Ischia, 1509
Costanza d'Avalos era tornata nel castello, Vittoria sentiva il rumore dei passi e le voci della corte che l'accompagnavano. La ragazza lasciò il libro che era impegnata a leggere sul letto, aperto, e corse fuori. Uscì dalla sua stanza proprio mentre la duchessa le passava davanti per ritirarsi nella propria camera a riposarsi. Quello di Vittoria poteva sembrare un gesto troppo avventato, impulsivo e anche maleducato ma agli occhi di Costanza, che ormai la conosceva bene, era giustificato: sapeva quanto la ragazza tenesse a certe cose. Quando la vide uscire tutta entusiasmata, la nobildonna le fece un grande sorriso.
«Sarai felice, cara» le disse facendo cenno ai suoi servitori e accompagnatori di corte di proseguire senza di lei, «ho delle notizie che ti piaceranno molto.»
Vittoria, che non stava nella pelle, esclamò: «Oh madonna, per favore, non tenetemi così sulle spine!»
Costanza d'Avalos attese qualche secondo prima di parlare e Vittoria la implorò con gli occhi. Non era una notizia cattiva, lo sapeva, altrimenti la duchessa non avrebbe tenuto fisso sulle labbra quel sorriso così entusiasta.«Il 27 dicembre» le sussurrò e la ragazza sgranò gli occhi.
«Due giorni dopo Natale?» esclamò, «questo Natale?»
Costanza le fece di sì con la testa e poi se ne andò velocemente nelle sue stanze. Vittoria si asciugò le lacrime di gioia che non era riuscita a trattenere, si era ritrovata in modo totalmente spontaneo e improvviso a piangere.
«Questo Natale!» esclamò ancora correndo alla ricerca di sua cugina.
I due famosi anni erano passati e Vittoria non credeva neanche di essersene accorta: quello che aveva creduto un immenso periodo di attesa si era rivelato un battito di ciglia. La corte di Ischia era sempre stata occupata: venivano date feste e ritrovi in continuazione, non mancavano svaghi di alcun tipo e Vittoria, con sua cugina Costanza, aveva sempre il modo di occupare tutte le ore della giornata. Costanza d'Avalos aveva cominciato ad invitarla nei suoi salotti privati a parlare con gli studiosi con cui lei era più in intima amicizia, discutere di letteratura, arte e religione per ore e ore. La ragazza aveva la testa piena di questi discorsi e delle riflessioni che venivano fatte e, ogni volta, partecipava e interveniva con domande e osservazioni su cui aveva avuto modo di ragionare molto e che stupivano tutti i grandi intellettuali presenti.
In questo arco di tempo, inoltre, aveva avuto modo anche di vedere più spesso Ferdinando. Veniva ogni tanto a Ischia mosso non da altro motivo se non quello di far visita a lei e questo la rendeva la donna più felice di tutta l'isola. Aveva avuto modo di stare sola con lui molte volte, i loro incontri erano favoriti da Costanza che faceva sempre in modo che, quando il nipote veniva al castello, non ci fossero né ritrovi né salotti di alcun tipo. Parlavano di tante cose e il tempo, per Vittoria, passava senza rendersene conto. Tutte quelle attenzioni che le venivano rivolte – così tante da farla essere protagonista quasi al pari della duchessa – la facevano sentire come se già fosse, di nome e di fatto, un membro della famiglia Avalos.
Costanza, quel giorno, era andata a Napoli, come era ormai diventato uso di fare, per incontrare Fabrizio Colonna e Ferdinando e per concordare con loro, finalmente, la data di questo tanto atteso e agognato matrimonio. Niente era cambiato dalla stesura del contratto di due anni prima, non c'erano stati ripensamenti di alcun tipo e Vittoria ne era enormemente rasserenata. Non c'erano state neanche novità: la ragazza aveva sempre avuto ragione, la speranza che tutti avevano riposto nel tempo non era servita a niente e le nozze tra Vittoria e Ferdinando non sarebbero state fertili.
Il 27 dicembre, quindi, era la data concordata. Vittoria doveva, assolutamente farlo sapere a sua cugina Costanza che attendeva questo matrimonio con quasi la stessa sua ansia. Non c'erano dubbi che, entro qualche giorno, se non qualche ora, questa notizia si sarebbe già diffusa per tutta Ischia e Napoli e, successivamente, per tutta Italia: questo tipo di novità erano sempre gradite ai cittadini, i nuovi pettegolezzi erano sempre accolti con grande gioia dal popolo. Su Vittoria, in realtà, ne erano già stati sparsi parecchi riguardo alla sua infecondità e tutti erano accompagnati da strane e assurde storie che qualcuno aveva ideato di propria fantasia.
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Uno dio per la sua bocca parla
Historical FictionVittoria è figlia di un Colonna, appartiene ad una delle famiglie più influenti di Roma ma la vita nello sfarzo non la preserva da delusioni, amarezze e sofferenza. È una fanciulla innamorata, in perenne adorazione del bellissimo marchese di Pescara...