La marchesa di Pescara non era l'unica ad essersi rifugiata ad Ischia, ma fu solo la prima di una lunga serie. Il castello divenne un centro ancora più popolato di quanto già non fosse, sotto la protezione di Costanza d'Avalos si rifugiarono un grandissimo numero di letterati, poeti e artisti che, fuggiti da Roma, avevano trovato Ischia come unico rifugio sicuro. Fu in poco tempo, quindi, che la già ricca corte della duchessa si accrebbe ancora di più, arrivando ad ospitare tutti i più importanti intellettuali del tempo.
Vittoria si trovò a dover ringraziare Clemente VII per averle vietato di prendere i voti: per quanto il suo cuore fosse rivolto verso Dio e il mondo spirituale, doveva ammettere che i salotti letterari alla corte di Costanza erano un piacere di cui non avrebbe mai voluto fare a meno. Riprese a partecipare, come faceva prima della morte di suo marito, ma ciò non la privava dalla preghiera. Passava gran parte del suo tempo alternandosi dalla cappella alla sua stanza per pregare, continuava a vestire abiti semplici che stonavano in contrapposizione delle altre nobildonne, Costanza per prima, e non mostrava alcun segno di vanità. Questo era una delle caratteristiche che la rendeva affascinante agli occhi degli ospiti del castello, non c'era nessuno, tra i poeti e letterati, che non lodasse la sua castità.
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Fu uno di loro, in particolare, ad attirare l'attenzione di Vittoria. Era arrivato dopo che la situazione a Roma era diventata drastica, dopo che le truppe mercenarie dei lanzichenecchi di Carlo V e quelle dei Colonna avevano saccheggiato, senza alcune pietà, Roma, a maggio dell'anno 1527.
«Signora marchesa, si parla molto di voi e della vostra bellezza ma devo dire che le voci non erano abbastanza veritiere: lo siete di più di quanto si possa esprimere a parole.»
Vittoria lo osservò curiosa: era un uomo dalle maniere cortigiane, lineamenti non armoniosi ma intelligenti e furbi. I suoi occhi scuri si erano subito posati su di lei come se tutte le altre nobildonne non esistessero, la duchessa inclusa.
«È un onore fare la vostra conoscenza, signor Giovio» gli sorrise gentilmente.
Paolo Giovio aveva già fatto conoscenza con Alfonso d'Avalos ma non era mai venuto ad Ischia prima, era conosciuto per la sua grande cultura che spaziava in ogni campo. Sin dalla più tenera adolescenza era stato iniziato allo studio delle lingue antiche, come il greco e il latino, poi aveva studiato all'università di Padova filosofia e medicina, ma, col tempo, interessandosi alla politica e alla religione, era diventato anche scrittore e desiderava pure farsi vescovo. Era una figura di cui Vittoria aveva già sentito parlare e, nonostante non fosse mai stata molto desiderosa di incontrarlo, adesso che era lì non poteva che farle piacere.
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Quella sera, dato che l'ingigantita compagnia di Costanza d'Avalos doveva festeggiare l'arrivo di un così nobile nuovo membro, dopo una fastosa cena, si riunì, come sempre, a discutere. Paolo Giovo era, ovviamente, il centro dell'attenzione di tutti e lui mostrava di esserne fiero.
«Ringrazio per prima cosa la signora duchessa per la calorosa accoglienza» disse quando gli occhi di tutti si posarono su di lui, in attesa, Vittoria notò, però, che l'attenzione di lui era stranamente rivolta verso di lei, «il signor marchese del Vasto e la signora marchesa di Pescara.»
«Siete troppo gentile, signor Giovio» replicò Costanza con un cordiale sorriso sul volto, «mi fa molto piacere avervi come ospite: so che, insieme ai vostri studi di filosofia, medicina e religione, siete anche scrittore.»
Costanza si era curata di avviare la conversazione nella direzione che a lei interessava, la letteratura e, soprattutto l'attualità.
«Cerco di farlo, mia signora» rispose lui con tono falsamente modesto, «dubito fortemente, però, di essere al livello in cui Sua Eccellenza mi pone.»
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Uno dio per la sua bocca parla
Ficción históricaVittoria è figlia di un Colonna, appartiene ad una delle famiglie più influenti di Roma ma la vita nello sfarzo non la preserva da delusioni, amarezze e sofferenza. È una fanciulla innamorata, in perenne adorazione del bellissimo marchese di Pescara...