CAPITOLO 52

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(Luz Pov)

Mentre i miei occhi si aprono lentamente concentro la mia attenzione sul piccolo sorriso che ho stampato sul viso,  piccole gocce di sudore  scendono lungo il mio viso.

Sollevo il busto e porto una mano sulla fronte invitando me stessa a ricordare cosa sia accaduto.

Osservo la camera che divido con Amalia mentre lei è ancora al mio fianco che riposa.

Non è accaduto nulla, la mia vita continua a scivolarmi addosso come sempre.

Le mani di Ema sul mio corpo sono state solo frutto dell'ennesimo sogno.

Quel bastardo di un inconscio non fa altro che farmi brutti scherzi.
Non faccio altro che sognare di stare insieme ad Ema anche solo per pochi minuti, quel che è peggio è che non sono solo sogni, mi immagino tra le braccia della novellina anche ad occhi aperti.

Amalia si volta in fretta con ancora gli occhi chiusi, mette la sua mano destra sulla mia pancia e inizia ad accarezzarla lentamente.

Nonostante sia sempre stata pesante con tutta quella gelosia e le sue manie di controllo, non riesco ad immaginare che quello che dice Ema possa essere vero.
Non può sfruttare delle ragazze, lei le cura e le aiuta proprio come ha fatto con me.

Eppure questo tarlo non riesce ad abbandonare la mia mente e non riesco a comprendere come io possa anche solo avere un dubbio del genere

Certo se solo fossi sicura della persona che è Amalia non avrei tutti questi dubbi, questo significa che c'è qualcosa che non quadra, qualcosa che non comprendo.

Non so come ma devo trovare un modo per dimostrare ad Ema che si sbaglia anche se questo vorrà dire comprendere davvero che Amalia è una brava persona ed io quella cattiva che non fa altro che tradirla con i fatti e con il pensiero.

E se Ema avesse ragione?
Se tutto quello che ti ha mostrato essere Amalia in questi anni fosse solo una bugia?

Cazzo, devo zittire questi pensieri.

Mi volto in fretta cercando la piccola boccetta che contiene le mie gocce, non trovo nulla se non il mio cellulare.

Cazzo, dimentico quanto Amalia sia fissata con questa storia delle gocce, non più di dieci al giorno, non fa altro che ripeterlo.

"Amalia?"

La osservo sbuffare un po' per poi aprire leggermente gli occhi

"Dove hai messo le mie gocce?"

Porta lentamente il braccio sul piccolo comodino affianco al letto e apre il cassetto con una piccola chiave

"Tieni.
Non più di dieci piccola Luz"

Tengo stretta la boccetta tra le mani.
Non mi chiamava in questo modo da un sacco di tempo.

La prima volta che ha usato questo nomignolo erano passati ormai parecchi mesi dalle nostre prime sedute e non faceva altro che ripetermi che nonostante il mio essere così sgarbata e sempre arrabbiata, le sembravo così piccola, così un giorno prima di lasciare un suo studio mi ha sorriso e mi ha salutato chiamandomi in questo modo, all'inizio l'ho fulminata con lo sguardo, dopo mesi però mi mancava quando non mi chiamava in questo modo.

"Piccola Luz?"

Solleva il busto e apre del tutto gli occhi per poi osservarmi con un sorriso dolce stampato sul volto

"Te lo ricordi?"

"Mi ricordo quanto mi dava fastidio"

Mi si avvicina e poggia lentamente il suo viso sul mio seno

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