Giulio II non resisté alla malattia, fu portato via all'inizio del 1513 da una violenta febbre che le malelingue non si preoccuparono di definire un sintomo della sifilide. Quello che fu veramente i medici non si erano curati di dirlo, forse proprio perché queste malelingue avevano ragione, e presto ci si preparò per l'elezione di un nuovo Papa. Contrariamente alle aspettative di tutti, sorprendendo persino gli stessi cardinali del conclave, venne eletto Giovanni de' Medici, il figlio di Lorenzo il Magnifico, la persona meno indicata ad essere il Santo Padre tra tutti i possibili pontefici. Forse, si cominciò a pensare, i cardinali intorno a lui lo avevano eletto in modo consapevole e avevano un piano: sfruttare la sua debolezza per manipolarlo ma Leone X, il nuovo Papa, si curò ben poco di loro, preoccupandosi solamente di dare feste e vivere il suo pontificato nello sfarzo, nel lusso e nel piacere.
La prima festa che diede fu proprio quella per la sua elezione e fu anche la più strana che il popolo di Roma avesse mai visto. Il Papa, per salutare tutti i suoi fedeli, avrebbe fatto un giro per le più importanti strade della città, ma la processione non si sarebbe limitata ad ospitare solamente carri e cavalli come chiunque si sarebbe aspettato: il re di Portogallo, in possesso di animali esotici, per fare un dono un po' particolare al nuovo pontefice gli aveva mandato un rinoceronte, che però era sceso dalla nave in uno stato piuttosto pietoso, e un elefante albino che Leone X aveva orgogliosamente battezzato lui stesso sotto il nome di Annone.
Annone era l'elefante più buono che si fosse visto e anche l'unico per la gente di Roma, tutti gli occhi erano fissi su di lui quando passava, bardato di tutti gli ornamenti come un cavallo e fornito pure di sella per il servitore del Papa che lo cavalcava e lo guidava per le strade della città. Dopo questa insolita processione, Leone X si sarebbe fermato nella Basilica di San Pietro in Vincoli, degna sostituta di San Pietro che era in fase di ricostruzione, e avrebbe investito chi meritava delle cariche cardinalizie oppure di nobiltà.
Vittoria era completamente presa dalla stranezza di quella festa, era un qualcosa che non aveva mai visto, aveva tutto un gusto così esotico e questo la affascinava immensamente. Stava sempre stretta a Ferdinando che non riusciva a staccare lo sguardo dall'elefante, probabilmente stava pensando a che strumento infallibile di guerra sarebbe stato. Accanto a lui Agnese di Montefeltro era sorretta da una parte dal suo figlio più grande, Federico, e dall'altra da Ascanio, mentre gli altri due più piccoli erano rimasti a Palazzo Colonna. Vicino a loro poi, per coronare la famiglia Colonna, Fabrizio e Pompeo, suo cugino, stavano discutendo e commentando i nuovi animali che vedevano passare davanti a loro.
Vittoria e Ferdinando erano stati invitati a Roma per un'importantissima occasione che avrebbe dato ancora più lustro e importanza alla famiglia dei Colonna: infatti, nella Basilica di San Pietro a Vincoli, qualche ora più tardi, Pompeo Colonna sarebbe stato investito cardinale. Avere qualcuno, in famiglia, che portasse la porpora era veramente un simbolo di grande importanza. Era quasi certo che avrebbe aspirato a diventare Papa, dopo il cardinalato era l'obbiettivo di tutti coloro che appartenevano ad una famiglia nobile: diventare pontefice era come diventare re, comportava un grandissimo potere e un altrettanto grande privilegio. Tutti i Colonna ci speravano ma la competizione non era facile, in ogni modo, la porpora era la prima, fondamentale tappa.
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La Basilica di San Pietro in Vincoli era piena di persone, Michelangelo non si sentiva a suo agio in mezzo a quelle famiglie nobili, alle donne riccamente vestite che parlottavano sedute sulle panche della chiesa e agli uomini che si scambiavano occhiatacce o sorrisi al di sotto dei loro cappelli piumati e dei farsetti di velluto. Anche lui, stavolta, non differiva molto da tutti gli altri invitati: suo fratello Buonarroto gli aveva portato da Firenze degli abiti pregiati e costosi da indossare per quell'occasione speciale. Nonostante a Michelangelo non interessasse il modo di vestire si rendeva conto che, per le nomine del Papa, era necessaria un po' di cura nel vestiario e nei modi. Buonarroto non aveva badato a spese e Michelangelo ne era un po' infastidito ma ormai era fatta: non capiva, però, perché suo padre e i suoi fratelli continuassero a voler vivere da nobili quando quei pochi soldi che avevano erano quelli che lui stesso si era guadagnato con quel lavoro che tanto criticavano.
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Uno dio per la sua bocca parla
Ficción históricaVittoria è figlia di un Colonna, appartiene ad una delle famiglie più influenti di Roma ma la vita nello sfarzo non la preserva da delusioni, amarezze e sofferenza. È una fanciulla innamorata, in perenne adorazione del bellissimo marchese di Pescara...