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I ragazzi mi hanno chiesto di raggiungerli sul molo un po' più tardi rispetto al solito, ma sono comunque uscita presto di casa e sono andata a fare un giro in qualche negozio. Anche se non ho preso niente, comunque è stato bello uscire e non starmene chiusa in casa a pensare a Jesús.

Arrivo sul molo e guardo da lontano i ragazzi: loro sono, come sempre, da una parte, e dall'altra c'è il gruppo di Jesús. Devo ammettere che ho sperato che Jesús capisse che non fosse necessario venire qui, ma a quanto pare non l'ha capito e io devo soltanto fingere che lui non esista. Posso farcela. Mi blocco, però, quando noto che, tra il gruppo di Miguel ed Enrique, c'è un ragazzo in più. Potrebbe essere chiunque, me ne rendo conto, ma... Hector mi vede, sorride e dice qualcosa agli altri, che si voltano a guardarmi. Si volta anche lui e... mio Dio.

Questo è proprio il momento in cui qualcuno dovrebbe dire "datele l'ossigeno".

Non avevo mai incontrato un ragazzo che mi piacesse quanto Jesús, questa cosa rimarrà così per chissà quanto, ma c'era Santos, anni fa. Chi ha uno o più fratelli maggiori potrebbe capirmi, perché ci sarà sempre quell'amico dei propri fratelli che trovi bello, diverso, e, beh, non so nemmeno se definirla cotta quella che avevo per lui, ma... lui lo sapeva, tutti lo sapevano. Ero piccola per lui. Una volta mi ha portata in un supermercato perché doveva comprare dell'alcol da portare ad una festa, mi sono allontanata per andare a prendere qualcosa che volevo mangiare, credo si trattasse di una barretta di cioccolato, e quando sono tornata stava picchiando un uomo. Mi ha urlato di scappare, perché se gli altri avessero saputo che ero con lui quando ha deciso di fare questa cavolata si sarebbe trovato forse in guai peggiori. Quel giorno l'hanno arrestato, e io non ho mai più avuto notizie di lui, fino a, beh, oggi.

Inizia ad avvicinarsi a me a braccia aperte, mentre io, ancora incredula, lo guardo avvicinarsi sempre di più. Anche io inizio ad andare verso di lui velocemente, saltandogli addosso, così lui mi solleva abbracciandomi. Non lo faccio solo con lui, do a tutti questa accoglienza ogni volta che escono di prigione. Mentre continua a tenermi su di qualche centimetro da terra mi faccio indietro con la testa per riuscire a guardarlo meglio: i capelli li ha rasati a zero, ha i baffi e la barba sul mento, e poi i tatuaggi che gli partono dal collo e gli arrivano giù fino si piedi. È tutto ricoperto, tralasciando la testa, anzi, sotto all'occhio sinistro ha una lacrima tatuata, ma quella, che io ricordi, l'ha sempre avuta. I suoi occhi scuri guardano dritti nei miei, non so che fare, non so che dire, so solo che, riaverlo qui, mi fa strano.

L'ultimo ricordo che avevo di lui era che stava massacrando un tizio nel supermercato, ero riuscita a scordarmi di quel momento, ma quando l'ho rivisto mi è tornato in mente.

L'unico problema? Che se chiudo gli occhi, mi immagino che, al suo posto, ci sia Jesús. Ecco qual è il problema.

«Ho saputo che stasera veniva qui una bella ragazza.» questa è la prima cosa che mi dice, mi fa sorridere.

Alla mia quinceañera mio padre non é venuto, già, era troppo occupato con il lavoro e non era nemmeno d'accordo che io la facessi perché, secondo lui, sono americana... comunque sia, di solito il primo ballo si fa col proprio padre, e io l'ho fatto con zio Álvaro, poi con Miguel, Enrique e... andrebbe fatto anche con il proprio fidanzato/futuro marito, ovviamente ha voluto ballare insieme a me Cesar, cosa per nulla strana, e poi ho ballato con lui, con Santos, perché tutti sapevano che avevo una leggera cotta per lui, credo che anche lui lo sapesse, ma pochi giorni dopo è stato arrestato e in poco tempo mi sono scordata di lui, anche se gli volevo bene, comunque non potevo stare lì ad aspettarlo, perché, che io ricordi, esce ed entra di prigione da quando ero piccola, e di sicuro stare con uno come lui, in qualsiasi senso, non conviene a nessuno, sempre che a qualche ragazza non vada bene il fatto di stare con un ragazzo che non riesce a stare lontano dai guai.

Mi sorride leggermente, è raro che lui lo faccia, perché se ne sta sempre serio. Sorrido anche io, non sapendo proprio che dirgli. Lo abbraccio di nuovo chiedendomi se possa farmi sentire come mi faceva sentire il ragazzo che sta fissando, come tutti, questa scena... ma per ora nulla.

«Quando sei uscito?» gli chiedo mentre mi rimette giù, ma tiene comunque le mani sui miei fianchi per non farmi allontanare troppo.

«Ieri.» di sicuro si metterà nei guai presto e tornerà dentro in men che non si dica, è così da quando ero una bambina.

Mi attira di nuovo a sé dandomi un bacio sulla fronte, mi prende poi per mano intrecciando le nostre dita, lo guardo sorpresa... spero solo che, visto che è appena uscito, non abbia in testa l'idea di divertirsi con qualche ragazza, perché se lo può scordare, almeno con me. Raggiungiamo gli altri che iniziano a parlare di altro, come se noi fossimo scemi e non ci fossimo accorti che ci stavano osservando. Lascio la sua mano, ma a lui non sembra importare, visto che prende una sigaretta iniziando a fumarsela.

«Ciao Olivia.» mi volto vedendo due agenti di polizia.

«Ciao.» rispondo sorridente.

Sono usciti da poco dall'accademia, sono nuovi e sono giovani, credo che papà speri che mi piaccia uno di questi ragazzi, non per forza questi due, ma un poliziotto, perché sogna di non vedermi al fianco di un ragazzo come quelli che ho intorno, e credo che non smetterà mai di sperarlo.

I due continuano a camminare allontanandosi da noi, Santos li continua a guardare e poi, d'un tratto, si volta a guardare Jesús e i suoi amici, che iniziano a guardarlo male.

«Ed ecco a te, mia cara princesa, le specie umane più schifose che esistono al mondo: gli sbirri, e quelle merde.» Santos fa un cenno verso Jesús e gli altri.

«Perché non andiamo da qualche altra parte?» chiede Hector, credo che voglia evitare che Santos si metta nei guai.

«Andate voi, io porto Olivia a casa e poi raggiungo Angelica.» dice Cesar.

Santos mi guarda, forse vuole capire se voglia andare con loro oppure no, ma mi avvicino a Cesar. Mi si avvicina, quindi, e mi dà di nuovo un bacio sulla guancia, per poi andarsene con i ragazzi. Anche io e Cesar iniziamo ad allontanarci, spero soltanto che non si mettano nei guai.

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