Come ormai tutta Roma si aspettava, le condizioni fisiche di Clemente VII peggiorarono e si inclinarono talmente tanto che, quando si diffuse la notizia della sua morte, nessuno ne era stupito. Adesso un nuovo Papa avrebbe dovuto occupare il posto di San Pietro e dal conclave fu eletto Alessandro Farnese con il nome di Paolo III.
***
Vittoria non poteva passare tutta la giornata nella sua piccola e angusta cella del convento oppure nella sala comune in compagnia delle sorelle, soprattutto in un giorno soleggiato come quello. Çapata, come sempre, fu disponibile ad accompagnarla ovunque lei desiderasse.
«Potete portarmi ai giardini di Monte Cavallo?» gli domandò non tanto perché lui avesse la possibilità di rifiutarsi, ma perché voleva sapere se la strada fosse sicura: la zona in cui viveva era tra quelle più periferiche di Roma ma non era mai sicuro per una donna, soprattutto se nobile, ricca e conosciuta come lei, uscire senza un grande seguito.
«Certamente, mia signora» le rispose, «state tranquilla.»
Vittoria sorrise, per come era vestita, sicuramente, non avrebbe corso alcun rischio: nessuno avrebbe potuto dire, dall'abito scuro che indossava e la semplicissima cuffia bianca che le copriva i capelli, che fosse una marchesa. Il tragitto, poi, era piuttosto breve e i giardini di Monte Cavallo erano un luogo sicurissimo: si trovavano sulla cima del Quirinale, confinavano con quelli altrettanto grandi di Palazzo Colonna e facevano parte del complesso del convento di San Silvestro al Quirinale. Vittoria amava recarsi là, dall'alto della collina c'era un paesaggio mozzafiato, una bellissima vista sull'intera Roma e gli alberi, le fontane e i fiori che decoravano il giardino a primavera erano semplicemente meravigliosi. Conosceva il priore, frate Ambrogio da Siena, che le aveva dato il permesso di poterne usufruire quando desiderava.
Mentre camminava parlava con Çapata, aveva cominciato ad affezionarcisi perché era anche abbastanza istruito, con lui poteva spingersi in discorsi che con molte persone non sarebbe stata in grado di fare: era intelligente, attento e molto eloquente. Stavano chiacchierando allegramente di cose piuttosto quotidiane quando l'attenzione di Vittoria fu colpita da un uomo che stavano per incrociare per strada. Camminava con gli occhi bassi e un largo cappello che gli copriva in gran parte il viso, ma a Vittoria sembrava di averlo già visto. Si avvicinarono appena di qualche passo e subito lo riconobbe.
«Messer Michelangelo!» esclamò fermandosi in mezzo alla strada. Era stupita non solo per averlo trovato lì ma per averlo riconosciuto: erano tanti anni che non si vedevano e sicuramente, se fosse stata una persona meno importante, avrebbe completamente dimenticato il suo viso. Era diverso, era invecchiato, la sua barba stava cominciando a tingersi, in qua e in là, di bianco, ma non poteva sbagliarsi.
Lui alzò la testa e rimase come paralizzato, la guardava incredulo, come se quella che aveva davanti fosse una visione in cui non aveva mai sperato.
«Signora marchesa» la sua voce, al contrario di quella di lei che era stata scattante e allegra, era confusa, il suo tono era quasi di domanda, come se non credesse a quello che i suoi occhi vedevano. Vittoria sorrise, erano passati ormai più di vent'anni dall'ultima volta che si erano visti ed erano normalissimo che lui avesse reagito in quel modo: era sempre stato abituato a vederla alle feste e ai ricevimenti, con abiti eleganti e preziosi gioielli mentre adesso gli si presentava come una donna comune.
«Non pensavo di trovarvi a Roma» esclamò Vittoria.
«Non sapevo neanche io che sarei venuto fino a qualche giorno fa» rispose lui, ancora confuso da quello strano e inaspettato incontro, «vi credevo ad Ischia, signora marchesa.»
Vittoria sorrise ancora e lasciò che i suoi occhi vagassero sul volto di lui, più lo guardava più era curiosa di conoscerlo: aveva qualcosa che lo rendeva diverso da tutti quei gentiluomini che aveva sempre conosciuto, qualcosa che lo rendeva tutto particolare.
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Uno dio per la sua bocca parla
Historical FictionVittoria è figlia di un Colonna, appartiene ad una delle famiglie più influenti di Roma ma la vita nello sfarzo non la preserva da delusioni, amarezze e sofferenza. È una fanciulla innamorata, in perenne adorazione del bellissimo marchese di Pescara...