13 giugno 1507
«Signorina Vittoria» la serva stava bussando alla porta, ancora, insistentemente.
Vittoria, che si stava dando un'ultima sistemata all'abito e ai capelli, abbandonò la sua immagine riflessa nello specchio e corse alla porta.
«Signorina, Sua Eccellenza è già pronta» continuò la donna dando un altro colpo, «non può aspettare molto».
Vittoria aprì la porta e uscì, trovandosi davanti la serva.
«Eccomi» le disse facendole un largo sorriso.
Non poteva essere triste quel giorno, non le sarebbe riuscito in alcun modo: sarebbe andata a Napoli, in compagnia della duchessa Costanza d'Avalos, per stipulare, finalmente, dopo così tanti anni, il contratto matrimoniale. La ragazza non riusciva a contenere tutta la sua felicità, doveva cercare di mantenere un comportamento degno di una gran dama quale ormai era diventata, ma si sentiva completamente immersa nella gioia più pura. Poteva esserci qualcosa di più bello? Entro poco avrebbe sposato Ferdinando! Quando lo aveva saputo, ovvero quando Costanza le aveva inviato sua nipote a dirle che il giorno seguente sarebbe stato stipulato il contratto alla presenza dei due promessi sposi, aveva pianto dalla gioia.
«Lasciami respirare, Vittoria!» aveva esclamato, ridendo, la cugina Costanza, quando lei le si era gettata tra le braccia. Il piccolo Alfonso, fratello minore di Costanza che era venuto con lei, di circa quattro o cinque anni, nato poco dopo l'arrivo di Vittoria ad Ischia, era rimasto a guardarle curioso.
«Sua Signoria vi aspetta all'ingresso» le disse la serva, guardandola con un sorriso mesto.
Vittoria la ringraziò e non si fece neanche accompagnare, non stava nella pelle. Raggiunse il più velocemente che poteva l'ingresso del castello, cercando di non correre per non spettinarsi i capelli, ma costringendosi ad avanzare con passo veloce. Trovò Costanza, abbigliata magnificamente, con un abito di seta scura e i capelli, altrettanto scuri, intrecciati con nastri dorati, in compagnia di molti servitori e qualche guardia. Quando la vide non rallentò il passo, anzi, corse ancora più veloce raggiungendola e fermandosi al suo fianco. Costanza le fece un grande sorriso, mantenendo l'eleganza e il decoro di sempre, e infilò il braccio in quello della giovane ragazza.
«Ti vedo molto bene, mia cara» le sussurrò guardandola negli occhi: quello che quelli di Vittoria esprimevano era felicità pura e Costanza ne fu molto felice. Non tutte le giovani spose, soprattutto quelle costrette a matrimoni di convenienza con principi di altri paesi che non avevano neanche mai visto, erano felici di sposarsi: molte ragazze rimpiangevano la dolce infanzia, ma quello non sarebbe stato il caso di Vittoria. Costanza, come tutti quelli che, a corte, avevano avuto modo di vedere spesso la giovane Colonna, si erano accorti dei dolci sentimenti che la fanciulla provava nei confronti del bel rampollo della famiglia degli Avalos: non era possibile non notare come le brillavano gli occhi quando lo guardava, come le candide guance di lei si tingevano di un tenue rossore quando lui le rivolgeva uno sguardo o una parola, o la tensione che la invadeva quando erano uno accanto all'altra. Con Costanza, poi, Vittoria ne aveva anche parlato apertamente: il loro rapporto era diventato così stretto che sentiva di poterle aprire il proprio cuore, rivelarle tutto ciò che conteneva il suo animo, lei lo avrebbe custodito con la cura e l'apprensione di una madre.
«Sono così felice di sposarmi» le aveva detto Vittoria, abbassando timidamente gli occhi e mostrando un tenue sorriso.
Costanza le aveva accarezzato dolcemente una guancia che era diventata inevitabilmente rossa.
«E io sono felice di vederti così» le aveva risposto, poi aveva aggiunto, «sarai la più bella sposa di tutto il Regno di Napoli.»
Vittoria le aveva sorriso, lo sperava tanto.
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Uno dio per la sua bocca parla
Narrativa StoricaVittoria è figlia di un Colonna, appartiene ad una delle famiglie più influenti di Roma ma la vita nello sfarzo non la preserva da delusioni, amarezze e sofferenza. È una fanciulla innamorata, in perenne adorazione del bellissimo marchese di Pescara...