4.

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"Eccoci arrivati." dissi appena fummo difronte alla porta di casa mia.

"Eh già." Guardò per terra e, dopo un sospiro, continuò, "Emma, grazie per oggi. Anche se alla fine non ho risolto nulla, mi ha fatto piacere saperti al mio fianco."

"Ryan l'ho fatto volentieri..." fui interrotta dal telefono che vibrò nella tasca. "Scusami un secondo." dissi prendendo il telefono.

Era un messaggio da Taylor:
"Em, ci vediamo domani: mangio fuori. Ho un appuntamento con un ragazzo splendido!! Poi ti racconto :*"

"Chi era?" mi chiese Ryan da sopra la spalla.

"Ehm,... era Taylor, la mia coinquilina."

"Oh, è tutto okay?"

"Sì, sì. Era solo per avvertirmi che non ci sarà a cena."

"Se vuoi posso rimanere io a farti compagnia. Sai, abito da solo perciò non mi dispiacerebbe la compagnia di una ragazza come te."

Oh. Mio. Dio. Avevo sentito bene? Ryan Blake mi aveva appena chiesto di cenare con lui? Non potevo credere a quelle parole.

Le mie guance si fecero visibilmente rosse ed il cuore iniziò a battere a ritmo molto veloce. Ero nel panico più totale.

"Oh, va bene." dissi facendolo entrare, "Scusa per il disordine, ma né io né Taylor abbiamo molto tempo per pulire. È un periodo un po' più impegnativo del solito."

"Nessun problema. Dovresti vedere casa mia allora. Per passare da una stanza all'altra devo fare lo slalom tra le montagne di vestiti sparsi per la casa." disse ridendo di se stesso.

"Non sei un tipo molto ordinato, eh?"

"No, per niente."

"Hai fame? O è ancora presto per mangiare?" dissi cambiando discorso.

"Dipende: se hai fame tu, ho fame anch'io. Se per te è ancora presto per mangiare allora vale lo stesso anche per me." rispose sfoderendo un sorriso a trentadue denti.

"In realtà avrei fame." Il mio stomaco brontolò dopo nemmeno due secondi, confermando quanto detto.

"Beh, allora mangiamo." disse contento.

"Va bene la pizza? Sai, non sono molto brava a cucinare e non conoscendo i tuoi gusti..."

"La pizza è perfetta, tranquilla. Non esiste cosa più buona."

"Hmm... non sono pienamente d'accordo. Anche la Nutella, il gorgonzola e la salsiccia sono cose molto più che buone."

"Il gorgonzola? Scherzi, vero?" mi guardò stupito. In effetti, non piaceva a molte persone. "Ma come fai a mangiarti roba simile?"

"È buono." dissi digitando il numero della pizzeria.

"Ah beh, se lo dici tu. Io, comunque, sono sempre più convinto che la pizza sia il "top"."

Parlammo del più e del meno per tutta la cena. Ryan era semplicemente splendido. Era bello passare del tempo con lui, ma dovevo state attenta a non farmi coinvolgere. Ryan era un noto "playboy", uno di quelli che trattava le donne come oggetti. Cambiava ragazza una volta al giorno e se ne fregava amaramente dei loro sentimenti.

Lo incontrai per la prima volta cinque anni prima. Andavo ancora alle superiori ed un giorno si presentò nella nostra scuola, ma, sfortunatamente, era solo di passaggio. Studiò nei miei stessi corsi per sole due settimane e poi sparì dalla mia vita. Ma io ne ero già innamorata. Durante quelle due settimane, mi aveva rivolto la parola solo una o due volte, ma ero sicurissima che non se lo ricordasse più.

Quando tre anni dopo lo vidi traslocare nella casa vicino alla mia, ebbi un tuffo al cuore. Lo riconobbi subito. In fondo, era difficile non riconoscerlo. Era cambiato, ma era comunque bellissimo.

"Ti dispiace se chiamo Liam? Avevo promesso che l'avrei chiamato..." disse ad un certo punto.

"Oh, si certo. Fai pure."

Sorrise e si alzò da tavola. Liam era un suo carissimo amico. Erano inseparabili, come l'ombra di una persona e la persona stessa.

Iniziai a togliere i cartoni delle pizze e misi le posate nel lavandino. Mi assicurai che il pentolino del latte di Taylor fosse al posto. Non avevo voglia di affrontare una delle sue scenate "mattiniere".

Ryan entrò nella cucina cinque minuti dopo. "Vuoi una mano?" chiese gentilmente.

"No, tranquillo. Novità?"

"Un amico d'infanzia di Liam verrà domani. Starà un mesetto e, a quanto pare, alloggerá nel mio appartamento."

"Non mi sembri molto contento. O sbaglio?"

"No, non sbagli. È un po' fastidioso quando una persona invade i tuoi spazi. Ovviamente, sto parlando soggettivamente."

"Ognuno di noi vede le cose in maniera differente."

Annuì leggermente. "Beh, si è fatto tardi. Se da domani avrò un ospite, dovrò andare a dare una rististemata alla casa." disse.

"Ti conviene." dissi ridendo.

Lui si avvicinò e mi stampò un bacio sulla guancia. "Grazie per la serata. 'Notte Emma Thompson."

"Buonanotte Ryan Blake."

Uscì dalla porta rivolgendomi un sorriso che mi fece sciogliere. Ero pazza di quel ragazzo.

Amami (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora