11.

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La mattina seguente fui svegliata dalle urla di Taylor.

"Emmaaa!!" gridò dalla cucina. "Perché non mi dici mai niente?" disse appena entrò nella mia camera.

"Buongiorno anche a te, Tay." risposi ancora assonnata.

"Sai, un uccellino di ha detto una cosuccia..."

"Beh, uh..."

"Em! Non fare la finta tonta perché sai perfettamente a cosa mi riferisco."

"Allora perché me lo chiedi?"

"Perché voglio sentirlo dire da te!" rispose frustrata.

"Eh va bene." dissi rassegnata. "Ryan mi ha baciata."

Un sorriso si allargò sul suo volto. Ero sicura che se non ci fossero state le orecchie ad ostacolarlo, avrebbe fatto il giro di tutta la testa.

"Emma sono felicissima!" disse abbracciandomi. "Ma quindi ora state insieme?"

"Hmm... non lo so sinceramente."

"Non ne avete parlato?" chiese stupita. "È una delle prime discussioni da affrontare in un rapporto."

"Allora tu dovresti già sapere a che punto sia il tuo rapporto." dissi cercando di non concentrare tutta l'attenzione su di me.

"Infatti lo so." disse con nonchalance.

La guardai in attesa di altri dettagli, ma sembrò non notare il mio sguardo curioso. "E?" dissi cercando di invitarla a continuare.

"E cosa?"

"State insieme?"

"Certo che si! Pensavo fosse ovvio!" disse alzandosi dal letto.

Aveva un carattere molto particolare ed anche difficile da capire. Era difficile resistere più di mezz'ora con accanto una persona come lei. Fortunatamente, mi ero abituata al suo carattere, ma, ogni tanto, facevo fatica a reggerla anche io.

Una volta vestita, mi incamminai verso il college. Appena arrivata, molte persone si girarono a guardarmi. L'imbarazzo si manifestò sulle mie guance che diventarono notevolmente rosse. Continuai a camminare e, poco dopo, due braccia mi cinsero la vita e appena mi voltai vidi Ryan.

"Em, quello di ieri è stato un errore. Non avrei dovuto baciarti. Insomma, tu eri così vulnerabile e sola ed io ho approfittato di te. Sono stato uno stronzo e non voglio vederti soffrire ancora. Non accadrà mai più una cosa simile, te lo prometto." disse contro i miei capelli.

Non erano passate nemmeno 24 ore e lui mi aveva già fatta cadere dal piedistallo.

"Ryan, quello di ieri non è stato un errore. Io lo volevo e..."

"Em, no. Lo è stato. Io non posso permettermi di stare con te!" disse passandosi la mano tra i capelli come segno di frustrazione. "M-mi dispiace." disse sparendo dalla mia visuale.

Giusto. Come potevo dargli torto? In fondo non ero altro che una stupida ragazzina sfigata. Io non ero popolare, non ero bella, non ero niente. O meglio, non ero niente per Ryan.

Le lacrime iniziarono a farsi strada e gli occhi iniziarono a bruciare. Corsi in bagno e piansi tutte le lacrime che avevo.

"Perché a me?" sussurrai tra un singhiozzo e l'altro.

Quando ebbi il coraggio di alzarmi dal pavimento umido del bagno, la lezione della prima ora era quasi finita.

"Perfetto" pensai. "Ora salto anche le lezioni..."

Mi guardai allo specchio e rimasi immobile ad osservare il mio volto. Il trucco era colato lasciando degli aloni neri intorno agli occhi. Le occhiaie erano più evidenti che mai e le labbra erano rosse e screpolate. La pelle era pallida e faceva risaltare le lentiggini che avevo sul naso. Mia madre adorava quelle lentiggini, mentre io le avevo sempre odiate.

Aprii l'acqua fredda e mi bagnai la faccia per ripulirala dal trucco sbavato.

Qualcuno entrò in bagno. Era Danielle. Frequentava il mio stesso corso di biologia. Era una ragazza solare, tranquilla e, cosa che adoravo di più, si faceva sempre gli affari suoi.

"Emma? Oddio, stai bene?"

Annuii leggermente mentre cercavo di sistemare i capelli in una coda.

"Okay..." si limitò a dire. "Se hai bisogno di qualcosa io ci sono."

Sorrisi e sorrise anche lei.

"Grazie Danielle."

"Lo faccio volentieri." disse frugando nella borsa. "Ecco." aggiunse poggiando i trucchi sul mobiletto accanto al lavandino.

La guardai senza capire il perché di quel gesto.

"Tra dieci minuti inizierà la lezione di biologia e ti conviene darti una risistemata. Sai, non sei messa molto bene."

Quella ragazza non aveva peli sulla lingua, ma mi piaceva la sua sincerità. "Senza offesa, ovviamente." si affrettò a dire.

Sorrisi a quella sua "aggiunta" finale. "Grazie." dissi mentre usciva dal bagno.

Mi fece l'occhiolino come risposta.

Mi riguardai allo specchio e notai che Danielle non aveva tutti i torti.

Mi misi il correttore per cercare di nascondere le occhiaie, ma senza ottenere grandi risultati. Poi passai alla matita ed infine misi un velo di mascara.

Alzai di nuovo lo sguardo per assicurarmi di aver ottenuto un buon risultato, o almeno discreto.

Misi i trucchi nella borsa ed andai a lezione di biologia.

Fortunatamente, l'ora passò piuttosto in fretta e, dopo aver ridato i trucchi a Danielle, tornai a casa.

Amami (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora