"Com'è andata la passeggiata?" mi chiese Tay non appena varcai la porta di casa. Appoggiai il telefono sul tavolino vicino all'entrata e, dopo averle rivolto uno sguardo che diceva mille parole, lei alzò le mani in segno di scuse.
Dovevo avere una faccia orribilante in quel momento. Insomma, ero arrabbiata, triste, confusa e sollevata e non credevo che quella combinazione potesse essere l'equivalente di un sorriso smaliante.
"Vuoi parlarne?" mi chiese, cercando di assumere un tono tranquillo e comprensivo.
"Ho raccontato il mio passato." iniziai a dire, guardandomi la punta dei piedi. "Ho raccontato il mio passato ad una persona a cui avevo rivolto la parola dieci volte, al massimo."
"T-tu sei riuscita a parlare di quella notte?" chiese incredula. Le sue pupille si dilatarono in un maniera che ancora non avevo mai visto, forse per via di un misto di emozioni tra la felicità e lo stupore.
Abbassai lo sguardo, non riuscendo in alcun modo a sostenere il suo ed annuii con lenti e piccoli movimenti, avendo paura della sua reazione.
"Oddio, Em." disse, portandosi una mano alla bocca. Rimase ferma, in piedi vicino al divano. Appena alzai lo sguardo, vidi le punte delle sue dita sbiancarsi leggermente, segno che stava premendo la mano con una forza a lei sconosciuta. I suoi occhi si fecero più piccoli e iniziai a vedere anche delle piccole goccioline formarsi attorno alle sue pupille.
"Vieni qua." disse, avvicinandosi a me con le braccia aperte.Accolsi il suo stupendo abbraccio. Era da tanto che non abbracciavo una persona in modo così forte e caloroso. Fu uno dei pochi abbracci significativi che diedi in tutta la mia vita. Era davvero bello sentirsi, anche se solo per pochi secondi, protetta da un'altra persona. Era come se, in quel momento, non dovessi più preoccuparmi di superare tutto il dolore da sola perché ero sicura che Taylor sarebbe stata accanto a me, aiutandomi nelle difficoltà.
"Come ti senti?" mi chiese dopo che ci fummo sedute sul divano. Girai la testa per guardarla negli occhi e vidi un sorriso timido e rassicurante apparire sul suo volto.
"Mi sento..." iniziai a dire, ma appena pronunciai quelle parole mi resi conto di non essere a conoscenza del mio stato d'animo. Mi sentivo strana. Erano passati un po' di anni dall'ultima volta che parlai del mio passato e, forse, mi sentivo più leggera dopo averlo detto ad una nuova persona. Ma, comunque, sentivo un peso in più perché dovevo cercare in tutti i modi di fidarmi di Justin.
"Sinceramente? Non lo so nemmeno io." dissi, non trovando altre espressioni corrette per esprimere quello che stavo provando."Ti va di fare qualcosa?" propose Taylor, alzandosi dal divano. Lei era una di quelle ragazze che preferiva non pensare al problema, anziché trovare la soluzione. In poche parole, era il mio esatto opposto. Io potevo passare anche mesi, oppure anni, per cercare in tutti modi di eliminare il problema. Mi era davvero difficile passarci sopra e smettere di pensarci, anzi, era impossibile. "Possiamo guardare un film e mangiare schifezze! Che ne dici?" continuò.
"Okay, dai." risposi, non riuscendo a darle una risposta negativa. Insomma, sembrava la ragazza più felice del mondo in quel momento, non potevo infrangere i suoi "sogni".
"Ottima scelta." rispose lei con un sorriso a trentadue denti. Saltellando come una bimba felice, si rifugiò in cucina, iniziando a frugare nella dispensa alla ricerca di varie schifezze tipo patatine, popcorn e cose simili.
"Che film guardiamo?" chiesi a voce alta per farmi sentire da Taylor. Ne avevamo un bel po' da vedere, quindi, ogni volta, passavamo più tempo a scegliere che a guardare il film stesso.
"Ho voglia di guardarne uno con Channing Tatum." urlò lei a sua volta. Sembravamo due pazze in quel momento, ma poco importava.
"Che ne dici di Magic Mike?" chiesi, iniziando a rovistare nelle colonna dei film riservata a lui. Due pazze come noi, non avrebbero mai e poi mai diviso i DVD in base alla categoria, ma, semplicemente, in base agli attori che interpretano i ruoli principali. C'era una colonna dedicata a Zac Efron, una a Brad Pitt, un'altra ancora a Logan Lerman e tanti altri.
"L'ho visto stanotte. Non mi va di rivederlo." si lamentò lei, facendo la sua entrata trionfale in sala. Poggiò il cibo e le bibite sul tavolino davanti al divano e si precipitò accanto a me per aiutarmi nella scelta.
"Questo." disse, porgendomi il cofanetto tra le mani.
"Every second chance begins with a first step." dissi, leggendo la frase sulla copertina.
"Step Up." aggiunse lei con occhi sognanti. Non potevo darle torto. Avevo guardato quel film decine e decine di volte senza mai stancarmi, quindi ero pienamente d'accordo con lei per la sua scelta.
Passammo l'ora e mezza successiva a mangiare, guardare il film e, ovviamente, a sbavare sugli addominali di Channing. Quel ragazzo mi ricordava Ryan. Aveva un carattere forte e deciso proprio come lui e sapeva alla perfezione che cosa desiderava. L'immagine di Ryan, apparve davanti ai miei occhi, facendomi scordare del resto del mondo. Mi mancava e non poco, ma si era comportato da stronzo ed era difficile riuscire a perdonarlo.
"Emma!!" urlò Taylor, agitando la mano davanti ai miei occhi come per svegliarmi da uno stato di trans.
"Mi stavi chiamando?" chiesi con un tono imbarazzato. Quando ero piccola mi capitava spesso di perdermi nel vuoto più totale, ma dopo l'incidente non era più successo nulla di simile.
"In realtà, sto parlando da almeno cinque minuti." disse, prendendo il telecomando per spegnere la televisione.
"E cosa stavi dicendo?" chiesi, cercando di sforzare un sorriso dolce nell'intento di farle provare compassione nei miei confronti.
"Aahh!" disse lei, alzando gli occhi al cielo come segno di esagerazione. "Lascia stare, Em."
"Non potresti ripetere senza fare tan..." iniziai a dire prima che qualcuno suonasse il campanello. Mi girai verso Tay, come per chiedere chi delle due dovesse andare ad aprire e dai suoi occhi piccoli quanto due fessure e dalle sue narici leggermente dilatate, capii che quel qualcuno dovevo essere io.
Mi alzai con poca voglia e, strusciando i piedi sul pavimento, mi avviai verso la porta.
"Ciao Em! Taylor è a casa?" chiese Jake, non appena aprii la porta.
"Era di questo che stavo parlando." disse Taylor, sottolineando la parola "questo".
"Oh." aggiunsi io, non avendo la più pallida idea di cosa dire.
"Taylor ed io ceniamo insieme stasera." disse Jake, imbarazzato.
"Allora vi lascio soli." dissi, prendendo le chiavi ed il telefono che erano ancora poggiati accanto alla porta.
Salutai velocemente Tay e Jake ed uscii di casa per evitare di fare la fine del classico terzo incomodo.
Appena misi piedi fuori casa, un vento gelido mi fece venire i brividi lungo tutta la schiena. Avevo dimenticato il giacchino sul divano e non mi sembrava il caso di piombare a casa a prenderlo. Quei due erano una coppia molto affiatata e volevo evitare di trovarmi davanti a scene poco gradevoli.
Camminai nei dintorni senza una meta ben precisa. Non avevo nulla da fare e, soprattutto, nessuno con cui passare quella magnifica, o per così dire, serata. Nella piazza principale non c'era anima viva, ad esclusione di quelle piccole piante posizionate vicino alla fontana.
Mi sedetti in una delle panchine, immersa tra i miei pensieri.
Il silenzio era l'unica cosa a farmi compagnia, o almeno solo per poco tempo. Infatti, iniziai a sentire dei passi in lontananza alle mie spalle.Inizialmente, erano così lontani da non riuscire a capire da che parte provenissero, ma poi si fecero sempre più vicini e più nitidi a tal punto da riuscire a riconoscere il tacco di una scarpa da donna.
Trasalii non appena sentii una voce dietro di me:
"Ciao troietta."
Me :)
Non uccidetemi, vi prego. Non aggiorno da più di un mese, ma non è un reato punibile con la pena di morte, vero?
Comuuunque, ormai manca davvero poco alla soglia delle 100K di visualizzazione e che dire? Sinceramente, non ho parole! Cioè, non posso credere di aver raggiunto un obiettivo così importante. Vi ringrazio con tutto il mio cuore, ad uno ad uno. Grazie, grazie, grazie.
Un bacio,
Alessia ♡
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Amami (in revisione)
RomanceUn racconto che parla della storia di una ragazza che ha sempre vissuto in mezzo ai segreti e nel dolore, causato principalmente dalla mancanza di una famiglia. Il suo nome è Emma Thompson ed è una studentessa del college. Emma è follemente innamor...