Sorprendendo tutti, persino il Papa, Vittoria era partita da Napoli con sei dame di compagnia e altrettante guardie, era arrivata a Roma ma ci era stata pochi giorni, e adesso si trovava alle porte di Ferrara, da lì aveva in programma di arrivare a Venezia per potersi imbarcare verso la Terra Santa. Nonostante cercasse di convincere se stessa che non era vero, il viaggio, sin da pochi giorno dopo la sua partenza, le stava risultando faticoso, molto di più di quanto si fosse aspettata. Sapeva che non erano solo le tante ore di cavalcata a spossarla così tanto, sentiva degli strani giramenti di testa e dei dolori ai fianchi che cercava invano di attribuire alla posizione in cui cavalcava.
«State bene, signora marchesa?» le sussurrò una delle sue dame di compagnia mentre avevano rallentato il loro andamento, erano sulla strada che portava al centro della città, al castello estense, la residenza del duca e della duchessa. Aveva scritto a Ercole II d'Este descrivendogli tutto il suo progetto e il duca di Ferrara aveva acconsentito con grande gioia ad ospitarla per qualche giorno prima che riprendesse il viaggio verso Venezia. Ercole II era figlio di Alfonso d'Este e, tramite suo padre che era stato, a suo tempo, protetto e aiutato da Fabrizio, era molto riconoscente alla famiglia dei Colonna. Aveva cercato di convincere Vittoria a rimanere almeno un mese ma lei aveva cortesemente rifiutato, voleva rimanere lì il meno possibile perché desiderava raggiungere più velocemente che poteva la Terra Santa.
«Sto bene, sono solo stanca» Vittoria annuì tentando di rassicurare la fanciulla con un sorriso, ma il suo viso bianco e pallido dimostrava tutto il contrario delle sue parole, «stiamo cavalcando da molto e non sono abituata a viaggi così lunghi.»
La damigella si trattenne dall'insistere ma la sua espressione esplicitava tutto il suo disappunto, non ci credeva e neanche Vittoria lo faceva.
Il castello era grande e imponente, interamente circondato da un fossato, costruito con mattoncini rossi e alte e massicce torri. Vittoria fu accolta in un modo ancora più festoso di quanto potesse immaginarsi, ad attenderla davanti all'ingresso del castello erano riuniti un gran numero di signori e dame insieme ad altrettante guardie che cingevano lo stendardo con lo stemma della famiglia degli Este. Il duca Ercole II la salutò con un grande inchino, era la prima volta che Vittoria lo vedeva ma già le piaceva il suo modo di comportarsi: era gentile e caloroso.
«È un grandissimo onore per noi avervi come nostra ospite seppur per un tempo così breve, signora marchesa» Vittoria notò che il duca aveva pronunciato le ultime parole con un tono veramente dispiaciuto, ne fu commossa perché questo significava che la sua presenza lì era davvero gradita e quelle che le aveva rivolto non erano solo parole di cortesia.
Un po' distante da lui c'era sua moglie, Renata di Valois, la figlia dell'ormai defunto re Luigi XII di Francia. La salutò molto cortesemente con il suo particolare accento francese, ma Vittoria si accorse che cercava sempre di non incrociare lo sguardo di suo marito: non fu difficile indovinare che il rapporto matrimoniale tra i due non fosse uno dei migliori.
Il duca le porse la mano per accompagnarla negli appartamenti che avevano preparato per lei e per il suo seguito, lei la accettò e proseguirono all'interno del castello uno affianco all'altra.
«Vi prego di riposarvi, signora marchesa» le disse Ercole II, i suoi occhi brillavano da quanto era felice di averla lì a Ferrara, «sarete stanca per il viaggio, ma questa sera non potevano rinunciare a fare dei festeggiamenti per il vostro arrivo che fossero degni del vostro nome e della vostra famiglia.»
Vittoria sorrise cercando di nascondere la sua reale preoccupazione: non voleva ammetterlo ma era stanchissima, la testa le girava in modo strano e le tempie le pulsavano, quella sera avrebbe voluto solamente poter risposare e dormire il prima possibile ma non poteva in alcun modo deludere il duca.
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Uno dio per la sua bocca parla
Fiction HistoriqueVittoria è figlia di un Colonna, appartiene ad una delle famiglie più influenti di Roma ma la vita nello sfarzo non la preserva da delusioni, amarezze e sofferenza. È una fanciulla innamorata, in perenne adorazione del bellissimo marchese di Pescara...