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Almeno per una sera, sono felice di essere riuscita a cenare con mio padre e a passare del tempo con lui. Adesso siamo seduti sul divano a guardare uno dei nostri film preferiti, era da tanto che non passavamo così tanto tempo insieme facendo le cose che piacciono fare a noi.

«Papà, posso chiederti una cosa?» gli chiedo, così lui si volta a guardarmi e mi fa un cenno: «Che cosa faresti se iniziassi ad uscire con un ragazzo che a te non piace?»

La mia domanda lo sorprende, credo che non si aspettasse una domanda del genere da parte mia. Anche io pensavo che non avrei mai trovato il coraggio di chiederglielo, invece l'ho fatto. Comunque non gli parlerei di Jesús, voglio solo capire che cosa farebbe se lo scoprisse... se starebbe dalla mia parte, oppure, per la prima e unica volta, si schiererebbe dalla parte di Miguel e gli altri.

Ho conosciuto Jesús un normale e caldo pomeriggio, mi è piaciuto sin da subito... e, all'inizio, ho accettato di uscire insieme a lui per ribellarmi alle regole assurde della mia famiglia, poi, però, ho continuato a vederlo e a sentirlo, nonostante tutte le volte gli dica che è meglio non farlo più. Lui non sembra essere quel tipo di persona che lascerebbe perdere, infatti continua ad insistere, e a me il fatto che insista in questo modo mi fa anche piacere, al contrario di come mi sarei sentita se avesse lasciato perdere sin da subito, e glielo vorrei dire che se non fosse per la mia famiglia lo vedrei ogni giorno, ma devo pensare prima a mio padre, ai miei fratelli, a mio zio, e poi a tutto il resto. Siamo una famiglia, è giusto che sia così...

«Con "ragazzo che non mi piace" intendi quelli come i tuoi fratelli?» mi chiede.

Penso sappia che intendo proprio uno come loro, ma ha bisogno di una mia conferma. Annuisco, aspettando che mi dica che cosa ne pensa.

«Tesoro, ti voglio bene e lo sai, ma... in questo caso non penserei a ciò che ti rende felice. Sai perché? Perché magari adesso potreste anche essere felice, ma al dopo non ci pensi? Quei ragazzi sono cocciuti, non cambierebbero mai vita, e tu ti ritroveresti probabilmente da sola, magari a crescere dei bambini, perché lui o si è fatto arrestare o si è fatto ammazzare. È questo che vuoi?» credo che sia stato molto chiaro.

«E se invece non mi lasciasse sola?» gli chiedo.

«Come fai a saperlo?»

Ha ragione... un discorso del genere lo avrei fatto di sicuro con la mamma, se fosse stata qui, anche perché lei ci è passata con zio Álvaro, ma lei non c'è e io volevo sapere che cosa ne pensasse mio padre. Io non voglio rischiare di rimanere da sola come è successo a mamma... lei è stata molto coraggiosa a prendere le sue cose e ad andarsene, quando era stufa della sua vita, ma probabilmente io non riuscirei mai ad essere coraggiosa come lei. Vorrei chiedere anche ai miei fratelli e a zio Álvaro come reagirebbero loro, ma rischierei di farmi scoprire e quindi di mettere in pericolo non soltanto me stessa ma anche Jesús, quindi è meglio limitarmi a parlarne con papà.

«Perché me lo chiedi? Ti piace uno degli amici dei tuoi fratelli?» mi chiede.

«No, era soltanto per sapere...» sussurro, evitando il suo sguardo per evitare che capisca che gli sto mentendo.

«Te ne avrei parlato più avanti... ma che ne pensi se io e te ce ne andassimo da qui? Potrei chiedere un trasferimento al lavoro, e poi, dovunque mi manderanno, potresti trovare un'università. Cosa ne pensi?» mi chiede sorridente.

Non lo so, penso tema che io mi possa davvero rovinare la vita mettendomi col membro di qualche banda o che, restando qui, decidessi di non andare a studiare in nessuna università e quindi di passare le mie giornate con i ragazzi, mettendomi nei guai. Capisco come si senta, ma non credo che cambiare città impedendomi di vedere i miei fratelli sia la cosa migliore da fare...

«Possiamo parlarne più avanti? Tanto c'è ancora la scuola...» gli dico, così lui si avvicina a me e mi stampa un bacio sulla tempia.

«Vado a letto, domani mi devo svegliare presto. Buonanotte, tesoro.» mi dice alzandosi.

«'notte papà!» esclamo, guardandolo andare verso le scale e salire.

Prendo il mio cellulare, mentre il film continua ad andare avanti, ma tanto lo conosco a memoria, ormai, e cerco la foto mia e di Jesús... non mi rendo nemmeno conto di stare sorridendo, mentre la guardo, ma è ora che mi dimentichi sul serio di questo ragazzo. Per il bene mio e della mia famiglia. Un giorno incontrerò il ragazzo giusto per me, magari uno che ha un buon lavoro, che non si mette ogni giorno nei guai e che piacerebbe subito a tutti. A quel punto Jesús, i pochi momenti passati insieme, le chiamate, i messaggi, le risate e gli abbracci, saranno soltanto un lontano ricordo per me. Con tutto il coraggio che ho elimino il suo numero, con la promessa che non risponderò né alle chiamate e né ai messaggi che arrivano da numeri che non ho segnato. Ogni volta che lo vedrò farò finta di niente, come se non lo avessi mai conosciuto, e presto mi dimenticherò così bene di lui che, anche se lo incontrassi, non lo riconoscerei.

Mi allungo a prendere i popcorn, che ormai sono quasi finiti, e mi sistemo meglio sul divano, con una coperta addosso. Questo film è uno dei nostri preferiti perché è stato proprio il primo film che mamma e papà sono andati a vedere al cinema, credo che sia stato uno dei loro primi appuntamenti, e quando ho iniziato a crescere papà me lo ha fatto vedere, da quel momento, quando abbiamo un po' di tempo libero, ci mettiamo a guardarlo mentre mangiamo un casino di schifezze. Ci sono volte in cui sembra che mamma sia proprio qui, seduta accanto a noi, che ride alle battute dei protagonisti dei film. Magari ci fosse davvero...

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