18.

9.7K 518 30
                                    

"Busso io o bussi tu?" chiese Taylor appena fummo di fronte alla porta.

"Bussa tu." dissi alzando gli occhi al cielo.

"Busso una, due o..."

"Taylor!" dissi interrompendola. "Bussa e basta."

Lei mi guardò delusa e, poggiando le nocche sulla porta, bussò tre volte.

"Buonasera." disse Jake appena ci aprì la porta. Era vestito davvero molto bene. Portava dei jeans ed una camicia blu con i primi due bottoni sbottonati.

"Ehii." disse Taylor avvicinandosi per dargli una bacio. Stavano davvero bene insieme.

Entrammo e, dopo aver poggiato i cappotti, ci sedemmo sul divano per parlare un po'.

"Beh, Emma. Raccontami di te." iniziò a dire Jake. "Sai, conosco solamente il tuo nome."

"Non c'è molto da dire, in realtà." dissi cercando di sviare l'argomento. Non mi era mai piaciuto parlare dei miei interessi, della mia vita. Mi sembrava che le persone riuscissero a leggerti dentro, a scoprire tutti i tuoi segreti più oscuri ed io preferivo che le persone non scoprissero niente riguardo al riguardo. "Non ho una vera e propria storia da raccontare." aggiunsi.

"Non ti credo. Ognuno di noi ha una propria storia, bella o brutta che sia. Molti affermano il contrario, ma ti posso assicurare che non è così.
Se non ti va di raccontarla è un altro conto."

"No, non mi va." risposi sinceramente.

"Va bene. Rispetto la tua scelta."

Wow. Non credevo fosse così semplice evitare di parlare di me stessa. Adoravo già quel ragazzo.

Parlammo per un'altra mezz'ora delle nostre vite, ma senza entrare troppo nel dettaglio.

"Scusatemi." disse Jake dopo che il suo telefono squillò. "È Sam." continuò andando nella stanza accanto.

"Chi è Sam?" chiesi a Taylor.

"Sam è Samantha, sua sorella." mi spiegò. "È tre anni più piccola di Jake, perciò è ancora alle superiori. Lui è venuto a studiare qui ed è molto lontano da Sam, ma la distanza non li ha separati."

"Quindi sono molto legati?"

"Legati? O no." disse scuotendo la testa. "Legati è una parola anche fin troppo riduttiva. Sembra che quei due siano ammanettati."

"Dev'essere davvero bello avere un fratello, o comunque una sorella, con cui si è così 'ammanettati'."

"Già." rispose lei annuendo leggermente. "Sai, mia sorella Kate ed io non siamo mai andate molto d'accordo."

"Hai una sorella?" chiesi stupita. Non mi aveva mai parlato di sua sorella.

"Sì, ma, come ho già detto, non andiamo d'amore e d'accordo. Sono ben tre anni che non la vedo e non la sento."

"Oh." dissi solamente. "Come mai? Se posso sapere."

"Vari motivi." disse alzando le spalle.
Capii subito che non le andava di parlarne e la comprendevo perfettamente.
"Scusate ragazze." disse Jake tornando in salotto. "Ero da ieri sera che non sentivo la sua voce. Pensavo le fosse successo qualcosa, ma fortunatamente è tutto apposto."

Oltre ad essere molto uniti, si vedeva perfettamente che Jake era un fratello maggiore molto protettivo.
In quel momento mi sarebbe piaciuto trovarmi al posto di Sam, anche solo per un secondo, solamente per capire cosa si provava.

"Tu hai fratelli o sorelle, Em?" mi chiese lui sedendosi.

"Avevo un fratello maggiore." risposi.
Stavamo approfondendo un po' troppo la mia situazione familiare e questo non mi piaceva.

Vidi Taylor che scrollava leggermente la testa verso Jake, come per dirgli di non fare domande del genere.

"Oh. Mi dispiace." rispose solamente.

Alzai le spalle. "È successo sette anni fa, ormai non ci faccio più caso." mentii.

Mio fratello mi mancava da morire. Si chiamava Sean ed era due anni più grande di me. Ci assomigliavamo poco e niente, o almeno così ci dicevano. Lui era più simile a mio padre. Capelli neri, corti e lisci, occhi azzurri e naso a punta.
Io, invece, assomigliavo a mia madre.

"Posso farti una domanda che riguarda la tua famiglia?" disse Jake.

"Okay, va bene."

Una domanda in più non mi avrebbe uccisa.

"Tu e lui eravate legati come me e Sam?"

"No, in realtà no. Ci volevamo bene, ma riuscivamo a sopravvivere tranquillamente anche l'uno senza l'altra.
Lui mi prendeva in giro per scherzare, mentre io gli rubavo le cose dalla cameretta per fargli un dispetto.
Magari ora le cose sarebbero state diverse, ma non lo potrò mai sapere."

"Quanti anni aveva quando... beh,... hai capito."

"Quattordici."
Era anche troppo giovane per sparire dalla mia vita. Mi lasciò da sola e, anche se a volte non lo sopportavo, ero viva grazie a lui e non potevo fare altro che ringraziarlo ogni volta.

Ci furono un paio di minuti di totale silenzio che crearono un momento piuttosto imbarazzante.

"La cena è servita!" disse Jake dopo esserci accomodati al tavolo.

Mangiammo senza dire nemmeno una parola. Era tutto davvero molto buono e non potevo negare che Jake fosse un ottimo cuoco.

"Ti prego sposa Taylor e vieni a vivere con noi. Almeno non dovrò più sopportate la sua cucina." dissi io dopo aver finito di mangiare.

Jake rise di gusto, mente Taylor mi guardò con gli occhi socchiusi, fulminandomi con lo sguardo.

"Lo farò prima o poi." disse Jake mettendo la mano sopra quella di Tay.

"Ehm,... vado un secondo al bagno." dissi alzandomi. Si vedeva perfettamente che desideravano un po' di intimità ed io gliela concessi senza farmi troppi problemi.

Casa di Jake era piuttosto grande e ci misi un po' prima di riuscire a trovare il bagno. Rimasi là dentro una decina di minuti e poi tornai da loro.

"Em per te va bene se resto a dormire qui?" mi disse Taylor.

"Oh, sì certo."

"Sicura? Dovrai tornare a casa da sola."

"Sicurissima." dissi guardando l'orario. "È anche un po' tardi, perciò è meglio che vada."

Salutai Jake e Taylor e mi diressi a casa.
Camminai per mezz'ora ed i piedi iniziarono a farmi male.

"Che strano." dissi appena arrivai davanti a casa mia. Le luci erano accese e la porta d'ingresso era aperta.

Entrai cercando di fare più silenzio possibile, nel caso in cui ci fosse stato qualcuno. Ma, appena entrai, non vidi la presenza di qualcosa che potesse lontanamente assomigliare ad un essere vivente.

Richiusi la porta alle mie spalle ed andai nella mia camera.

"Em?" disse una voce alle mie spalle non appena poggia la borsa.

"Ryan! Mi hai fatta spaventare!"

"Scusami." disse ridendo per il mio spavento. "Pensavo che ti fossi accorta della mia presenza."

"Beh, no. Sono sovrapensiero e non riesco a ragionare."

"Mi devo essere perso qualcosa."

"Cioè?"

"Da quando Emma Thompson ragiona?" disse sorridendo.

"Stronzo." riposi facendo una linguaccia.

Mi preparai per andare a letto e, subito dopo essermi messa sotto le coperte, Ryan mi raggiunse.

Mi cullò tra le sue braccia per farmi addormentare, ma io avevo un pensiero fisso che mi dava il tormento.

Credevo che mia madre fosse morta sette anni prima insieme a mio padre e mio fratello, ma non era così. Lei era viva ed una piccola parte della mia mente lo aveva sempre saputo.
Ma se mia madre era viva, potevano esserlo anche Sean e mio padre?

Amami (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora