CAPITOLO 38

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(Ema Pov)

Scendo dalla mia auto lentamente e osservo l'entrata di un locale che io non conosco ma a quanto pare, dalla folla radunata fuori sembra essere abbastanza famoso in città.
Sforzo un po' la vista verso l'insegna per assicurarmi di non essermi sbagliata, presto però una voce alla mie spalle conferma che sono nel posto giusto.

"Ehi c'è l'hai fatta?"

Mi volto in fretta e accolgo la ragazza con un ampio sorriso.

"Amalia!"

Avanza di qualche passo per poi ricambiare il sorriso e mettere una mano sulla mia spalla.

"Qualcuno ti cerca?"

Faccio cenno di si con la testa per poi leggere in fretta la miriade di messaggi lasciati da Mark.
Non sta facendo altro che chiedermi  di tornare a casa e di rinviare questa serata, non comprendo perché faccia cosi fatica a fidarsi di Amalia, sono passate svariate settimane ormai e credo sia affidabile.

La osservo togliere la giacca nera che è solita portare, mi sorride per l'ennesima volta mentre abbottona la sua camicia bianca e sistema i suoi lunghi capelli mossi.

"Va tutto bene?"

"Si certo, stai tranquilla"

Entrambe ci avviamo all'interno del locale.
Osservo l'ambiente circostante mentre Amalia mi descrive il posto nei minimi dettagli.
Sembra che sia un bar che la sera si presta a diventare un pub.

"Sarebbe l'ideale per il locale di Katrin solo che lei detesta questo genere di cose"

Mi si avvicina per far si che io possa sentire la sua voce, per essere solo un piccolo pub c'è molta gente e una musica molto alta.

"Chi è Katrin?
L'amica con cui hai litigato?
Il bar è suo?"

Faccio cenno di si con la testa mentre ci avviamo al bancone per ordinare qualcosa

"Io penso che dovresti proporle questa idea e se non le piace, tu lo fai lo stesso"

Mi lascio andare ad una grossa risata che sembra contaggiarla

"Quale parte non ti è chiara di il locale è suo?"

"Ci sei dentro anche tu quindi le decisioni dovresti prenderle anche tu"

La osservo ancora una volta mentre richiama l'attenzione del ragazzo che sta al bancone

"Sei sempre stata cosi cocciuta e strafottente?"

"Mh...no, ho imparato con l'età"

Dannazione, quanti anni ha?

"Quanti..."

Mette su una piccolo broncio e inizia a parlare

"Non si chiede l'età ad una donna!"

Ha ragione, sono un idiota.
Le sarò sembrata scortese.

"Hai ragione, scusami io..."

"Ema, stavo solo scherzando stai calma.
Ho quarant'anni"

L'idea che abbia il doppio della mia età un po' mi imbarazza o semplicemente mi confonde, perché dovrebbe passare il tempo con una ragazzina come me?

Dannazione, non posso farmi influenzare da questi stupidi pensieri, non importa, l'età è solo un numero.

"Ti senti a disagio?"

Le sorrido in modo più spontaneo possibile, in modo tale da farle comprendere che non è affatto cosi.

"No, va tutto bene"

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