7.

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Il giorno dopo fu un giorno qualunque, non accadde nulla di speciale.

A scuola Ryan non mi guardò nemmeno negli occhi, come aveva fatto fino ad una settimana prima.
"Che stronzo." pensai. Il mio cervello mi diceva di stare lontana da lui ed io cercavo di seguire il suo consiglio perché, in fondo, era la giusta decisione. Ma il mio cuore diceva tutt'altro e, purtroppo, era molto difficile non seguire il cuore. Quel maledetto muscolo! Era grande quanto un pugno, ma riusciva ad avere il pieno controllo sul mio corpo. Veniva ferito, riempito di sentimenti contrastanti, ma rimaneva là a controllare ogni tua singola mossa.

Stavo passando tra i corridoi quando notai che erano già stati appesi i risultati degli esami. Mi avvicinai e cercai il mio nome. Era in fondo alla lista a causa dell'inizale. Era scritto con lettere cubitali e passai due minuti ad osservarlo, ma senza andare a leggere i risultati. Intorno a me c'erano ragazzi felici, altri tristi ed altri ancora delusi. La mia mente si stava chiedendo in quale categoria sarei finita una volta letto il risultato. Chiusi gli occhi e feci un respiro profondo. Mi feci forza e spostai lo sguardo più a destra. Rimasi impalata a leggere quel piccolo numero.

"Emma complimenti! È una rarità riuscire a passare con il massimo dei voti!" disse una voce femminile alle mie spalle.

"Ehm,... grazie!" risposi. Non conoscevo quella ragazza, ma cercai di essere gentile con lei.

Ero entusiasta, non potevo crederci. Avevo studiato tutto il tempo e per fortuna servì a qualcosa. Durante l'esame avevo tenuto sotto controllo l'ansia proprio come mi aveva detto Ryan.

Ryan.

Tornò nei miei pensieri come se niente fosse, distruggendo l'equilibrio che ero riuscita a instaurare per poche ore.

Insieme a lui, tornò anche Travis nei miei pensieri. Non potevo credere che l'uomo che aveva rovinato la mia vita, abitava insieme a Ryan, l'uomo che l'aveva resa migliore.

Andai a lezione di storia con Taylor. Notò subito il mio malumore, così non mi rivolse la parola per evitare di dire qualcosa d'inopportuno.

Lei sapeva tutto quello che era successo e, anche se a distanza di sette anni, aveva cercato di aiutarmi a farmi dimenticare tutto.

Suonò la campanella ed uscimmo dalla classe il più in fretta possibile per evitare incontri non molto piacevoli. Per fortuna, riuscimmo ad arrivare a casa "sane e salve".

"Beh? Non mi dici niente?" mi chiese Taylor chiudendo la porta.

"Ehm,..."

"Come sarebbe a dire "ehm..."! L'esame!"

"Oh, giusto. L'esame... beh, ché dire? Sono passata."

"Questo è il minimo. Hai passato ore chiusa nella tua camera a studiare!" disse togliendosi il cappotto. "Con quanto sei passata?"

"Con il massimo." dissi a bassa voce.

"Oh mio Dio! Em, è fantastico!!" urlò abbracciandomi. Taylor era sempre stata una ragazza molto espansiva e l'accaduto poteva confermarlo.

"Sì, lo so. Però, se non ti dispiace, vorrei riuscire a respirare!" dissi fingendo di soffocare tra le sue braccia.

"Oh, si certo. Scusa, scusa." disse picchiettandomi le guance. "Vado a vestirmi. Oggi ceno con Jake!"

"Di nuovo?" le chiesi. "Mi lasci di nuovo sola?" dissi appena annuì.

"Beh, non mi risulta che tu sia rimasta sola, l'altra sera." rispose con un sorriso malizioso.

Alzai gli occhi al cielo. Era davvero insopportabile quando si intrommetteva nella mia vita, ma era fatta così e dovevo abituarmici.

***

Erano le 23:43 e decisi di mettermi sotto le coperte. L'indomani non avrei avuto lezioni ed una bella dormita non faceva male a nessuno.

Iniziai a leggere il libro che mi aveva regalato Taylor per Natale. Avevo letto la trama sul retro della copertina e non sembrava per niente male. Lei mi aveva detto che, per decidere quale libro comprare, aveva letto pagina 99. Avevo già sentito dire una cosa simile altre due o tre volte. Molte persone, infatti, affermavano che per sapere se un libro poteva essere alla tua portata o meno, bastava leggere pagina 99. Io personalmente non seguivo questa "regola". Mi bastava sapere chi fosse l'autore e leggere il titolo e la trama per comprare un libro. Un po' come tutte le persone comuni su questo pianeta, no?

Era una serata ventosa e sentivo i rami sbattere contro il vetro fragile delle finestre. Quei rumori erano un po' inquietanti, ma continuai a leggere imperterrita. Era l'una passata quando spensi la luce.

Il letto divenne improvvisamente scomodo. Non riuscivo a trovare una posizione abbastanza comoda per riuscire a dormire senza troppi pensieri. Ma purtroppo questo non accadde.

Dopo nemmeno dieci minuti, qualcuno bussò alla finestra e non impiegai molto a fare due più due per capire di chi si trattasse.

Amami (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora