"Cosa ci fai qui?" disse Ryan, allungando una mano verso il mio braccio. Appena sentii le sue dita sfiorarmi il gomito, un brivido percorse tutta la spina dorsale, provocandomi sensazioni che solo lui era in grado di farmi provare.
Era a nemmeno mezzo metro da me e potevo sentire perfettamente il suo meraviglioso profumo. Dio mio, quanto mi era mancato poterlo sentire."Sono venuta a parlare con Danielle." dissi, cercando di risponde il più fredda ed acida possibile. La mia voce, però, non aiutava affatto. Mentre pronunciavo quelle parole, tremavo come una foglia. Più cercavo di stare calma e meno ci riuscivo. Ormai, il mio cervello non riusciva a collegarsi ai movimenti del corpo.
Per un secondo abbassò lo sguardo, per poi rialzarlo poco dopo. I suoi occhi si incollarono ai miei e riuscii a specchiarmi nelle sue iridi scure. Era sempre stato difficile per me mantenere lo sguardo fisso su una persona, ma sembrava un gioco da ragazzi in quel momento.
La sua mano, che fino a quel momento era rimasta poggiata poco sopra il gomito, scese lentamente fino a sfiorare la mia.Chiusi gli occhi per un secondo, perdendomi in quella sensazione così bella e strana contemporaneamente, poi li abbassai ed iniziai a fissare la sua mano poggiata sulla mia. Lui si rese conto del mio sguardo e, come se gli avessi dato il permesso, strinse un po' di più la presa, facendomi sentire il suo calore. Le sue dita si incrociarono con lei, facendomi spuntare un lieve sorriso.
Alzai di nuovo gli occhi per vedere la sua reazione e notai che anche lui stava sorridendo. Il mio sorriso era molto più timido ed innocente rispetto al suo che era molto più evidente. Era bello poter vedere di nuovo quella sua meravigliosa fossetta.
"È successo qualcosa di brutto?" chiese, continuando il discorso intrapreso precedentemente. Era una strana sensazione vedere che fosse ancora interessato alla mia vita. Quando stava baciando Kristen, non sembrava gli importasse molto.
Scossi leggermente la testa. Non era successo niente di brutto, ma erano successe tante cose da quando era sparito dalla mia vita, ma non mi andava assolutamente di passare del tempo a raccontare.
"Em,..." iniziò a dire, stringendomi anche l'altra mano. "Ho bisogno di parlarti. Ti prego, lasciami spiegare e non allontarmi come hai fatto l'altra volta." disse con uno sguardo sincero, come se fosse realmente dispiaciuto. Ma mi era davvero difficile credere alla sue parole.
"Ryan, non c'è nulla da spiegare, okay? Ormai è finita tra noi." dissi con voce sorprendentemente ferma e decisa. "Io non ti amo più."
"Invece sì che mi ami ancora. Te lo leggo negli occhi, Em. Sai benissimo anche tu di essere una frana nel dire le bugie. E poi..." disse, abbassando lo sguardo sulle nostre mani. "Mi stai anche tenendo per mano." continuò.
"È vero: provo ancora qualcosa per te, ma non deve essere per forza amore." aggiunsi, cercando di trovare una scusa. Nella mia mente una piccola vocina mi diceva di staccare le mani dalle sue, come per dargli la prova di quanto detto, ma non avevo la forza di fare un'azione simile. Avevo assolutamente bisogno del suo contatto.
"E cioè?" chiese lui, avvicinandosi ancora di più a me.
Il suo corpo era attaccato al mio e fui costretta ad alzare leggermente la testa per poterlo guardare dritto negli occhi. Sentivo il suo respiro su di me ed il suo profumo mi invase le narici.Chiusi gli occhi, perdendomi in quel momento, mentre alzai leggermente le spalle come per rispondere alla sua domanda.
Avevo mentito. Avevo mentito a lui ed anche a me stessa. Per lui provavo ancora amore ed era assolutamente inutile trovare qualche altra scusa perché sapevo benissimo che non mi avrebbe mai creduto.D'un tratto, le sue mani si allontanarono dalle mie, per poi andarsi a posare sulle mie guance, generandomi brividi in tutto il corpo, che aumentarono ancora di più quando le sue labbra si posarono sulle mie.
Fu un bacio breve e lento, uno di quelli che ti fanno sentire la mancanza di quel contatto dopo nemmeno un secondo, uno di quelli che ti fa desiderare di riceverne altri mille, se non di più.
"Allora mi ami?" chiese, dopo che le sue labbra si staccarono dalle mie.
Non potevo dire di no perché sarebbe stata una bugia, ma non potevo nemmeno dire di sì perché non potevo cadere ai suoi piedi così facilmente. Non mi fidavo di lui come una volta, era impossibile e soprattutto non così facile.
Lo guardai negli occhi e, senza pensarci nemmeno un secondo, me ne andai via, uscendo da quel piccolo cancelletto che mi aveva indicato Danielle. Fortunatamente lei e Justin erano entrati dentro, dopo che Ryan ed io avevamo iniziato a parlare. Ma tanto sapevo benissimo che la mia amica aveva sentito tutto, in un modo o nell'altro. Lei era la classica ficcanaso che si nascondeva ovunque pur di sentire una conversazione altrui. Ero sicurissima che in quel preciso istante stava lanciando qualche maledizione su di me, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro.
***
"Em, ma cosa hai oggi? Sei strana." disse Taylor, entrando in camera mia. "Non sei nemmeno venuta a mangiare qualcosa a cena." continuò.
Ero da ben quattro ore sdraiata sul letto, con lo sguardo fisso sul soffitto, pensando al mio breve incontro con Ryan."Nulla." dissi, girando lo sguardo verso di lei. Non avevo alcuna voglia di stare a raccontare ciò che era successo, ma in cuor mio sapevo perfettamente che prima o poi mi avrebbe costretta a farlo.
"Lo sai che non me la bevo, vero?" disse con tono quasi minaccioso. Appoggiò la spalla allo stipite della porta ed incrociò le braccia sul suo petto, come se volesse apparire più severa nei mie confronti.
"Tay, non ho voglia di raccontarti tutto ora, okay? Ho solamente bisogno di stare un po' di tempo da sola." dissi, tornando a fissare il soffitto e poggiandomi un braccio sopra la fronte.
"Beh, c'è una bella differenza tra il non volere e il non avere nulla da raccontare, sappilo." disse, iniziando ad uscire dalla porta della mia camera.
"Tay?" dissi io, frettolosamente. Non sapevo cosa mi fosse successo, ma improvvisamente sentivo di doverne parlare con qualcuno come la mia migliore amica.
"Dimmi." disse, continuando a squadrarmi. Sembrava ancora più arrabbiata di quanto non lo fosse già.
"Ho parlato con Ryan oggi pomeriggio e mi ha anche baciata." dissi tutto d'un fiato.
Lo sguardo di Taylor si addolcì per un nano secondo per poi tornare severo come qualche istante prima. Sul suo viso, spuntò un sorrisetto maligno. Non mi piaceva quando faceva quell'espressione. Stava ad indicare o che aveva in mente qualcosa di assurdo oppure che un suo piano, anch'esso assurdo, era andato a buon fine.
"Finalmente si è fatto avanti quel codardo! Allora, hai visto quanto è stata stronza Kristen?" disse lei, sedendosi nel letto accanto a me.
"D-di cosa stai parlando?" chiesi, non capendo dove volesse andare a parare. Non avevo nominato Kristen e, soprattutto, non mi era stata data alcuna informazione riguardo lei.
"Oh." disse, portandosi una mano alla bocca. "Non ti ha detto nulla, eh?"
Scossi la testa ancora non consapevole di ciò che stava accadendo attorno a me. Possibile che fossi sempre l'ultima a sapere le cose che, oltretutto, riguardavano me!?
Taylor alzò lo sguardo, guardando fuori dalla finestra di camera mia. Un sorriso complice si venne a sostituire alla sua espressione dispiaciuta.
"Ma io non sono la persona giusta a cui chiedere consigli in questo momento." disse, indicando la finestra con un piccolo cenna del capo.
Molto lentamente voltai la testa e mi si gelò il cuore quando vidi l'ultima persona al mondo con la quale voler parlare.
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Amami (in revisione)
RomanceUn racconto che parla della storia di una ragazza che ha sempre vissuto in mezzo ai segreti e nel dolore, causato principalmente dalla mancanza di una famiglia. Il suo nome è Emma Thompson ed è una studentessa del college. Emma è follemente innamor...