49.

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Mi alzai velocemente dal letto, senza nemmeno dire una parola. Mentre mi dirigevo a grandi passi in cucina, sentii la voce di Taylor alle mie spalle, ma non ero concentrata sul suo discorso.

"Mamma." dissi, appena uscii di casa. Mia madre era in piedi sul pianerottolo. Aveva una strana espressione in volto, tra la felicità ed il dispiacere. Era difficile dedurre le sue emozioni in quel momento.

"Ciao." disse lei con un sorriso timido. Mi era mancata, non potevo negarlo. Anche se era passato tanto tempo, non mi ero ancora abituata all'idea che fosse viva. Io l'avevo vista morire, quindi era doppiamente difficile.

"Cosa ci fai qui?" chiesi, non capendo il motivo di questa sua visita. Non che non mi facesse piacere, però non riuscivo a comprendere perché si fosse fatta viva nonostante la nostra ultima conversatione alquanto disastrata.

"Taylor mi ha raccontato tutto e sono venuta subito a parlarti."

Mi girai verso le mia amica che nel frattempo si era appoggiata al bracciolo del divano posto all'entrata. La guardai con gli occhi socchiusi, cercando si imitare la sua espressione minacciosa che aveva assunto poco prima nella mia stanza.

"Colpevole." disse, alzando la mano e sfoderando uno dei suoi sorrisetti innocenti.
Alzando gli occhi al cielo, tornai a fissare mia madre che aveva interrotto il suo discorso.

"Sai, in questi ultimi anni non sono stata molto presente e vorrei davvero tanto recuperare il rapporto madre-figlia che avevamo prima di quella notte." disse, iniziando a sfregare le mani una contro l'altra. "E credo che parlare di quello che è successo sia un primo passo. Che ne dici?" chiese.

Prima che io potessi rispondere, la mano di Taylor si poggiò sul mio braccio e, con un lieve movimento, mi spiense leggermente più a sinistra per avere abbastanza spazio per prendere il suo giubbotto.
"La sua risposta è e quindi vi lascio da sole." disse, prendendo le chiavi di casa nostra e quelle del cancello di Jake. "Ah Em!" iniziò a dire, facendosi spazio tra me e mia madre per uscire. "Stasera non ci sarò a cena e credo nemmeno a dormire. Quindi, a domani!"

"È una ragazza alquanto stravagante." disse mia madre, indicando Taylor. Sul suo viso apparve un sorrisetto a mezza bocca, come faceva sempre a mio padre ogni volta che Sean riusciva a prendere una sufficienza in matematica. Mi mancavano quei tempi.

"Purtroppo non ho mai saputo scegliere le amiche giuste." dissi, ridendo.

Mia madre rise a sua volta e, con piccoli passi, andò a sedersi sul divano.
"Beh, perché non vieni vicino alla tua vecchia madre?" disse, battendo leggermente sul posto accanto a lei.

"Vuoi qualcosa da mangiare o da bere?" iniziai a dire, cercando di rimandare la nostra conversazione che aveva un'aria alquanto imbarazzante. "Ci sono delle fette di torta nel forno, oppure posso fare dei pancakes. Dovrebbero esserci anche delle fette biscottate da qual..."

"Voglio solamente che tu ti sieda accanto a me." disse lei, interrompendo il mio meraviglioso elenco del cibo presente in cucina.
"Racconta dall'inizio." continuò, non appena le mie chiappe aderirono con il cuscino del divano.

"Dalle superiori o posso parlare solamente del college?" chiesi, timorosa. Negli ultimi anni ne avevo passato delle belle e c'era davvero tanto da dire. Raccontare la storia della mia vita partendo dalle superiori sarebbe stato un vero incubo. Rivivere la tristezza di una povera ragazzina che aveva perso la famiglia, senza amici, innamorata di un ragazzo che aveva visto poche volte nei corridoi di scuola. Non avevo la minima voglia di passare in rassegna tutte quelle emozioni così contrastanti.

"Decidi tu. Io sono qua solamente per ascoltare e per cercare di mettere in atto le mie qualità di ottima madre, dandoti anche dei consigli, ovviamente."

"Beh, allora partiamo dal college." dissi, facendo un enorme sospiro di sollievo. "Nella mia vita ho visto di tutto, ma, sinceramente, non mi sarei mai aspettata di avere Ryan Blake, ragazzo del quale ero innamorata fin dai tempi del liceo, come vicino di casa. Inizialmente, non parlavo con lui. Insomma, mi limitavo a spiarlo in qualsiasi momento della giornata e basta. Ogni tanto capitava qualche scambio di saluti, ma niente di più."

"Quindi il classico rapporto che si ha tra vicini di casa." commentò mia madre, riassumendo il mio discorso.

"Esattamente. Tutto questo, però, accedeva fino a poco tempo fa, quando cambiò tutto." continuai, illustrando la situazione a grandi linee. "Una notte, sentii bussare alla finestra e, come andai ad aprire, trovai Ryan. Lo feci entrare e, senza nemmeno salutare, si mise sotto le coperte. Inizialmente, rimasi abbastanza interdetta, ma piano piano mi abituai, anche perché da quella si presentò alla finestra praticamente tutte le notti. Non parlava mai, si limitava ad abbracciarmi e basta ed il giorno dopo, a scuola, nemmeno mi guardava negli occhi."

"Hmm,..." iniziò a dire mia madre. "È un po' da stronzi, eh?"

"Abbastanza." risposi io, ridendo per la sua domanda così diretta. "Poi un giorno si presentò a casa, dicendo di voler iniziare a conoscermi più a fondo, ma in realtà rimase in mia compagnia nemmeno un'ora. Da quel momento, ogni tanto, parlava con me, ma mai di argomenti molto importanti o personali. Tutto ciò che sapevo di lui era solamente grazie alle classiche voci che si sentono in giro. In più lui è il classico ragazzo popolare, quindi tutti sanno quasi tutto su di lui."

"Io mi sarei spaventata ad avere a che fare con un ragazzo come lui. È molto strano, anzi inquietante." disse mia madre con un'espressione disgustata. Ero bello osservare tutte le sue facce buffe. Le avevo sempre amate.

"Beh, stranamente non lo ero." dissi, ridendo. "Comunque, un giorno mi portò a conoscere anche suo padre e quest'ultimo vide in me una brava ragazza. Infatti, Ryan usò questa specie di scusa per poter dire al padre di aver distrutto la macchina. Ma questi sono solo dettagli insignificanti.
Tutto cambiò quando si presentò a casa con Travis." iniziai a dire, prendendo un bel respiro.

"Ero stata io a dirgli di presentartelo. L'intenzione era quella di farvi fare pace, ma non hai reagito molto bene dopo averlo rivisto." disse, abbassando il capo come segno di dispiacere.

"Direi di no. Non ci ho visto più dalla rabbia. Magari sono stata anche troppo impulsiva, ma cerca di capire anche la mia situazione. Insomma, puoi girare la frittata quante volte vuoi, ma lui è stato la causa dell'incidente di quella notte." dissi.
La conversazione, purtroppo, stava prendendo una brutta piega e la rabbia stava ribollendo dentro di me.

"Lo so bene, Emma." disse mia madre. Non avrei mai immaginato che mia madre potesse pronunciare quelle parole. Ero decisamente scioccata.
"Ma ora cambiamo discorso e continua a parlarmi di Ryan."

"Il resto della storia lo sai, bene o male." continuai, ubbidendole. "Però, non sai l'ultima parte: Ryan mi ha tradita, tempo fa. Ha baciato la sua vecchia ragazza davanti a me e da quel giorno fa di tutto pur di farsi perdonare.
Poco fa mi ha anche baciata."

"Sono sicura che non era sua intenzione tradirti. Lui ti ama ed anche tu lo ami, solo che ora hai la vista accecata dalla rabbia e non ti rendi conto dei tuoi stessi sentimenti."

"E come fai a saperlo?" chiesi, confusa.

"Lo so e basta. Ed ora, se non ti dispiace, devo andare via." disse, alzandosi dal divano ed andando verso la porta. "Pensa a ciò che ti ho detto."

"Mamma?" dissi, ma ormai non poteva sentirmi. Era uscita senza aggiungere nemmeno mezza parola, lasciandomi sola nel bel mezzo del salotto con l'amaro in bocca per via di quelle parole dette a mezz'aria.

Me :)

Ciao a tutti! Beh, che dire? Siamo quasi giunti agli sgoccioli. Ormai manca pochissimo alla conclusione di "Amami", precisamente un cinquantesimo capitolo (dedicato al punto di vista di Ryan) ed un piccolo epilogo. Da una parte sono contenta di poter vedere la parola "concluso", ma non posso negare di non essere anche dispiaciuta.
Comunque, per ora devo pensare solamente ad aggiornare il prima possibile queste ultime due parti, per il resto si vedrà!

Un bacio,

Alessia♡

Amami (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora