51.Perché 'l tuo gran valore d'ogni men grado accresce suo durezza (parte 1)

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Vittoria, nonostante il medico non lo credesse possibile, si riprese meglio di quanto chiunque avrebbe potuto immaginare. Ci vollero molte settimane prima che la febbre le scendesse del tutto e altrettanti giorni prima che si fosse rimessa quasi completamente e potesse tornare alle sue normali attività. Continuavano i dolori ai fianchi e continuava il costante senso di stanchezza, ma Vittoria ormai ci badava poco: era convinta che, per quelle cose, non ci si potesse fare niente e si era decisa di non pensarci, Dio avrebbe fatto di lei quello che avesse voluto. Furono in molti coloro che vennero a farle visita, in parte a causa della sua malattia la cui notizia si era diffusa in tutta Roma e in parte per interessi personali.

«Signora marchesa, avete una visita» la sorella portinaia bussò alla porta della sua cella.

Vittoria sperò che fosse Michelangelo, aspettava una sua visita da quando aveva cominciato a stare meglio, ma non era ancora avvenuta. Dopo quel sonetto lei non gli aveva più scritto, non avrebbe neanche saputo che cosa dirgli: Michelangelo, con quelle rime, si era esposto più del dovuto e non poteva aspettarsi che Vittoria accogliesse tanto apertamente questa sua dichiarazione d'amore e della sofferenza che il rifiuto di lei gli causava.

Vittoria non sapeva come avrebbe dovuto comportarsi, non credeva di avergli mai mostrato un comportamento che fosse in grado di ferirlo, non gli aveva mai nascosto quanto gli volesse bene, ma non aveva mai neanche accennato ad un altro tipo di amore, quello che lui intendeva. Non sapeva come Michelangelo avesse inteso questo suo silenzio, le aveva scritto qualche giorno prima in un modo diverso da come usava fare: niente elogi, niente frasi dolci e effusioni amorose nelle sue righe ma le sue parole significavano solamente un freddo e distaccato sollievo per la sua guarigione. Che si fosse offeso? Che avesse interpretato in modo troppo duro la sua reazione a quel sonetto? Vittoria gli aveva risposto subito, non voleva che i suoi toni sembrassero mutati ma forse un po' lo erano: non avrebbe voluto mostrargli ciò che non provava, l'affetto che aveva nei suoi confronti era diverso dall'amore che lui le aveva palesato donandole quel sonetto. Non aveva alcuna intenzione di causargli dolore, di parere non apprezzare i suoi sentimenti, ma non poteva nemmeno fare in modo che lui si credesse ricambiato. In un altro momento, forse, avrebbe desiderato essere amata come Michelangelo l'amava e avrebbe fatto di tutto perché questo amore diventasse sempre più forte nel tempo, ma adesso era cambiata, aveva posto la sua vita nelle mani di Dio e a Lui si era donata completamente, anima e corpo, e non poteva tornare indietro.

Cercò di nascondere la delusione quando vide davanti a sé Pietro Bembo, si costrinse a sorridergli e ad accoglierlo con le migliori maniere.

«Signora marchesa, non sapete quanto piacere mi fa potervi vedere in perfetta salute!» esclamò prendendole la mano e baciandola in modo anche eccessivamente elegante.

«Era da molto che non vi vedevo, signor Bembo» rispose Vittoria, «siete stato molto gentile a preoccuparvi per la mia salute.»

«Non sapete quanta stima abbia di voi, signora marchesa» le sorrise, «siete un esempio per me, vi siete ritirata in un convento per lodare Dio con le vostre preghiere giorno e notte.»

«Vi ringrazio» il tono di Vittoria smise di nascondere i suoi veri sentimenti, c'era qualcosa sotto, lo sapeva, lo aveva capito sin da quando aveva visto che era venuto: era parecchio che non si interessava più a lei, era passato molto tempo dall'ultima lettera che le aveva scritto e adesso veniva a farle visita così all'improvviso, usando la scusa della sua malattia? «È da molto, ormai, che conduco questo stile di vita, ve ne siete accorto solo ora?»

Il tono leggermente ironico e irritato di Vittoria non mutò l'espressione tranquilla e serena sul volto del Bembo.

«Non credete che la vostra salute non mi interessi, perché mi interessa eccome» disse, «ma, dato che sono qui, avrei un favore da chiedervi.»

Uno dio per la sua bocca parlaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora