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Rido per quello che ha appena detto papà, seduto a tavola con zio Álvaro, i miei fratelli, Carmen, Cesar e Hector, mentre vado verso la porta ad aprire a chiunque abbia suonato il campanello.

Finalmente siamo riusciti a passare una bella serata tutti insieme, in cui nessuno ha litigato o ha tenuto il broncio. Anche se mio padre parla più che altro con me, zio e Carmen e i ragazzi con tutti tranne che con mio padre, li ringrazio tanto, tutti quanti, per avermi fatto passare questa bella serata in famiglia.

Il mio sorriso svanisce nel momento in cui apro la porta e davanti mi trovo Jesús: cosa cavolo ci fa qui? Come ha scoperto dove abito? È impazzito?

«Sei pazzo? Sono tutti qui!» esclamo, stando attenta a non farmi sentire.

«Per te.» mi passa una rosa rossa, sorrido, ma poi gli tiro uno schiaffo sul braccio.

«Come sai dove abito? Hai pensato al fatto che avrebbe potuto aprirti mio padre? O qualcun altro?» gli chiedo.

Il fatto che mi abbia portato una rosa non può che rendermi felice, ma è davvero rischioso per lui venire qui... per non parlare del fatto che, ogni volta che penso a lui, mi torna in mente il momento in cui, alla festa, è arrivata quella ragazza che si è seduta accanto a lui. Sembravano così intimi...

Ho paura che qualcuno possa vederlo, non voglio che gli facciano del male.

«Ho chiesto a quel coglione che viene a scuola con te. Era così spaventato che mi ha chiesto se avevo bisogno di soldi per il taxi.» ride, sembra così... tranquillo.

Forse non si rende conto che non vivo da sola, che in casa ci sono mio padre e i ragazzi, pronti ad ucciderlo, se lo vedessero vicino a me...

Guardo la rosa che mi ha portato e sorrido leggermente... sembra pronto a tutto, visto che è venuto qui senza alcuna paura e non sembra intenzionato ad andarsene, non prima di aver concluso qualcosa, almeno.

«TESORO, CHI È?» mi chiede papà.

«Nessuno! Adesso torno.» gli rispondo, chiudendo la porta alle mie spalle e guardando Jesús.

«Ti ho chiamata, ma non mi hai risposto. Volevo chiederti di uscire, ti va?» mi chiede, per nulla preoccupato di chi c'è in casa mia.

«Non ti ho risposto perché hai una ragazza! E comunque no, non tornare più qui.»

«Cosa? No, non ho una ragazza! Di che cazzo stai parlando?» lo guardo male.

Se non tornassi subito al tavolo, qualcuno verrebbe di sicuro a controllare che sia tutto okay, quindi è meglio che lui se ne vada e che anche io me ne vada da qui, rientrando in casa mia. Dentro stava andando tutto così bene, non voglio che per colpa mia e di Jesús si rovini l'armonia che credo si stia finalmente creando nella nostra famiglia.

Conosco abbastanza questo ragazzo da sapere che se gli dicessi di andarsene via non lo farebbe, e non posso rischiare, quindi sospiro, lui è consapevole di quello che sto per dire, glielo leggo in volto.

«Va bene, usciamo. Ma adesso vattene.» sul suo viso compare un sorriso enorme, il più bello che io abbia mai visto.

Si avvicina a me e mi stampa un dolce bacio sulla guancia, cosa che mi fa immediatamente sorridere, e per quanto io cerchi di nasconderlo, non ci riesco. Lo guardo andare via, e quando è uscito dalla mia visuale appoggio la mano esattamente sul punto in cui lui mi ha dato un bacio e sorrido nuovamente.

Tralasciando il fatto della ragazza che naturalmente mi farò spiegare, comunque, per quanto sia stato pericoloso, è stato carino... ma spero che gli sia entrato in testa che lui qui non ci deve tornare. Non tanto per me, perché alla fine potrei anche inventarmi che non ho niente a che fare con lui e la mia famiglia mi crederebbe, ma lui... se solo lo vedessero vicino a me, darebbero di matto. Voglio evitare che gli facciano del male, solo che lui non se lo mette in testa. Pensa soltanto a sé stesso, a quanto pare, oppure nemmeno a quello... ha rischiato sul serio di metterci in pericolo entrambi, stasera, e non dovrebbe mai accadere.

Chiudo la porta alle mie spalle e mi appoggio ad essa, annusando il buon profumo di questa bellissima rosa e sorridendo.

Che cosa mi sta facendo questo ragazzo?

Il cellulare mi avvisa di un nuovo messaggio, quindi lo prendo dalla tasca vedendo che si tratta di Jesús: comunque sei bellissima.

Nel mio stomaco sento... credo che siano quelle famose farfalle nello stomaco di cui ho sentito molto parlare e che finalmente sto provando anche io. È una sensazione strana, ma allo stesso tempo bellissima.

«Olivia, tutto bene?» mi chiede papà, non vedendomi tornare da loro.

«Sì, sto soltanto scrivendo un messaggio ad una mia compagna di scuola.» dico, pensando poi a cosa sia meglio rispondere.

Sono indecisa se non rispondere, quindi fare finta di niente e tornare al tavolo come se nulla fosse, oppure rispondergli.

Tu invece sei pazzo. Meglio dirgli così, invece che, che ne so... "anche tu" o robe simili.

Che devo dire... tu mi fai impazzire. Sorrido.

Promettimi che non verrai più qui, non voglio che ti facciano del male. Spero che capisca che non è sicuro.

Te lo prometto... invece tu promettimi che non penserai più che ho una ragazza, perché sono serio con te e non farei mai nulla che possa farti stare male. Il suo messaggio è inaspettato, molto.

Dal suo messaggio capisco che non mi sta prendendo in giro, che è serio in tutto quello che fa, e che probabilmente vederlo con quella ragazza mi ha soltanto fatta ingelosire, anche se forse non lo ammetterei mai... comunque sono felice che mi abbia detto che non ha nessuna ragazza e che non mi farebbe mai del male, lo apprezzo. Anche io non vorrei mai che stesse male a causa mia.

Promesso. Ora devo tornare a tavola, ci sentiamo.

Non ricevendo più una sua risposta blocco il telefono e me lo metto in tasca, poi appoggio quella magnifica rosa sul mobile e torno in me, prima di tornare dagli altri.

Anche se mi ha spaventata, mi ha fatto piacere vederlo.

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