"T-taylor?" dissi, cercando di mantenere un tono abbastanza fermo. Non sapevo se le mie parole avevano assunto un non so ché di disperato o di sconvolto, ma in quel momento il mio cervello non riusciva a ragionare lucidamente. Taylor era la mia unica vera amica, una delle poche persone che conoscevano tutta la verità e che mi sostenevano nei momenti più difficili. Lei era una ragazza sempre allegra e sorridente e mi era difficile pensare che le fosse accaduto qualcosa di brutto. Sapevo benissimo che non bisognava mai pensare negativo, ma dalla faccia di Jake si capiva benissimo che la situazione non era una delle migliori.
"Vieni con me." disse solamente, abbassando lo sguardo. Un'ombra scura gli passò sul volto, come se un mucchio di pensieri negativi gli fossero tornati in mente.
Mi voltai verso Ryan che era ancora seduto sul muretto. Anche lui non era messo molto meglio di Jake. Lo sguardo basso e la testa tra le mani, ne erano la conferma.
"Ryan..." iniziai a dire. Non volevo lasciarlo solo, anzi non potevo. Era una cosa crudele lasciarlo là seduto in balia al suo passato.
"Vai." disse alzando lo sguardo. "Non preoccuparti per me, starò bene. Taylor ha bisogno di te in questo momento."
Fortunatamente, Ryan riuscì a capire la mia situazione di profonda confusione.
Cercai di sfoderare un sorriso almeno lontanamente dolce, ma riuscii a creare solo una piccola smorfia. Ryan fece lo stesso, come per farmi vedere le sue abilità nel sorridere, come per farmi vedere come fare. Ma nemmeno lui riuscì nella sua impresa.Jake mi prese per un braccio e mi condusse fuori dalla scuola. Non ebbi il coraggio di girarmi a vedere Ryan, non potevo sopportare di vedere ancora i suoi occhi tristi. Mi sentivo una stronza per averlo lasciato solo, ma Taylor aveva bisogno di me in quel momento.
"Cosa è successo, Jake?" dissi con il fiatone. Stavamo camminando a passo molto svelto per riuscire ad arrivare da Taylor in poco tempo e di conseguenza avevo il fiato corto.
"Non lo so, Emma. Non lo so cosa le sia passato per la mente." disse chiaramente disperato. Iniziò a passarsi le mani tra i capelli per la frustrazione e notaii che le sue mani tremavano, come le mie. "S-sono entrato a casa vostra e lei non c'era." continuò, spiegandomi l'accaduto.
"Le ho mandato un messaggio ed ho provato a chiamarla diverse volte, ma non ho ricevuto nessuna risposta. Poi mi è arrivata una telefonata da un numero a me sconosciuto e mi ha detto che Taylor si trovava in ospedale.""Oh." dissi, non sapendo che altro dire. "Hai incontrato la persona che ti ha chiamato?"
"Sì." disse, facendo su e giù con la testa. "È una ragazza. È molto simile a Tay, sia di aspetto che di carattere."
"Ti ha detto il suo nome? Insomma, per riuscire a capirci qualcosa." dissi, dopo che passammo di fronte a casa mia. L'ospedale distava pochi minuti dalla mia abitazione, perciò sarei arrivata da lei in poco tempo.
"Kate, credo. O comunque qualcosa di simile."
Kate, Kate, Kate. Quel nome continuava a martellarmi il cervello. Lo avevo già sentito da qualche parte, ma non riuscivo a ricordare né dove e né in quale circostanza.
"Ti dice qualcosa?" chiese Jake, notando la mia espressione pensierosa.
Continuai a camminare a testa bassa, cercando in tutti modi possibili ed inimmaginabili di riuscire a ricordare quel nome. Eppure mi sembrava che appartenesse ad una persona importante nella vita di Taylor.
"Sua sorella." sussurai dopo essermi ricordata chi fosse Kate.Taylor me ne aveva parlato la sera della cena a casa di Jake, tempo prima.
"Tay ha una sorella?" mi chiese Jake senza capire. Non potevo dargli torto. Insomma, avevo scoperto dell'esistenza di questa misteriosa sorella solo per puro caso e non sapevo assolutamente nulla sul suo conto, se non il suo nome.
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Amami (in revisione)
RomanceUn racconto che parla della storia di una ragazza che ha sempre vissuto in mezzo ai segreti e nel dolore, causato principalmente dalla mancanza di una famiglia. Il suo nome è Emma Thompson ed è una studentessa del college. Emma è follemente innamor...