45.

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Sentire quella voce alle mie spalle mi fece venire i brividi. L'odio per quella ragazza aumentava sempre di più e non c'era nulla che potessi fare per ridurlo anche solo di un millesimo.

Presi un gran bel respiro per cercare di mandare giù tutta la rabbia che stava, pian piano, uscendo fuori.
Con calma, mi misi in piedi e mi voltai per guardarla dritta negli occhi.

"Fino a prova contraria, sei tu la troietta." dissi, puntandole contro un dito. Non sapevo nemmeno io se fosse stata la rabbia a parlare, ma, in qualsiasi caso, ero soddisfatta della mia reazione non troppo impulsiva.

"Oh no, mia cara. Ti sbagli di grosso." disse Kristen con stampato sul volto quel suo solito sorrisino spavaldo tinto di un rosso più acceso rispetto al solito.

"Quindi, secondo te, baciare ragazzi già fidanzati non può essere considerato un atto da troia? A mio parare, lo è eccome." ribadii, sempre più decisa sulla mie parole. Ero sempre stata una ragazza molto poco convinta delle proprie idee e, di conseguenza, facevo tanta fatica ad esprimere la mia opinione. Cosa che, a quanto pare, non stava succedendo in quel momento.

"Non l'ho baciato io. È stato lui a baciare me." continuò lei, sostenendo la sua tesi. Dio mio, ma aveva sempre una risposta pronta?

"A me è sembrato tutto il contrario. Considerando il fatto che sei stata tu a metterea tua maledetta lingua biforcuta nella bocca del mio ragazzo."

"Credi veramente che farei una cosa simile?" chiese, guardandomi con uno sguardo scioccato.

"Ehm... sì, direi proprio di sì." dissi senza nemmeno un minimo di esitazione.

"Beh, puoi pensare tutto quello che vuoi, ma sappi che Ryan ha gradito." disse, tirando fuori dalla tasca il cellulare che stava squillando. "Ora siamo una coppia, cara mia." continuò, mostrandomi la scritta Amore sul display del telefono con sotto il numero di cellulare di Ryan.

Mi si strinse il cuore e le lacrime iniziarono a punzecchiarmi gli occhi, quasi per pregarmi di uscir fuori. Ryan, ormai, era andato via dalla mia vita e non c'era nulla che potessi fare per farlo tornare.

Kristen era davanti e parlava con lui spudoratamente, come se io non esistessi. Aveva stampato sul suo viso ricoperto da chili di trucco quel sorrisetto compiaciuto che odiavo particolarmente, ma i suoi occhi erano piantati sui miei, come se potessero annientarmi da un momento all'altro.

Sentivo la voce di Ryan dall'altro capo del telefono e sembrava felice, felice come quando era con me. Non potevo credere che fosse tutto finito tra noi.

"Fa male, vero?" disse, non appena concluse la chiamata. "Fa male vedere il ragazzo che si ama lontano da te?"

L'odio aumentò ancora di più. Non mi ero mai sentita così arrabbiata e frustrata in tutta la mia vita. Sentivo il sangue che ribolliva nelle mie vene e stavo facendo una fatica immane pur di non saltarle addosso. Strinsi pugni così forte da sentire le unghie conficcarsi nella pelle dei palmi. Tremavo, ma non era paura. Il cuore batteva forte, ma non era amora. Sudavo freddo, ma non era timore. Era solamente rabbia e odio, contro di lei, contro di Ryan, contro di me.

"Non rispondi, eh?" continuò a punzecchiarmi, cercando in tutti modi di suscitare una minima reazione in me.

"Vaffanculo." dissi, semplicemente. Una parola che ne valeva mille. Dieci semplice lettere che riassumevano tutto quello che avevo da dire.

"Guarda che non è colpa mia se non riesci a tenerti strette le persone che ami. Insomma, guardati." disse, indicandomi con un gesto veloce della mano. "Hai fatto scappare Ryan, Travis e sono sicura che farai scappare anche Taylor. E poi, come dimenticare il tuo passato? Non sei riuscita a tenerti stretta nemmeno la tua famiglia."

Serrai la mascella, mentre la mia faccia diventava sempre più paonazza. Riuscire a trattenermi stava diventando un'impresa, ma dovevo riuscirci. L'unico obiettivo di Kristen era proprio quello di ottenere una mia reazione e non dovevo assolutamente dargliela vinta.

"Vai via Kristen." dissi, abbassando lo sguardo. Non riuscivo a guardarla negli occhi. Sapevo fosse un'azione da vigliacchi, ma ancora non ero pronta a tenere il suo sguardo.

"Come vuoi, troietta." disse, alzando le mani in segno di resa. "Ma sappi che non finisce così facilmente." continuò, rimettendo il telefono nella borsa.

La rabbia svanì pian piano, ma avevo ancora il fiatone ed il cuore batteva sempre più forte nel petto.

"Ah! Dimenticavo..." cominciò a dire Kristen, poco prima di incamminarsi verso casa sua. "Buona fortuna per l'esame finale." continuò, facendomi l'occhiolino.

La guardai girare i tacchi ed allontanarsi dalla mia visuale che ben presto si appannò a causa della lacrime. Le mie guance divennero rosse e vennero rigate da mille goccioline salate in poco tempo. Era bastata solo una frazione di secondo perché accadesse, come era bastata una frazione di secondo perché Ryan mi tradisse. Avevo sempre sentito dire che bastasse un solo attimo per innamorarsi, ma, in quel momento, ero convinta del fatto che ne bastesse altrettanto per odiare una persona.

Non potevo più sopportare quella situazione. Avevo bisogno di chiarimenti, avevo bisogno di capire perché Ryan avesse deciso di abbandonarmi in quel modo, senza nemmeno un minimo cenno di allontanamento nei miei confronti.

Dovevo capire un sacco di cose e, come sempre, i segreti offuscavano la mia vista.

***

Guardai l'ora nel mio telefono e vidi le cifre 2:45 apparire sul display. Stavo girando a vuoto da ore e, ogni singola volta che riuscivo a connettere il cervello al mondo esterno, mi ritrovavo sempre davanti casa mia, o meglio, davanti alla casa di Ryan.

La sua macchina non c'era e, essendo Sabato, doveva sicuramente essere a cena a casa del padre.

Ero andata parecchie volte a mangiare in quella casa. Per Ryan era davvero importante che io avessi un buon rapporto con suo padre, in quanto ultima persona della sua famiglia su cui contare.

Era piuttosto brutto pensare a quelle cene come un fatto passato, quasi remoto stando alla mia natura decisamente pessimista. Insomma, non sarebbe più tornato da me. Kristen aveva tutto: la bellezza, un fisico mozzafiato, i soldi... tutte qualità che non appartenevano alla sottoscritta.

I mesi precedenti non erano stati altro che un'illusione. Tutte quelle parole che mi aveva detto non erano altro che bugie. Ryan non mi aveva mai amata, ne ero certa. Ero solamente uno dei suoi classici passatempi.

Ero stanca di tutta quella situazione. Stanca del fatto che tutto riuscisse a colpirmi così forte per poi gettermi a terra senza nemmeno un minimo di forza. Ero debole, lo ero sempre stata. Ma me ne resi conto solo in quel momento.

Le palpebre iniziarono ad appesantarsi e decisi che fosse arrivato il momento di tornare a casa.
Non volevo entrare dalla porta per evitare di disturbare Taylor e Jake, visto che le luci della sala erano ancora accese. Così, mi avvicinai alla finestra della mia camera e sperai con tutto il mio cuore di non trovarla chiusa. Poggiai una mano sopra il vetro e, facendo poca forza, spinsi verso l'interno della stanza.

"Oh, grazie al Cielo." sospirai, appena la finestra si aprì.

Entrai nella mia camera e, lasciando le finestra socchiusa, mi misi a letto per cercare di riposare almeno qualche ora.

I pensieri iniziarono a vagare nella mie mente, ma, ormai, erano diventati come una storiella della buonanotte per me. Così, in pochissimi minuti, mi addormentai.

Amami (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora