare tutta rossa: «Aspetta, sei seria? Ma tu non stai con uno di quegli scemi?»
Cavolo, è vero... da quello che sa lui, io sono fidanzata con Cesar, o comunque con uno di loro. Questa era la scusa giusta per, dopo stasera, far sì che mi lasciasse in pace. Avrei dovuto pensarci prima, cavolo. Ormai è inutile mentire, visto che mi ha scoperta...
«Ma tu non hai altre ragazze con cui uscire?» è meglio cambiare discorso.
«Le avrei, ma sono tutte uguali. Mi rompo dopo un po'...» sussurra, sporgendosi per prendere qualcosa dai sedili dietro.
Mi giro a guardarlo, ha un sacchetto di un fast food contenente del cibo. Lo guardo con gli occhi a cuoricino mentre tira fuori un cheeseburger e me lo porge.
Okay, dopo questo potrei seriamente mettermi con lui. Scherzo.
Anche lui prende un panino e lo scarta, ma ancora non ho capito... potevamo andare da qualsiasi parte, sederci ad un tavolo e parlare, magari passeggiare... quindi perché siamo qui, a mangiare nella sua macchina?
«Che c'è? Non ti piace?» mi chiede, intendendo il panino.
«Sì, certo che mi piace... ma perché siamo qui? Perché non siamo a mangiare da qualche altra parte, invece che nella tua auto?» gli chiedo, sperando che non ci rimanga male.
Magari lui è così che si comporta con le ragazze... le porta in posti appartati, dove non c'è nessun altro, e ci prova con loro. Con me deve sapere che non ci riuscirà. Nonostante tutte le raccomandazioni di mio padre, di mio zio e dei miei fratelli, non sprecherò la mia prima volta con lui.
«Entrambi conosciamo delle persone, persone che è meglio che non ci vedano insieme. E poi... non lo so, voi ragazze amate i tramonti e cazzate varie, quindi ti ho portata qui a vedere il tramonto.» lo guardo sorpresa.
Ma... ma... scherza?
Da uno come lui mi sarei aspettata al massimo che mi offrisse una cena e finita lì, invece ha pensato che qualcuno avrebbe potuto vederci, quindi non sapendo dove sarebbe stato sicuro uscire, ha pensato di portarmi a vedere il tramonto e... non me l'aspettavo.
Gli sorrido sinceramente, lui è diverso dai membri delle gang che conosco io.
Scarto il panino e ne stacco un morso, una parte di me è felice di essere qui, perché pensavo che fosse stato brutto, che mi sarei annoiata perché in comune con questo ragazzo non ho assolutamente niente, invece quest'uscita potrebbe prendere una piega diversa.
«Vuoi scendere?» mi chiede, annuisco e scendo dalla macchina, non ci penso proprio di abbandonare il mio amato cheeseburger.
Lui si appoggia alla sua auto, al cofano, quindi anche io mi appoggio di fianco a lui. Capisco che siamo entrambi un po' in imbarazzo, è normale, abbiamo già avuto una prima uscita ma dell'altro sapevamo soltanto il nome, non che adesso sappiamo di più, ma direi che come uscita non mi aspettavo qualcosa di più.
«Mancano pochi minuti.» mi avverte, annuisco continuando a mangiare il mio panino.
Anche se sono pochi, i minuti sembrano non passare più, quindi mi volto a guardare lui, che ha già finito il suo hamburger.
«Perché non prendi la patente? Devi sempre prendere i mezzi pubblici, i taxi o Uber... hai paura?» mi chiede, credo per fare passare il tempo, si gira a guardarmi e sorride nel vedere che avevo già lo sguardo su di lui.
«Mio padre non vuole... mia madre è morta in un incidente d'auto, ha paura che mi succeda qualcosa.» gli confesso, rendendomi conto che è la prima volta che parlo di mamma con qualcuno che non conosco.
«Mi dispiace.» sussurra lui, schiarendosi poi la voce: «Anche mia madre è morta quando ero piccolo. Mio padre e mio fratello sono in prigione, e io sono stato cresciuto da mia zia.» mi confessa invece lui.
Lo guardo sorpresa... mi dispiace per sua mamma, mi dispiace anche per suo padre e per suo fratello, ma ora so che abbiamo qualcosa in comune: entrambi abbiamo perso nostra madre quando eravamo piccoli, suo fratello è in prigione come lo sono stati i miei per un po'...
«Guarda.» dice prima che io possa dirgli qualcosa.
Mi volto: un bellissimo tramonto è davanti ai nostri occhi, verso l'orizzonte. Da qui è ancora più bello rispetto ai tramonti che ho visto fino ad oggi. Che meraviglia. Guardo lui sorridente, che però stava guardando me.
«Che c'è?» gli chiedo leggermente imbarazzata.
«Niente... dammi il tuo telefono, che ti faccio una foto.» glielo passo e guardo verso di lui, dopo averla scattata torno da lui e prendo di nuovo il mio cellulare.
«Vieni, facciamoci una foto insieme.» gli dico.
Si alza sorpreso dalla mia proposta e mi viene accanto. Mi avvicino di più a lui, che appoggia una mano sul mio fianco e la testa alla mia, sorrido verso il telefono, mentre lui rimane serio... scatto, mi giro a guardarlo vedendo che siamo troppo vicini.
«Eddai, sorridi un po'.» lo rimprovero, mettendomi di nuovo accanto a lui.
Sorride, finalmente, e così scatto la foto.
Anche se non abbiamo fatto niente di che, mi è piaciuto uscire con lui.

STAI LEGGENDO
Princesa
Roman d'amourOlivia è una ragazza di diciassette anni senza amici con una famiglia formata solo da maschi. Nel momento in cui incontra Jesús, si rende conto che dovrebbe stargli lontana, ma più tempo passano insieme, e più capisce che ha bisogno di lui. Sarà il...