Sul mio profilo Instagram me lo hanno chiesto in molti: "Perché hai deciso di parlare proprio di Vittoria Colonna?"
Mi verrebbe da rispondere: "Conoscete Vittoria Colonna?"
La risposta che mi aspetto, e che spesso mi viene data, è: "No, mai sentita". Chi, invece, mi sorprende conoscendola risponde: "Sì, è l'amica di Michelangelo".Ebbene, penso che quei pochi che la conoscono (io compresa) sono arrivati a lei attraverso la figura di Michelangelo Buonarroti. Leggendo le rime del grande artista e le sue lettere e approfondendo quel rapporto che l'ha legato così tanto a questa nobildonna apparentemente così diversa da lui - Michelangelo, il burbero, antipatico e solitario scultore e Vittoria, la nobile, ricchissima e intelligentissima marchesa di Pescara - mi è venuto spontaneo chiedermi: "chi era, allora, questa donna che Michelangelo arriva a chiamare anima e cor della mie fragil vita? Che cosa c'era in lei di così diverso da tutte le altre nobildonne che il Buonarroti disdegnava?"
Vittoria Colonna, prima di essere una marchesa, era una poetessa, la prima poetessa del Rinascimento, anche se il mio libro di testo di italiano le dedica appena qualche riga.
Era una donna che usava la sua potenza per fare ciò che solo gli uomini potevano, la letteratura, e ci era riuscita così tanto bene da diventare una delle nobildonne più attive nei circoli letterari dell'epoca, in contatto con i più grandi intellettuali del tempo.
Non c'è bisogno di indagare a fondo ma basta leggere le sue opere per capire che Vittoria era una donna profondamente ferita: pareva avere tutto, infinite ricchezze, gioielli, preziosissimi abiti, una vita agiata e senza preoccupazioni, ma in realtà era profondamente infelice.
I commentatori delle sue biografie sono soliti distinguere due Vittoria Colonna perché, in un certo momento, la sua vita cambia drasticamente: c'è la Vittoria che vive a palazzo Colonna, che indossa abiti ricchissimi, che partecipa a balli, feste e salotti letterari ed è infelice, mentre c'è la Vittoria che abita in una povera cella di un convento, indossa un semplice abito simile a quelli monacali, che si unisce alle preghiere con le sorelle del monastero e che partecipa a discussioni religiose ed è felice.In ogni caso, in ogni momento della sua vita, Vittoria deve combattere e deve sopportare dolori, oppressioni, guerre ed esili, fino ad arrivare a dover affrontare anche la Santa Inquisizione.
Prima di lei si parlava molto, delle sue poesie e dei suoi scritti religiosi, adesso siamo arrivati a scordarci persino il luogo in cui è sepolta.Quindi, perché ho deciso di parlare di Vittoria Colonna?
Perché è una donna che, in un periodo in cui non poteva fare niente, ha fatto più di molti uomini e che poi è stata dimenticata, rimanendo appena un cenno in delle rime che non sono neanche le sue.Non dico che tutto quello che ho scritto in questo romanzo è verità perché, essendo tale, ho dovuto sostituire qualche informazione mancante con la mia fantasia, riempire qualche anno in cui i dati scarseggiavano come meglio ho potuto, ma ho cercato di rimanere sempre il più possibile attinente alla realtà storica.
Per mostrarvi le fonti che ho utilizzato farò al più presto una bibliografia e mi farebbe piacere sapere se avete bisogno anche di un capitolo con l'elenco dei personaggi e con una piccola descrizione di ognuno di loro, soprattutto per chi, magari, non è molto ferrato su questo periodo storico.
Buona lettura!♥️
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Uno dio per la sua bocca parla
Historical FictionVittoria è figlia di un Colonna, appartiene ad una delle famiglie più influenti di Roma ma la vita nello sfarzo non la preserva da delusioni, amarezze e sofferenza. È una fanciulla innamorata, in perenne adorazione del bellissimo marchese di Pescara...