25.

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"Emma! Sono tornat... Oh mio Dio! Stai bene?" disse dopo avermi vista.

Erano passate due ore dall'incontro con mia madre e non ero riuscita a riprendermi del tutto.

Finalmente tutto stava andando per il verso giusto, ma, a quanto pare, era davvero difficile riuscire ad ottenere la vita che avevo sempre sognato. Stavo iniziando a pensare che tenere nascosto il passato fosse la soluzione migliore.

"Più o meno." dissi con un filo di voce.

Si avvicinò e si sedette vicino a me. "Lo sai che a me puoi dire tutto, vero?" mi disse con fare comprensivo.

Annuii. "Ora non me la sento." aggiunsi.

Si alzò e sparì dalla mia visuale per un paio di minuti. Poco dopo la vidi tornare con una coperta ed un bicchiere d'acqua.

"Ecco a te." disse posandomi la coperta sulle gambe.

"Grazie." dissi abbozzando un falso sorriso.

Taylor mi sorrise e, dopo avermi passato il bicchiere con l'acqua, si risistemó al mio fianco.

"Lo sai che non mi alzerò da qui finché non mi avrai raccontato tutto, vero?" chiese alzando un sopracciglio.

"Sì, lo so." dissi inspirando profondamente.

"Bene. Meglio così." disse alzando le spalle.

Come se non fosse successo assolutamente niente, si allungó per prendere il telecomando ed accese la televisione. Iniziò a fare zapping tra i canali ed alla fine trovò un film.

"Ti va di vederlo?" disse indicando con la testa la televisione.

"Sì, perché no?" dissi. "Che film è?"

"Ho cercato il tuo nome. È un film d'amore, sicura di volerlo vedere?"

"Se non sbaglio esiste un libro con lo stesso titolo e comunque sì, sono sicura."

"Nella trama c'è scritto che è un film tratto dall'omonimo libro di Nicholas Sparks."

"Ah già! Che stupida che sono."

"Lo conosci?" mi chiese.

"Certo che si! Ho letto tutti i libri di Nicholas Sparks!"

"Ma è quel tizio che ha scritto 'Città di carta'?" chiese.

Mi caddero le braccia a sentire quelle parole. Come diavolo faceva a confondere Nicholas Sparks con John Green?
"Dimmi che scherzi." dissi sperando vivamente che fosse così.

"No, sono seria."

Oh mio Dio. "No, non è lo stesso 'tizio', come lo chiami tu. Uno è Sparks, l'altro è Green."

"Ah già! Non mi piace leggere, perciò non sono al corrente di tutte queste cose."

"Me me sono accorta." dissi sorridendo.
Quella ragazza riusciva a farmi sorridere anche nei momenti peggiori. E la cosa bella è che lo faceva involontariamente.

"Io non sono esperta nel tuo campo, tu non sei esperta nel mio." disse alzando le spalle. "Sapresti riconoscere una borsa Louis Vuitton?" chiese come per mettermi alla prova.

"Certo che sì!" dissi, anche se poco convinta. "È marrone ed ha stampate numerose 'L' e 'V' incastrare tra di loro e delle specie di fiorellini."

"Mi può bastare come risposta."

Io sorrisi soddisfatta.

Avevo i capelli che mi si appiccicavano al volto a causa del mio pianto e, così, li sollevai in una coda. Non era venuta un gran ché, infatti era piuttosto disordinata, ma almeno i capelli non mi facevano più il solletico sulle guance.

"Te la senti di raccontarmi cosa è successo?" mi chiese Taylor.

Presi un respiro profondo e le raccontai l'accaduto.

Lei mi ascoltava con gli occhi socchiusi, senza aggiungere nemmeno una parola. Ogni tanto scuoteva la testa in segno di disgusto, altre volte annuiva.

"Io lo ammazzo." disse dopo il mio 'racconto'.

"Tay, è la mia vita, non la tua."

"Sì, è la tua vita. Ma, fino a prova contraria, ci faccio parte anche io. Insomma, sono la tua migliore amica, la tua coinquilina, la ragazza che ti para il culo quando fai casini. Sono la spalla su cui piangi, sono la mente che ti da consigli, la pacca che ti da la forza di andare avanti. È sarò anche l'assassina di quel bastardo di Travis."

Quelle parole mi toccarono particolarmente. Un sorriso mi spuntò sulle labbra e i miei occhi si riempiono di lacrime. Era proprio in quei momenti che i veri amici si facevano vivi ed era proprio in quel momomento che io ne avevo una al mio fianco.

Mi alzai di scatto ed andai ad abbracciarla. Scoppiai in lacrime tra le sue braccia e lei mi strinse ancora più forte.

"Ehii, andrà tutto bene." disse contro i miei capelli. "Ci sono io e non sono l'unica ad esserci. C'è anche Ryan con tutta la sua banda e ci sono anche Jake e Danielle."

"Lo so." dissi solamente.

"Quel bastardo non si farà più vedere." disse. "Dai, andiamo a riposarci. È stata una lunga giornata."

Io annuii e, avvolgendomi nella coperta, andai nella mia camera.

Dopo la chiamata di Travia ero uscita di casa senza sistemare la mia scrivania. C'era libri ovunque ed il mio computer giaceva sul letto. Avevo lasciato accesa anche l'abat jour.

Mi misi sotto le coperte fregandomene di tutto quel casino. Potevo sistemare tranquillamente il giorno successivo.

Fu davvero difficile riuscire a prendere sonno, soprattutto dopo che sentii la mia finestra aprirsi.

"Buonasera." disse Ryan sistemandosi accanto a me.

"Ciao." dissi girandomi verso di lui.

Lui sorrise e mi strinse forte a lui. "Hai presente quando ti avevo detto che non potevano stare insieme?"

"Sì, mi ricordo."

"Beh,.. era perché io sapevo la verità e non volevo nasconderti un segreto così grande."

"Taylor ti ha detto tutto, eh?"

"Eh già." disse dandomi un bacio leggere sulla fronte. "Ma ora siamo solo io e te e niente ci separerá."

"Ti amo, Ryan." dissi baciandolo.

"Ti amo, Em."

Amami (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora