Passò circa una settimana e Taylor ancora non si era ripresa del tutto. Le tenevo compagnia tutta la giornata e, a volte, rimanevo a dormire accanto a lei. I medici all'inizio non erano molto d'accordo sul fatto che io passassi la notte in un lettino d'ospedale, ma alla fine furono costretti a rassegnarsi alla mia ostilità.
Saltaii numerose lezioni, ma non m'importava più di tanto. Non era periodo di esami, perciò avrei potuto recuperare le lezioni perse con il tempo. In quel momento, era più importante stare accanto alla mia amica. Aveva bisogno di me ed aveva bisogno anche di Kate, anche se lei non riusciva a rendersene conto. Mi rattristava vedere come Tay non considerasse la sorella. Insomma, lei aveva l'opportunità di avere accanto un riferimento familiare piuttosto importante e non sfruttava la cosa a suo favore. Era proprio vero che le persone non si rendessero conto di quanto fossero fortunate ad avere delle persone su cui contare, o almeno finché qualcosa non gliele portava via. Nemmeno io mi rendevo conto di quanto fossero importanti i miei genitori e mio fratello. Avevo capito solo dopo quanto fossi fortunata ad averli accanto, ma, purtroppo, era già troppo tardi.Erano circa le dieci di sera ed ero tornata a casa per mettere qualcosa sotto i denti. Erano giorni che non facevo un pasto completo e la fame iniziava a farsi sentire.
Non ero brava in cucina, perciò decisi di preparare un piatto semplice. Normalmente erano Ryan o Taylor a preparare le vere e proprie pietanze, ma nessuno dei due poteva in quel momento. Insomma, Tay era in ospedale, mentre Ryan era fuori città per una delle sue solite partire di basket. La sua squadra era una delle prime in classifica e non poteva mancare alle semifinali. Era un membro troppo importante per la squadra.Mi posai sulla sedia per mettere qualcosa sotto i denti e nello stesso preciso istante il mio telefono iniziò a vibrare sul tavolo.
Mi allungai leggermente per riuscire a prenderlo perché non avevo alcuna voglia di alzarmi dalla sedia, ma sfortunatamente il mio piano fallì."Apri la porta."
Diceva il messaggio. Quelle tre semplici parole mi fecero gelare il sangue. Era un numero sconosciuto, perciò non potevo sapere chi fosse il mittente. Dietro quella porta poteva esserci chiunque, anche un serial killer.
Il cuore iniziò a battere velocemente, ma, facendomi coraggio, mi incamminai verso l'entrata."Mamma." dissi appena vidi chi fosse. Aveva gli occhi gonfi e rossi ed alcune lacrime erano rimaste incastrate tra le ciglia.
"Posso entrare?" disse con voce innocente. Era brutto vederla così triste, ma dovevo comunque cercare di provare poca compassione nei suoi confronti. Insomma, sembrava che avesse dimenticato quella notte, come se non fosse successo assolutamente nulla.
Annuii leggermente, scostandomi per lasciarle il passaggio libero. Sembrò stupita dal mio gesto, come se pensasse di ricevere una risposta negativa. Come darle torto? Anche io, al suo posto, avrei pensato la stessa cosa.
Tenendo lo sguardo fisso sui miei occhi, si incamminò verso il divano, per poi sedersi senza dire nemmeno mezza parola."Perché sei venuta?" dissi con tono freddo. Richiusi la porta alle mie spalle ed andai a sedermi accanto a lei, ma mantenendo le distanze.
"Voglio solamente parlare con mia figlia. Niente di più." disse lei con la sua voce smielata e un piccolo sorriso tirato stampato sulle sue labbra. Avevo sempre odiato quell'espressione, mi faceva sentire inferiore e vulnerabile. Una combinazione che non riusciva, sicuramente, ad alzare la mia autostima.
"Hai avuto sette anni per farlo ed ora compari magicamente nella mia vita, come se niente fosse. Ti rendi conto che ragionamento del cavolo che stai facendo?"
"Sono stati sette anni non molto facili per me. Tu" disse indicandomi con l'indice. Il suo sguardo si fece più buio, come se fosse arrabbiata per qualcosa in particolare e stesse sfogando la sua rabbia su di me. "Tu non hai idea di cosa ho passato. Sai cosa vuol dire sapere di avere una figlia viva e non poterla vedere?" continuò, praticamente urlandomi contro.
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Amami (in revisione)
RomanceUn racconto che parla della storia di una ragazza che ha sempre vissuto in mezzo ai segreti e nel dolore, causato principalmente dalla mancanza di una famiglia. Il suo nome è Emma Thompson ed è una studentessa del college. Emma è follemente innamor...