31.

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"Piccola stella." disse una voce, facendomi svegliare. "Papà è uscito, perciò abbiamo la casa tutta per noi." continuò Ryan, dandomi un bacio sulla guancia.

"Mmm-mmm." risposi io, non avendo le forze per riuscire a dare una risposta in grazia.

"Il gatto ti ha mangiato la lingua?" mi chiese divertito. Sorrisi nel vederlo felice. "Hmm,... controlliamo." aggiunse poi con un sorriso alquanto malizioso.

Dopo pochi secondi le sue labbra furono incollate alle mie e la sua lingua iniziò a danzare insieme alla mia. Il suo baciò fu il risveglio più bello di tutta la mia vita. Non potevo, e non volevo, desiderare altro dalla vita. Ryan era tutto quello che volevo.

"A quanto pare la lingua la hai ancora e funziona parecchio bene." disse interrompendo il bacio.

"Cretino!" dissi, tirandogli un cuscino addosso.

La sua risata fragorosa riempì la stanza ed io sorrisi per la sua reazione. Vederlo ridere, o meglio sentirlo ridere era una sensazione fantastica. Mi si riempiva il cuore.

Dopo poco le sue braccia si infilarono sotto il mio corpo, sollavandomi dal materasso. Gli allacciai le braccia al collo in modo tale da non farmi cadere. Sapevo che non mi avrebbe lasciata andare, ma bisognava avere prudenza.
I lati della sua bocca si incurvarono in un sorriso e poi mi diede un bacio leggero sulla punta del naso. Adoravo quel gesto, mi faceva sentire piccola e protetta allo stesso tempo.

"È inutile che ti comporti da gentiluomo. Mi devi ancora dalle spiegazioni." ribadisco, mentre scendeva le scale.

"Ed io che pensavo di scamparmela con tutte queste smancerie." disse scherzosamente. "Ti racconto tutto durante la colazione."

"Ti rendi conto che mangeremo tra meno di cinque minuti?"

"Ehm,... non ci avevo pensato."

Alzai gli occhi al cielo e mi feci portare fino alla sedia. La tavola era già apparecchiata per il primo pasto della giornata. C'erano due piattini con le rispettive tazzine. Latte, cereali, biscotti e caffè erano posizionati al centro, sopra una piccola tovaglietta. C'erano anche le varie posate ed i tovaglioli. Insomma, non mancava niente.

"Tuo padre si è dato da fare, eh?" dissi sistemandomi sulla sedia.

"In realtà ho preparato tutto io." disse versandomi del caffè nella tazza. "Stamattina mi sono svegliato presto e quindi ho deciso di farti una piccola sorpresa."

"Oh Ryan non dovevi. È stato così dolce da parte tua." dissi sorridendo.

"L'ho fatto per rendere l'atmosfera più particolare."

"Particolare per cosa?" chiesi senza capire a che punto volesse arrivare.

"Per il tuo regalo."

"Il mio regalo!?"

Ryan si mise un dito sulla bocca, facendomi segno di non dire nessun'altra parola. Guardandomi fisso negli occhi, indietreggiò con passo molto lento, fino a sparire dalla mia visuale. Rimasi seduta a fissare la porta dalla quale era scomparso Ryan. Che ragalo aveva comprato? Ero talmente curiosa ed immersa nei miei pensieri che mi resi conto del suo arrivo.

"Solleva i capelli." disse la sua voce profonda alle mie spalle.

Feci come mi aveva detto e poco dopo vidi la sua mano passarmi davanti agli occhi per poi poggiare qualcosa di freddo attorno al mio collo. Abbassai lo sguardo e vidi qualcosa che brillava sotto i miei occhi.
Fece girare la sedia, in modo da far incontrare i nostri occhi.

"Vieni con me." dissi prendendomi la mano e facendomi poggiare i piedi a terra. Io strinsi le dita attorno alle sue e, come una bambina, lo seguii nella sua camera. Si fermò davanti allo specchio e si posizionò dietro di me.
Finalmente riuscii a vedere il suo regalo. Una catenina sottile ed argentata sbucava dai miei capelli. Sul mio petto giaceva una piccola stella dello stesso materiale della catenina con alcuni brillantini lungo il bordo. Era fantastica. Non avrei mai potuto desiderare un regalo più bello.

Amami (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora