18. L'amor mi prende e la beltà mi lega (parte 2)

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I giardini vaticani erano pieni di gente. Michelangelo era appena arrivato e già si sentiva fuori posto, intorno a sé, tra busti, statue, fiori e fontane, erano radunati tutti gli invitati, facce che lo scultore conosceva ormai bene. Al suo arrivo venne accolto, ovviamente, da Sebastiano del Piombo che gli era andato incontro e aveva espresso tutto il suo piacere di vederlo lì.

«Mi credevate così codardo da non rispettare la parola data?» domandò Michelangelo non riuscendo però ad essere scherzoso, odiava tutto quello che aveva intorno e non riusciva neanche a fingere di esserne compiaciuto, «vi avevo detto che sarei venuto.»

«Avete fatto un grande sacrificio» ridacchiò il pittore veneziano facendogli cenno di raggiungere gli altri invitati, «ma vedrete che ne sarà valsa la pena.»

Michelangelo non lo credeva. Si guardò intorno: si trovava in un luogo meraviglioso, uno dei grandi giardini di appartenenza del Papa vicino al Vaticano, rigoglioso in quell'inizio di primavera. Il sole brillava alto nel cielo, un dolce vento muoveva le chiome degli alberi e trasportava le parole garbate e scelte degli ospiti. Da una parte, seduti su una panchina di pietra sotto un grande leccio, Michelangelo riconobbe il Castiglione, con i suoi vestiti eleganti, preziosi e rigorosamente all'ultima moda, il Bembo, con il suo fare di sapiente e Raffaello con il suo solito e gentile sorriso. Poco più in là, già impegnati in una profonda discussione, l'Ariosto, il Guicciardini e il Sannazaro. Tutti gli rivolsero un cenno di saluto, anche Raffaello ma Michelangelo si curò di ignorarlo.

«Dov'è Sua Santità?» domandò a bassa voce a Sebastiano del Piombo.

«Arriverà» il veneziano scrollò le spalle, era troppo allegro e felice perché il ritardo del Papa gli desse preoccupazione, «quando mai un uomo di così grande importanza non si fa attendere?»

Michelangelo non rispose, il Papa non era l'unica persona che ancora non era arrivata e questa cosa lo infastidiva: era venuto lì per lei, perché non c'era? Forse il pittore veneziano gli aveva mentito?

Lo scultore non seppe dire quanto tempo fosse passato, quante chiacchiere inutili e stupide fosse stato costretto ad ascoltare quando tutti smisero improvvisamente di parlare, l'attenzione dei presenti si rivolse alla coppia che era appena entrata nel giardino.

Michelangelo sentì il cuore scaldarsi, lasciò che il suo animo si appagasse della sua presenza. Non si era mai trovato a contemplare una bellezza femminile ma non riusciva a farne a meno, quella ragazza gli sembrava un sole che lo illuminava, lo riscaldava con i suoi raggi. La pelle bianchissima del suo volto si era tinta del rossore tipico delle vergini, i suoi occhi scuri parevano brillare come stelle, le labbra rosee aperte in un sincero sorriso. Camminava appoggiata al braccio di suo marito, ma Michelangelo gli rivolse appena uno sguardo, poi i suoi occhi tornarono a posarsi sull'elegante e graziosa figura di lei. Quelli di lei, invece, spaziavano per tutto il giardino e, più che osservava tutto ciò che aveva d'intorno, più il suo sorriso si allargava e le guance si arrossavano. Oh, quanto avrebbe voluto incontrare il suo sguardo, quanto avrebbe voluto che lei lo guardasse al suo stesso modo!

«Vi avevo detto che ci sarebbe stata» gli sussurrò Sebastiano del Piombo mentre osservava Vittoria Colonna con un sorriso di soddisfatta ammirazione sulle labbra, «vedrete che quando comincerà a parlare di letteratura e poesia ne rimarrete incantato.»

Lo era di già e lei non aveva ancora detto una parola, la situazione poteva peggiorare?

Tutti gli ospiti si alzarono e andarono incontro alla coppia, si presentarono uno dopo l'altro, Vittoria arrossì deliziata dalle dolci maniere del Bembo e dai complimenti dell'Ariosto. Michelangelo non si era avvicinato, era rimasto in disparte insieme a Sebastiano: non aveva senso mischiarsi insieme a quegli adulatori, anche solo sentire i loro elogi elaborati e per la maggior parte falsi lo infastidiva; non avrebbe fatto come loro anche se desiderava ardentemente poterle parlare di nuovo.

Uno dio per la sua bocca parlaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora