Sono seduta sugli scalini davanti casa a leggere un libro, i ragazzi sono qui in giro, credo stiano iniziando a "convivere" come un unico gruppo, invece che come due bande di strada che fino a poco tempo fa erano nemici e ora invece sono alleati. La trovo una cosa bella, sono felice che, almeno da questo lato, le cose stiano andando così bene... perché con quello che mi è successo, almeno questa è una cosa bellissima che non credevo sarebbero mai potuta succedere. Vedere la mia famiglia e i miei amici stare con il ragazzo che amo, la sua famiglia e i suoi amici è una delle cose che mi rende più felice.
Qualcuno si siede accanto a me, mi volto e sorrido a Cesar, che sembra nascondere qualcosa dietro la schiena.
Cesar è sempre stato il più gentile con me, nonostante io non lo abbia mai notato in quel senso, comunque non ha mai smesso di darmi quelle attenzioni di cui una ragazza ha sempre bisogno... che io, però, ho notato solo da Jesús, e mi dispiace.
«Chiudi gli occhi.» mi dice sorridente.
Jesús non ama che mi stia intorno, l'ultima cosa che voglio è che saltino alle mani senza motivo come l'ultima volta, ma Cesar è mio amico, forse il migliore, e Jesús non può dirmi con chi posso o non posso stare.
Chiudo gli occhi curiosa di sapere che cosa nasconde, sicuramente una cosa che mi piacerà tanto perché lui mi conosce da ben diciassette anni.
«Okay, aprili.» li apro e metto una mano davanti alla bocca per la sorpresa: un cucciolo di cane.
«Oh mio Dio!» esclamo avvicinando la mano per accarezzarlo.
È un cucciolo di Labrador, è esattamente il cane che ho sempre sognato di avere. Ricordo quando ero una bambina e pregavo papà e zio Álvaro di prendermene uno, ma loro non facevano altro che ripetermi che poi avrebbero dovuto prendersene cura loro, e io mi rattristavo sempre, ma Cesar mi ha sempre detto che, un giorno, me ne sarei potuta prendere cura da sola e avrei fatto vedere a tutti che ne ero capace.
«È tuo, ti piace?» mi chiede.
«Certo che sì! Grazie, grazie mille. Aspetta, zio Álvaro e Miguel lo sanno?» gli chiedo dubbiosa.
«Glielo diremo.» mi risponde ridendo.
Mi avvicino a lui e lo abbraccio... sinceramente, dopo quello che mi è successo, sembra essere la persona che vuole starmi più vicino, e lo apprezzo tanto.
Anni fa ero troppo piccola e stupida da notare uno come Santos, ma non uno come Cesar... sono sempre stati l'opposto, lo sono ancora oggi, e se invece di prendermi una piccola cotta per l'amico dei miei fratelli che somiglia di più al classico "bad boy" che piace alle ragazze, mi sarei dovuta rendere conto che ciò che può darti uno come Santos, può dártelo anche un bravo ragazzo, ma mille volte meglio. Se solo l'avessi notato le vite di tutti sarebbero andate diversamente, ma ora sono comunque felice.
«Non ti ho mai ringraziato per avermi difesa, quella sera sul molo. Se non fosse stato per te ora tutti mi crederebbero un membro della loro gang.» gli dico.
«Se devono schedarti per essere il membro di una gang, è meglio che sia la nostra, no?» si allontana da me sorridente, faccio una piccola risata e accarezza dolcemente la mia guancia: «Voglio solo che tu sia felice... e quella sera nessuno ha aperto bocca. Ti sono sempre stato accanto come se fossi il tuo angelo custode, ci sarò sempre.» già, in effetti ha ragione, nessuno aveva provato a fare niente quella sera, nessuno a parte lui.
Se il giorno in cui ho incontrato Jesús la prima volta non fossi stata al dipartimento, e non avessi accettato di andare sul molo con lui, magari oggi io starei con Cesar... probabilmente. Non conoscerei nemmeno Jesús, di lui saprei solo che è una persona da considerare mio rivale, e col cavolo che ora si troverebbe con i miei fratelli e i miei amici.
Nel momento in cui vedo Cesar iniziare ad avvicinarsi lentamente a me lo guardo senza riuscire a fare niente, non perché lo voglio, ma perché mi sto chiedendo se non sia la cosa giusta. Forse ho sbagliato tutto, o forse è solo ciò che lui vuole farmi credere. Devo fermarlo prima che le sue labbra possano appoggiarsi sulle mie, infatti appoggio la mano sul suo petto, perché devo fargli capire che complica soltanto le cose, in questo modo, ma qualcuno lo afferra dal colletto della maglietta e lo alza buttandolo a terra. Stringo a me il mio cucciolo e guardo Jesús che si butta addosso a Cesar e i due iniziano a picchiarsi, mentre i ragazzi stanno lì a guardare senza fare niente.
Quale cavolo è il loro problema?
Io amo Jesús, questo è chiaro a me, a lui, a Cesar e a chiunque altro, e se non lo avesse afferrato in quel modo avrei spiegato con calma a Cesar che gli voglio così bene da non volere che si rovini questo nostro rapporto speciale, che lui mi piace e se me ne fossi accorta prima le cose sarebbero andate diversamente, ma ora sono così e non si possono cambiare.
I ragazzi stanno ridendo e parlano come se stessero scommettendo su chi possa vincere questa "battaglia", ma per fortuna di casa escono subito Diego e Álvaro, che li fermano e li sollevano con la forza tenendoli lontani, in modo che non possano riniziare a picchiarsi.
«Voi due dovete smetterla di picchiarvi sempre.» dice loro Diego.
«Lui deve stare lontano da lei. Se ti vedo di nuovo ad un metro da Olivia giuro che ti uccido.» ringhia contro di lui Jesús.
«A me sta bene che vi picchiate per i cazzi vostri, ma se minacci di uccidere uno dei miei, stai minacciando tutti noi.» gli dice Miguel.
Ma che cosa stanno dicendo?
È come se stessero aspettando il momento giusto per tornare ad essere due gruppi diversi, e trovo assurdo che, dopo che io stessa ho rischiato la vita, ora parlino di uccidersi a vicenda come se nulla fosse.
Mi alzo senza dire niente insieme al mio cane ed entro in casa, non volendo più sentire sciocchezze simili.
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Princesa
RomanceOlivia è una ragazza di diciassette anni senza amici con una famiglia formata solo da maschi. Nel momento in cui incontra Jesús, si rende conto che dovrebbe stargli lontana, ma più tempo passano insieme, e più capisce che ha bisogno di lui. Sarà il...