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Sono seduta su un gradino ad immaginare il mio futuro con Jesús. Mi sento felice, felice per davvero, e nonostante sappia che là fuori ci potrebbe essere la persona che mi ha sparato che aspetta solo la prossima occasione per poterlo rifare senza sbagliare di nuovo, io non potrei essere più felice di indossare quest'anello al dito e di diventare sua moglie, un giorno. Lo amo, lo amo sempre di più, non pensavo che un essere umano potesse mai amare qualcuno in questo modo, eppure sta accadendo, e non c'è sentimento più forte che possa sovrastare l'amore che provo per Jesús, il mio Jesús, l'amore della mia vita. So che avremo degli alti e bassi, ma abbiamo superato tutto insieme, supereremo qualsiasi altra cosa, e lo faremo insieme. Per sempre. Qualcuno si siede accanto a me, mi giro vedendo che si tratta di Manuel, il fratello di Jesús, che ha una bottiglia di birra in mano e mi guarda, per poi girarsi e guardare dritto davanti a noi, cosa che faccio anche io.

A Jesús non è mai piaciuto parlare della sua famiglia, infatti le uniche volte che mi ha parlato del padre e del fratello era solo per dirmi che non ci sono mai stati per lui, soprattutto dopo la morte della madre, cioè il momento in cui aveva più bisogno di loro... non sapevo nemmeno che fossero usciti di prigione, l'ho scoperto la sera in cui mi hanno sparato, e per questo non ho mai avuto modo di parlare con loro... anche se, sinceramente, non saprei nemmeno che cosa dire.

«Nessuno ha mai dimostrato affetto per lui, e lui non ha mai dimostrato affetto per nessuno... poi lo vedo con te e mi rendo conto di quanto lui ti ama.» mi dice, mi volto verso di lui: «Quando ti ha vista per terra... sarebbe voluto essere al tuo posto. Quando pensavamo che non ce l'avresti fatta, sarebbe voluto morire con te. Lui darebbe la vita per te.»

«E io la darei per lui.» gli dico subito.

«Lo so che mi avrà descritto come uno stronzo che di lui se n'è sempre fregato, ma non è così. Mi ricordo che, la mattina, quando si alzava per andare a scuola, fingevo di dormire e poi mi alzavo... lo seguivo fino a quando non entrava a scuola, perché volevo assicurarmi che non andasse in giro a fare qualche cazzata o che qualcuno se la prendesse con lui. Facevo sempre la spesa per non fargli mancare niente, anche se lui credeva che fosse nostra zia a farlo, e avevo detto ai miei amici di continuare a farlo anche dopo i miei arresti. La verità è che non avrei mai voluto che entrasse nella gang e che rischiasse la vita.» mi confessa, sorrido alle sue parole.

Questi ragazzi fanno i duri con tutti, chiunque, se non li conoscesse, direbbe che non hanno un cuore, e se ce l'hanno batte solo per le gang, invece non è così. Miguel, Enrique, Manuel, zio Álvaro, Jesús, Diego e tutti gli altri non fanno altro che dimostrarmi che sono delle brave persone e che avrebbero sperato che diventassero altro... anche se non lo ammettono, ad esempio Álvaro non avrebbe mai voluto che i suoi figli diventassero questo, oppure Diego, e poi i fratelli maggiori... Miguel odia vedere Enrique così, così come Manuel odia sapere che suo fratello è come lui, è una cosa bella, anche se credo che tutti loro avrebbero dovuto fare qualcosa per evitare che i propri figli e i propri fratelli diventassero come loro.

«Lo sai, sono sicura che Jesús ti voglia bene e che sotto sotto sappia che ti sei sempre preoccupato e preso cura di lui, a modo tuo.» gli dico facendolo sorridere.

«Già, forse lo sa, non è stupido, lui è quello intelligente, e sono fiero di lui... sono felice che vi sposiate.» mi dice voltandosi a guardarmi, sta sorridente.

C'è da ammettere che questi ragazzi, soprattutto Miguel e Manuel, non è che sorridano poi molto, ma quando lo fanno è bello.

«Dico sul serio, da cognata a cognato... cerca di rimanere fuori dai guai e di stare accanto a tuo fratello, sia nei momenti buoni che in quelli cattivi... me lo prometti?» gli chiedo titubante.

Quando si ha a che fare con membri di gang, o comunque con persone a cui piace mettersi nei guai, non si sa mai che cosa potrebbe accadere da un momento all'altro. Magari qualcuno potrebbe finire in carcere, o sparire senza lasciare tracce, oppure morire. Vorrei tanto che restassimo uniti tutti e che Jesús possa contare sulla presenza di suo padre e di suo fratello, di cui, anche se non lo ammetterà mai, ha bisogno.

Si sposta più vicino a me e sorride, ma almeno annuisce, e io voglio provare a fidarmi di lui, nonostante per fino i miei fratelli mi abbiano fatto questa promessa molte volte, ma non siano mai riusciti a mantenerla.

«Quando in futuro avrete dei figli io sarò lo zio che li seguirà fino a scuola per assicurarsi che arrivino sani e salvi, senza che nessuno dia loro fastidio.» quello che ha appena detto mi fa scoppiare a ridere.

Se penso a me e a Jesús in futuro, ci immagino con dei bambini nostri, a giocarci, ad amarli con tutti noi stessi. Questa sì che sarebbe la cosa più bella che ci possa accadere: dei piccoli Olivia e Jesús, circondati solo da amore, a differenza di come siamo cresciuti io e lui.

«Ei, princesa, a parte gli scherzi... ti prometto che, se davvero avrete dei bambini, che è quello che vi auguro, lo zio Manuel ci sarà per loro e li proteggerà a costo di morire.» appoggio la testa sulla sua spalla e sorrido.

«Lo so.» sussurro.

È la prima volta che io e lui parliamo, da soli, e avrebbe anche potuto non venire qui, invece è venuto, si è seduto e mi ha detto cose che avrebbe anche potuto tenere per sé. So che vuole così bene a suo fratello da volerne già a me senza nemmeno conoscermi, lo so perché io amo così tanto suo fratello da volergli bene nonostante non lo conosca da molto. Ciò che mi tranquillizza di più è sapere che, in futuro, se avremo davvero dei figli e ci accadesse qualcosa, ci sono tante persone che gli saranno tutto l'amore che gli avremmo dato noi, ed è una cosa bellissima.

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