Nota

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Uno dio per la sua bocca parla è un romanzo e, come tale, è frutto di fantasia dell'autore. Nonostante questo molte sono le scene e le vicende di cui abbiamo avuto testimonianza e che ho deciso di riportare qui, alcune un po' cambiate altre molto simili a come dovevano essere avvenute. Ovviamente, oltre alla parte storica del matrimonio tra Vittoria e Ferdinando, realmente successi sono l'amore di Galeazzo di Tarsia e di Paolo Giovio (e, nel suo caso, anche il fatto della battaglia di Capo d'Orso, da lui stesso raccontato), la vicenda di Isabel de' Cardona e della collana di perle (narrata da Filonico Alicarnasseo), la caduta da cavallo di Vittoria nei pressi di Viterbo e il tentato pellegrinaggio in Terra Santa con il successivo soggiorno a Ferrara.

Per quanto riguarda Michelangelo il primo incontro nel romanzo è frutto di invenzione, in ogni caso è molto probabile che entrambi fossero presenti all'inaugurazione della Cappella Sistina ma non ne abbiamo documentazione. Anche i successivi incontri sono frutto di fantasia anche se non sono pochi gli studiosi che riconoscono Vittoria Colonna in molto disegni del Buonarroti databili agli anni 1520-1525. Probabilmente il collegamento tra i due era proprio Sebastiano del Piombo che era diventato, a detta del Vasari, ormai il ritrattista della marchesa di Pescara e anche di suo marito. Il loro legame è sicuramente consolidato molto più tardi, nel 1538, grazie alla documentazione di Francisco di Hollanda, ma è chiaro che i loro rapporti, in quegli anni, erano già stati avviati in precedenza.
Il cartone Noli Me Tangere è stato realmente realizzato per la marchesa di Pescara da Michelangelo però la versione originale, dipinta poi dal Pontormo. La storia del volto della Vergine nell'affresco del Giudizio Universale è di invenzione, ma alcuni studiosi hanno seriamente avanzato l'ipotesi che le fattezze di Maria e Gesù sarebbero quelle di Vittoria e di Tommaso de' Cavalieri. Per Tommaso de' Cavalieri non mi esprimo perché di lui non abbiamo ritratti, ma per quanto riguarda Vittoria, se si osservano i lineamenti della Vergine del Giudizio possono davvero corrispondere con quelli dei ritratti di Sebastiano del Piombo e con i disegni, sempre di Michelangelo, di cui ho parlato prima.

Il circolo degli Spirituali, la cosiddetta Ecclesia Viterbensis, è stato realmente un serio problema per la Chiesa di Roma che, dopo una lunga caccia, tra tutti gli esponenti, è riuscita a giustiziare al rogo solo Pietro Carnesecchi di cui abbiamo registrato l'interrogatorio e che ci fornisce molte indicazioni sui tutti i componenti del circolo e soprattutto su Vittoria. Non è da escludere che molte delle loro idee fossero legate alla dottrina luterana e che quindi discordassero davvero con l'ortodossia della Chiesa di Roma ma è certo che non era loro intenzione fare un nuovo scisma come era accaduto in Germania e stava accadendo in Inghilterra.
Michelangelo, nonostante nessuno lo dica, ne ha fatto realmente parte, seppur non fosse presente sempre perché risiedeva a Roma. Sicuramente è stato introdotto da Vittoria e queste nuove idee religiose sono visibili in tutte le opere degli ultimi anni dell'artista. In ogni caso Michelangelo era intoccabile, il Papa e l'Inquisizione non potevano in nessun modo accanirsi contro di lui.

Ci tengo anche a sottolineare che il capitolo dell'incontro in San Silvestro al Quirinale è interamente ricalcato sull'opera originale di Francisco de Hollanda, il De pintura antigua (che ho citato nella Bibliografia), ma tutta la narrazione è stata scritta da me: non mi sono inventata dello strano e inusuale invito di Michelangelo alla marchesa ma, invece, è frutto della mia fantasia l'incontro effettivo alle rovine perché, infatti, di questa cosa non ne viene più fatta menzione.

Ovviamente, però, essendo comunque un'opera romanzata, ho dovuto aggiustare alcune cose. Ci tenevo a precisare gli errori così che non venga preso tutto quello che accade in questo romanzo come verità.

• Dopo il soglio pontificio di Leone X non viene eletto subito Clemente VII, come ho fatto succedere nel romanzo per questioni di praticità, ma Papa Adriano VI che però muore poco dopo.

•Nella narrazione del matrimonio di Costanza d'Avalos e Alfonso Piccolomini mi sono presa il permesso di "mischiare" due eventi. Erano due i matrimoni che nello stesso arco di tempo si sono celebrati nel Regno di Napoli: quello di Costanza d'Avalos e Alfonso Piccolomini e quello, ancora più importante, di Bona Sforza e di re Sigismondo di Polonia. Dato che scrivere due capitoli quasi uguali, uno di seguito all'altro, mi sembrava eccessivo e pesante ho scelto di inserire ciò che la cronaca racconta del matrimonio del re di Polonia (il ritardo di Ferdinando d'Avalos e la descrizione dell'abito di Vittoria) in quello di poco precedente di Costanza d'Avalos, essendo un personaggio che avevo già presentato.

I personaggi, invece, sono tutti realmente esistiti, anche i servitori di Vittoria: una certa madonna Prudenzia viene citata come la ragazza che si prendeva cura di Vittoria poco prima e durante la sua morte nell'interrogatorio del Carnesecchi ad opera del Tribunale del Sant'Uffizio e che probabilmente era a conoscenza dei pensieri religiosi della marchesa. Foao, invece, è il garzone che Vittoria manda per chiamare Michelangelo nel primo dialogo di Francisco de Hollanda e Çapata, invece, è proprio un interlocutore attivo nel terzo dialogo, quando Vittoria è assente.

Mi scuso se ci sono incongruenze storiche di cui posso non essermi resa conto ma, lo dico senza problemi, non ho alcuna preparazione professionale su questi argomenti, sono una studentessa di un liceo scientifico che ha dovuto studiare tutto da sola.

Per i più curiosi - e qui ringrazio immensamente Nunzio Albanelli per aver reso pubblico il contenuto del suo studio (che ho citato nella bibliografia) - durante la riesumazione delle salme nella cripta della chiesa di San Domenico Maggiore a Napoli, è stata identificata e riesumata anche quella creduta scomparsa di Vittoria Colonna. Molte sono le prove che conducono a pensare che quello sia proprio il corpo della marchesa, e, grazie a questa ricerca, abbiamo potuto farci un'idea delle malattie di cui soffriva. Mi sono soffermata ma non tanto, nel romanzo, sulla questione della sterilità ma, a quanto pare, il problema generale è molto più complesso: Vittoria soffriva di una forma non molto accentuata di ginandria (una condizione più o meno accentuata di pseudoermafroditismo), mentre la malattia per cui è morta, aggravata anche dallo stile di vita povero e dalle condizioni psicologiche, è molto probabilmente una specie di tubercolosi renale.

Ringrazio con tutto il cuore tutti coloro che sono arrivati alla fine del romanzo e spero che questa storia abbia potuto lasciarvi qualche conoscenza in più.

Elena🧡

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