La situazione di Ascanio Colonna non andava per niente migliorando. Perugia si era arresa al Papa, il 5 giugno aveva aperto le sue porte alle schiere papali, rinunciando a tutte le antiche libertà che aveva provato a conservare. Ascanio Colonna, invece, per tentare di non ribellarsi direttamente al pontefice, non volle più prelevare il sale destinato ai suoi feudi nello Stato Pontificio, ma gli fu impedito in ogni modo, i suoi vassalli furono imprigionati e lui fu costretto a rompere, di nuovo, con il Papa.
Ascanio aveva cominciato a riunire soldati, chiamandoli da Napoli e dai feudi della Campania, e Vittoria, allarmata, gli aveva scritto più volte, incitandolo a lasciar stare, di non fare una guerra per una cosa così meschina, ma lui non aveva alcuna intenzione di sottostare agli ordini del Papa. I due eserciti si prepararono, Ascanio aveva scelto come proprio quartier generale Paliano ed era proprio lì che le schiere di Paolo III puntavano. Non c'era più niente da fare, Giovanna d'Aragona era scappata con i figli ad Ischia, aveva cercato di scrivere al Papa da laggiù per pregarlo di interrompere questo conflitto ma non era stata ascoltata.
Anche Vittoria doveva andare via, lo sapeva e lo aveva sempre saputo, sin dall'inizio di questa storia. Non sarebbe andata ad Ischia, per quanto fosse affezionata ormai la vita al castello era troppo diversa da quella che aveva intrapreso da tanto tempo, aveva deciso che non aveva più alcuna intenzione di uscire da un convento. La decisione arrivò velocemente: si sarebbe rifugiata nella non lontana Orvieto, nel convento di San Paolo, ma non poteva andarsene da Roma senza prendere congedo da Michelangelo.
***
Non ci fu bisogno che lo chiamasse per dirgli addio, fu lui, di sua spontanea volontà, a venire, allarmato per le notizie che venivano dal Papa. Lavorando nella Cappella Sistina aveva ricevuto nuove molto più precise di quelle che giravano di bocca in bocca tra la gente di Roma, non era riuscito più a stare tranquillo e si era sentito in obbligo di andare da lei.
Appena lo vide Vittoria dovette richiamarsi a tutta la sua forza di volontà per non scoppiare a piangere, non voleva in nessun modo abbandonare quei mesi di vita perfetta nel convento di San Silvestro in Capite, non voleva dire addio alla piacevolissima compagnia dell'artista, non voleva essere costretta a non vedere più Michelangelo al quale si era affezionata più di quanto avrebbe voluto e dovuto.
Rimasero a guardarsi in silenzio, non c'era bisogno di parole per esprimere tutto il loro dolore: entrambi avevano gli occhi lucidi, entrambi erano sull'orlo delle lacrime.
«Partirò domani per Orvieto» la voce di Vittoria era tremante, non voleva farlo non voleva andare via, «è stata una decisione improvvisa, vi avrei chiamato entro poco o sarei venuta da voi, ma voi siete stato più veloce. Non volevo partire senza salutarvi.»
«Tornerete prima o poi?» le domandò lui, la sua voce era appena un sussurro, «non credo di riuscire a stare a Roma senza di voi.»
Quelle parole, per poco, la fecero commuovere. Se solo avesse potuto lo avrebbe stretto tra le braccia, ma si limitò a prendergli le mani e stringerle nelle sue.
«Lo spero» si sforzò di sorridere ma i suoi occhi continuavano ad essere carichi di tristezza, «con chi parlerò quando sarò sola? Con chi passerò la domenica pomeriggio? Mi mancherete, Michelangelo.»
«Vi scriverò» rispose lui facendosi forza, «vi scriverò ogni giorno, se sarà necessario, per alleviare la vostra lontananza e quando riceverò le vostre lettere da Orvieto sarò l'uomo più felice del mondo.»
Vittoria sorrise malinconicamente, con gli occhi pieni di lacrime.
«Mi mancherete, signora marchesa» mormorò, lasciandole un lungo bacio sul palmo della mano, la lasciò andare non sapendo quando mai avrebbe potuto ancora tenerla fra le dita.
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Uno dio per la sua bocca parla
Fiksi SejarahVittoria è figlia di un Colonna, appartiene ad una delle famiglie più influenti di Roma ma la vita nello sfarzo non la preserva da delusioni, amarezze e sofferenza. È una fanciulla innamorata, in perenne adorazione del bellissimo marchese di Pescara...