30

924 40 2
                                    

Entro in camera andando ad aprire l'armadio, con soltanto l'accappatoio addosso. Dallo specchio sobbalzo nel vedere qualcuno all'esterno della finestra, mi giro e metto una mano sul petto. Vado verso la finestra e la apro, chiedendomi che cavolo di problemi abbia.

«Sei pazzo? Mi hai fatto prendere un colpo!» esclamo, mentre lui entra nella mia stanza e, come se nulla fosse, si sdraia sul mio letto, con la mano sotto la nuca: «Ti sei già dimenticato quello che ho detto?»

«Se vuoi chiamare la polizia fallo, li aspetterò qui.» mi dice guardando il soffitto.

Gli ho detto che l'avrei fatto, se fosse tornato a casa mia, ma lui sa meglio di me che non ho il coraggio di farlo.

Lascio perdere lui e torno all'armadio, tiro fuori dei vestiti e resto in silenzio, sperando che se ne vada, anche se devo ammettere che mi piace quando viene a trovarmi. Mi giro sobbalzando nel trovarlo davanti a me, sbuffo e lo guardo male.

«Mi fai spaventare, te ne rendi conto?» gli chiedo tenendo stretti tra le mani i vestiti.

«Dov'è il tuo cellulare?» mi chiede facendomi corrucciare la fronte.

«A cosa ti serve il mio cellulare?» gli chiedo sorpresa, visto che mai prima d'ora me lo aveva chiesto.

Magari il suo si è scaricato e ha bisogno di chiamare qualcuno, oppure vuole soltanto sbloccare il suo contatto così da potermi chiamare e scrivere quando vuole, cosa più plausibile...

Visto che non gli rispondo si guarda intorno, soffermandosi sulla mia scrivania, vedendolo. Entrambi ci guardiamo e, nello stesso momento, scattiamo per prenderlo, naturalmente, con la fortuna che ho, lui riesce a prenderlo prima che riesca io e lo alza, rendendomi impossibile prenderlo.

«Va bene, facci quello che vuoi, tanto anche se ti sblocchi ti bloccherò non appena te ne andrai.» gli dico allontanandomi per tornare in bagno e vestirmi.

Dopo essermi vestita e aver sistemato, esco tornando in camera mia e trovandolo in piedi dove l'ho lasciato, non so che cosa stia facendo, ma comunque non ho nulla da nascondere.

«Hai finito?» gli chiedo andandogli vicino per riprendere ciò che mi appartiene, ma lui, improvvisamente, mi attira a sé: ora io sono appiccicata a lui, cioè, la mia schiena è appiccicata a lui, mentre mi tiene stretta da dietro e tiene davanti a me il cellulare.

«Io non ho mai capito di chi fossi la ragazza, e sinceramente nemmeno mi importa, ma ora ho visto che non hai foto con nessuno, oltre che con me, e non chiami né scrivi a nessuno, se non qualche volta a loro, ma per la maggior parte delle volte lo fai soltanto con me.» mi dice.

«E allora?» gli chiedo non capendo dove vuole arrivare.

Proprio lui, proprio il ragazzo che mi ha spaventata la prima volta che ci sono uscita insieme, è nella mia stanza, mi tiene appiccicata a sé, e io non ho minimamente paura di niente, quando con me c'è lui. È assurdo come le cose possano cambiare.

Dal cellulare prende una delle nostre tante foto iniziando a scorrerle una per una, non mi ero resa conto di quante ne avessimo fino ad ora.

«Ti vedo quando sei con loro... tu non sei così. Tu sei felice soltanto quando sei con me. Ammettilo.» mi dice continuando a scorrere le foto.

«Jesús smettila.» sussurro provando ad allontanarlo, ma lui è, naturalmente, più forte di me.

«Smettila tu di starmi lontano e di uscire con quelli. Lo sappiamo entrambi che sono io la persona giusta per te.»

«Trovo assurdo che tu mi stia dicendo questo dopo avermi detto che non sei tipo da relazioni serie. Ora hai cambiato idea?» gli chiedo strappandogli il mio telefono dalle mani.

Si gira, ora ci troviamo davanti allo specchio, lui continua a stare dietro di me, ci guardiamo da lì.

Probabilmente, anzi, sicuramente ha ragione dicendo che sono più felice quando sono con lui che quando sono con gli altri, ma questo non significa che sceglierei lui e non la mia famiglia...

«Te l'hanno mai detto che sei bellissima?» mi chiede facendomi arrossire e dandomi un bacio sul collo da dietro.

«Jesús, diciamoci come stanno le cose: le altre ragazze sono impegnate stasera e hai deciso di venire a far perdere tempo a me?» gli chiedo appoggiando le mani sul suo braccio per allontanarlo e potermi a mia volta allontanare.

«Perché mi chiami Jesús e non mi chiami come l'altra sera?» mi chiede fingendosi offeso.

«E perché tu non la smetti di prendermi in giro? Guarda che se vuoi divertirti con qualche ragazza, con me non ti andrà bene.» cerco di fargli capire.

Stare così vicina a lui mi piace, ci mancherebbe, ma so dove vuole arrivare ed è meglio mantenere le distanze.

Finalmente mi lascia andare, ma appoggia subito le mani sui miei fianchi e ora siamo faccia a faccia, proprio vicini, nel senso che se mi avvicinassi anche solo di pochi centimetri lo bacerei.

«Tu non sei così, princesa... tu non usciresti con me se ti piacesse un altro. Ti piaccio io, vero?» mi chiede avvicinandosi un po' di più.

«Lasciami e vattene.» gli dico.

«Non ti bacio se non lo vuoi.» sussurra appoggiando la fronte sulla mia: «Lo vuoi?» mi chiede.

Non è la prima volta che stiamo così vicini e non è la prima volta che sento dentro di me la voglia che ho di baciarlo, ma con tutta la forza che ho in corpo scuoto la testa così lui si allontana capendo che non mi lascerò andare... forse non si rende conto per nulla della situazione in cui sono e della situazione in cui si è cacciato.

«Quando ti renderai conto di aver bisogno di me e non di loro, io non so se ci sarò ancora.» mi dice.

«Cosa faresti se io ti chiedessi di scegliere tra me e la tua famiglia?» gli chiedo mentre va alla finestra e la apre.

«Ti direi che ho fatto la mia scelta nel momento in cui ho continuato a vederti nonostante sapessi che eri una delle loro donne.» mi dice prima di uscire e andarsene.

Ho capito bene? Lui ha già scelto?

PrincesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora