6.

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Non poteva essere vero. Era sicuramente un sogno, anzi un incubo. Erano circa sette anni che non vedevo quella faccia da lurido verme e, sinceramente, a me stava bene così. Era entrato nella mia vita come se niente fosse ed era uscito lasciando un segno profondo.

"N-non credevo che ti avrei più rivista." disse d'un fiato.

Ryan era scioccato. Passava lo sguardo da me a Travis e da Travis a me. "Vi conoscete?" chiese.

"Ehm,... sì. Ma purtroppo ci conosciamo per motivi non molto piacevoli"

Motivi non molto piacevoli?? Lui chiamava gli anni più brutti della mia vita motivi non molto piacevoli?

Sentii i passi di Taylor dietro di me. "Ragazzi chi era alla por-... Travis? Che cazzo ci fai qui brutto pezzo di merda?"  urlò appena lo vide sull'uscio.

"Tay, è tutto sotto controllo. Stai tranquilla." dissi cercando di farla calmare.

"Qualcuno mi può spiegare che cazzo sta succedendo?" disse Ryan ormai giunto all'esasperazione.

"È successo sette anni fa Emma! È acqua passata ormai."

"Scherzi? Ti prego, dimmi che stai scherzando." Lo guardai dritto negli occhi per cercare di capire i suoi pensieri. "Oh Santo Cielo! Sei serissimo!" gli urlai contro.  "Non ci posso credere..." dissi passandomi la mano tra i capelli.

Alzai lo sguardo e vidi Ryan, vidi i suoi occhi e, in quel momento, mi tranquillizzai.

"Emma, facci entrare. Così risolviamo tutto parlandone." propose infine.

Accosentii non trovando altra soluzione.

Appena ognuno di noi prese posto, presi fiato. Avevo intenzione di spiegare Ryan ciò che era successo, ma si stava rivelando alquanto difficile.

"Io non ho più una famiglia." dissi non trovando parole più adatte.

Tutti si girarono verso di me, colpiti dalle mie parole un tantino dirette. "Non ho più una famiglia per colpa di quest'essere insulso." continuai.

Non riuscii più a trattenere le lacrime. Mi alzai ed andai in camera mia. Non volevo vedere nessuno, volevo stare da sola.

Le lacrime iniziarono a scendere una dopo l'altra come se non potessero mai finire. Erano anni che non piangevo in quella maniera e fu una liberazione poter espellere tutte quelle gocce presenti nel mio corpo.

Non esisteva cosa migliore. Piangere era un vero e proprio sfogo per me. Era come se insieme alle lacrime uscissero anche l'ansia, il dolore, la vergogna. Mi sentivo più leggera dopo ogni pianto.

Mi alzai dal letto ed andai in bagno. Ero un totale disastro. I miei capelli ricci non sapevano più da che parte andare. Le mie labbra erano più screpolate del solito ed il mascara colava intorno ai miei occhi neri e vuoti.

Qualcuno bussò alla porta, ma non avevo la minima intenzione di vedere qualcuno. Volevo stare sola, almeno per quella sera.

"Em, sono io. Ryan e Travis sono andati via. Aprimi."

"Cosa c'è?" dissi da dietro alla porta.

"Emma aprimi, dai. Così possiamo parlare in tranquillità."

Rassegnata, aprii la porta facendo entrare Taylor.

"Oh mio Dio. Che diavolo ti è successo? Sembri un panda dai capelli ricci."

"Taylor sii seria, per favore. Se devi dirmi qualcosa di importante, va bene. Caso contrario, quell'aggeggio rettangolare alla tua sinistra è la porta."

"Volevo solamente vedere come stavi. Tutto qui. So benissimo che per te è stato come un fulmine a ciel sereno, ma devi reagire, Em. Non puoi chiuderti in una stanza e piangere fino a prosciugarti del tutto."

Aveva ragione, ma non ci riuscivo. Quel lurido bastardo aveva sconvolto la mia vita rendendola un inferno. Come potevo reagire?

"Ne riparliamo domani, okay? Ora riposati che ne hai bisogno."

Annuii e Taylor uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.

Amami (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora